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Induce ragazzina a inviare foto hard: arrestato un giovane

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Ancora un caso di diffusione via social di foto hard riguardanti ragazze minori. Quedta volta è scattato il carcere quasi subito. Infatti stamane a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Napoli riguardo la diffusione di un video a sfondo pornografico ritraente una 14enne, i carabinieri della compagnia di Nola hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per i reati di pornografia minorile continuata e aggravata.Le indagini, scaturite dalla segnalazione da parte dei genitori della vittima, hanno consentito di delineare quadro accusatorio attorno al ragazzo indagato, ritenuto responsabile di aver indotto la minore, con la quale aveva instaurato una relazione avviata via web, a inviargli video e foto dal contenuto erotico dietro la minaccia di lasciarla e di inviare il video a terzi. Il giovane arrestato è di Palama Campania, così come la ragazzina che aveva subito le sue minacce.Le indagini, scaturite dalla segnalazione da parte dei genitori della vittima, hanno consentito di delineare, rilevano i carabinieri, ''un grave quadro accusatorio'' attorno al ragazzo indagato, ritenuto responsabile di aver indotto la minore, con la quale aveva instaurato una relazione avviata via web, a inviargli video e foto dal contenuto erotico con la minaccia di lasciarla e di inviare il video a terzi. I carabinieri della Compagnia di Nola hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli.

Rapina e sequestro di persona: arrestati tre del clan Casamonica

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Arrestati a Roma tre esponenti della famiglia Casamonica, di eta' compresa tra 30 ed i 41 anni, ritenuti responsabili dei reati di rapina e sequestro di persona. Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo ad eseguire il provvedimento cautelare in carcere, emesso dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il modus operandi degli arrestati era sempre lo stesso: selezionavano annunci di vendita di auto di ignari cittadini i quali, dopo essere stati contattati, dopo una serie di minacce ed intimidazioni, venivano costretti ad effettuare il passaggio di proprieta' senza ricevere alcun compenso. Ad inchiodare gli esponenti della nota famiglia di origine sinti, e' stata l'attivita' investigativa condotta dai Carabinieri della Tenenza di Ciampino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma gruppo reati gravi contro il patrimonio presso il Tribunale di Roma, diretto dal Procuratore Aggiunto Lucia Lotti. I fatti risalgono al mese di agosto 2016, quando i militari hanno raccolto la testimonianza di una delle vittime che, riuscendo a fuggire dai suoi aguzzini, si rifugia nella caserma dei Carabinieri di Ciampino, raccontando di essere seguito da alcune persone, poi identificate negli odierni arrestati. Le indagini hanno messo in luce un modus operandi particolarmente efferato ed organizzato da parte dei Casamonica; rispondevano ad un annuncio di un veicolo in vendita da parte di privati, per poi dargli appuntamento presso la loro abitazione per i successivi accordi. Una volta che l'ignara vittima di turno, proprietario del veicolo in vendita, entrava nell'abitazione dei Casamonica, iniziava l'incubo. I tre, due uomini ed una donna, sottraevano le chiavi del veicolo minacciando il proprietario, costringendolo - spesso con la forza e sempre dietro minaccia - a recarsi presso una vicina agenzia di pratiche auto per formalizzare il passaggio di proprieta' a loro favore. Non contenti di cio', alla legittima richiesta dei malcapitati di ottenere il proprio denaro, i Casamonica pretendevano il pagamento del "disturbo", ovvero del tempo trascorso dentro casa loro, e costringevano le vittime ad andare insieme a loro presso un vicino bancomat per prelevare una ulteriore somma di denaro ritenuta "congrua". E' proprio in uno di questi casi che una delle vittime, condotta al bancomat vicino alla Tenenza dei Carabinieri di Ciampino, e' riuscita a scappare e a chiedere aiuto ai militari, che hanno iniziato le indagini, conclusesi con gli arresti di oggi. Particolarmente significative le testimonianze raccolte, che disvelano un collaudato sistema dove i Casamonica, dietro la forza intimidatrice del proprio nome, si appropriavano illecitamente di profitti mediante condotte truffaldine e con intimidazioni ai danni di cittadini, commercianti e professionisti.

Castellammare, 16enne con meningite trasferito all'ospedale Cotugno

Castellammare. Momenti di forte tensione e preoccupazione stamane al Pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo. Un ragazzo di 16 anni è arrivato in preda a una fortissima crisi respiratoria e febbre altissima. Immediatamente sono scattate le procedure e le analisi del caso per stabilire se si trattasse di meningite e purtroppo per lui le analisi di laboratorio non hanno fatto altro che confermare quello che i medici sospettavano. La tensione è stata tanta anche perchè il ragazzo appartiene a una nota famiglia malavitosa stabiese e al pronto soccorso c'erano numerosi familiari. Mentre il ragazzo veniva trasferito in ambulanza presso l'ospedale Cotugno di napoli sono scattate le procedure di profilassi per tutti i presenti in quel momento al pronto soccorso familiari compresi.

Boscoreale, tentarono di uccidere l'ex marito della nipote del boss: condannati

Boscoreale.Sono stati condannati i due nipoti del boss Alfonso Annunziata detto a' calabrese per il tentato omicidio dell'ex marito di una loro cugina. Il tribunale di Torre Annunziata ha infatti condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere sia Vincenzo Lettieri (quello che materialmente fece fuoco) sia il cugino Aniello Gallo che guidava l'auto. Al centro della vicenda, che risale al 2012, Pasqua Teodosio, nipote del boss che divisa dall'ex marito voleva indietro la casa nella quale avevano abitato insieme. Ma dietro le risposte negative dell'uomo prima fece compiere un raid incendiario per costringere a lasciare l’abitazione e poi addirittura da mandato ai suoi cugini di ucciderlo. Ma il tentativo fallisce. La mancata vittima dell'agguato è Giuseppe Di Casola, un operatore ecologico della Ambiente Reale, la società che si occupa della raccolta rifiuti a Boscoreale, autista dei camion della nettezza urbana. Ma quando si arriva allnel corsod ella separazione tra i due coniugi si erano verificati numerosi screzi che arrivarono al culmine quano si discusse della divisione del patrimonio immobiliare. L’uomo si prende prima i figli poi rifiuta di cedere il 50% del patrimonio immobiliare realizzato quando la coppia viveva insieme. La donna che non accetta tale situazione attua una strategia.
Al marito bisogna far capire che è meglio cedere, da qui l’idea di minacce e intimidazioni. Compito affidato ai suoi cugini Aniello Gallo, Vincenzo Lettieri e Giuseppe Aquino. L’uomo non si “piega”. Nessuna trattativa, manda a dire, anche perché non c’è necessità dal momento punta ad ottenere il massimo con la separazione. Pasqua prende tempo ma col passare delle settimane il rancore diventa sempre più grande fino ad arrivare al raid vendicativo e a ordinare la “spedizione di sangue” ai cugini che già avevano minacciato l’uomo.
Si arriva al 13 giugno del 2012. Dalle parole intimidatorie si passa all’azione con le armi. Aniello Gallo e Vincenzo Lettieri inseguono e bloccano l’ex marito della donna alla guida del camion di servizio. Lettieri impugna l’arma e spara il colpo che attraversa la lamiera e sfiora la vittima. Per i Pm della Procura oplontina una chiara volontà di uccidere. A fermare il piano omicida dei due sicari è una pattuglia della Finanza impegnata in un servizio a via Settetermini, tra Torre Annunziata e Bosocoreale. È la salvezza. Aniello Gallo dà l’allarme e i killer fuggono verso Boscoreale lasciando sul posto la vittima in preda allo choc.
Dopo circa un mese, la verità, gli arresti e la spiegazione del raid: punizione per una separazione tra coniugi. I quattro vennero arrestati con l’accusa di estorsione e tentato omicidio. Nell’ordinanza finì anche un altro cugino, Giuseppe Aquino, calciatore boschese accusato di aver preso parte alla strategia delle minacce ai danni dell’ex marito della donna.

Per i giudici era organico ai Casalesi: confermata la condanna all'avvocato Santonastaso

Anche per i giudici della corte di Appello di Napoli l'avvocato Michele Santonastaso, ex difensore del boss del clan dei Casalesi, Francesco Bidognetti detto "Cicciotto e'mezzanotte", era organico al clan dei Casalesi. Lo hanno infatti condannato a 10 anni e sei mesi di carcere (riducendo di soli sei mesi la condanna di primo grado) per l'accusa di associazione camorristica. Il legale casertano che è libero ina ttesa del giudizio finale della Cassazione da tempo si è allontana dalla Terra di Lavoro e vive al Nord. In primo grado i pm della Dda di Napoli, Sandro D'Alessio e Maurizio Giordano, avevano chiesto 22 anni di carcere. Santonastaso era stato accusato da alcuni pentiti che avevano raccontato come egli prendesse parte alle riunioni del clan.

Prof accoltellata, gli studenti chiedono pene severe per il compagno. La docente verrà dimessa domani

Caserta. I compagni d'istituto chiedono una punizione esemplare per il 17enne che ieri ha accoltellato la professoressa d'italiano Franca Di Blasio: lo rivela la Preside dell'Istituto superiore Bachelet-Majorana, Pina Sgambato dopo l'assemblea nella quale si è parlato dell'episodio. "I ragazzi, oggi in assemblea, mi hanno chiesto una punizione esemplare per il loro compagno. Lo devo a loro, che sono ancora sconvolti, ai professori, sempre bistrattati, ma anche e soprattutto a lui" ha detto Pina Sgambato. "Ho convocato per la prossima settimana il Consiglio d'Istituto - prosegue - e d'accordo con l'Ufficio scolastico regionale decideremo come procedere". Proprio "per non lasciare soli i ragazzi con le loro paure", questa mattina la preside ha tenuto due assemblee prima al plesso principale di Via Claudio, poi a quello di via Fruggieri dove è avvenuto il fatto. "Ancora oggi non ci diamo una spiegazione - dice la dirigente - ecco perchè ho organizzato un'assemblea con gli studenti; è un modo per fare una manifestazione silenziosa, glielo dobbiamo ai nostri ragazzi, che hanno bisogno di sentirsi coinvolti in questa storia che non ritengono loro". Potrebbe profilarsi una sanzione pesante, una lunga sospensione, per il 17enne che da ieri è nel centro di prima accoglienza minorile dei Colli Aminei a Napoli, in attesa di essere interrogato dal Gip per la convalida del fermo per lesioni gravi. La professore, dopo una serie di accertamenti diagnostici, già domani potrebbe tornare a casa dall'ospedale di Maddaloni. Oggi è stata sottoposto ad una visita maxillo-facciale per valutare la profondità della ferita, infertale con un coltello a serramanico e suturata con 32 punti. La professoressa è stata ascoltata dai carabinieri e la sua versione combacia con quella fornita dallo studente dopo il fermo. Il ragazzo si è rifiutato di farsi interrogato, sostenendo di aver mal di testa, ne è nato un battibecco. La professoressa gli ha messo una nota e lui a quel punto si è scagliato contro di lei, ferendola con il coltello. "Forse ho fallito" ha detto Franca Di Blasio, pensando al suo ruolo di insegnante e di educatrice. Pare che il ragazzo negli ultimi tempi mostrasse segni di inquietudine per la malattia della nonna."Ma non aveva mai dato segni di instabilità - dice - sono davvero dispiaciuta per lui". Più implacabili gli studenti che invece stamane hanno chiesto alla preside di adottare la punizione più dura nei confronti del loro compagno. Il 17enne risponde di lesioni aggravate, per ora senza premeditazione, nonostante abbia ammesso ai carabinieri di aver introdotto il coltello a scuola dall'esterno. I carabinieri, diretti dal capitano Stefano Scollato - con il coordinamento del pm presso la Procura dei Minori di Napoli Ugo Miraglia - hanno poi deciso di non ascoltare i compagni di classe, all'aggressione ha infatti assistito anche un'insegnante di sostegno, che ha poi testimoniato confermando il raptus del ragazzo.
Sul caso è intervenuto anche il Ministro della Giustizia Andrea Orlando: "Bisogna rafforzare il sistema di supporto alle famiglie" ha detto. "Quando ci si trova di fronte a fenomeno come questi - continua Orlando - di certo c'è un tema disciplinare, un tema repressivo, ma c'è anche un tema di contesti nei quali questi ragazzini crescono e il modello che assumono. Evidentemente c'è bisogno di qualcosa che sia esterno alle famiglie che aiuti laddove la famiglia non è più in grado di svolgere questo ruolo".

Arrestato l'ultimo componente della banda dei rapina Rolex in Versilia

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Banda dei rapina Rolex: i carabinieri di Viareggio, Forte dei Marmi e Napoli hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di Marco Barbuto, 40 anni, napoletano ritenuto responsabile di rapine e furto con strappo in concorso di orologi di lusso commessi in Versilia tra l'estate 2015 e 2017. L'uomo e' ritenuto anche responsabile della rapina di due orologi Rolex avvenuta a Viareggio nel luglio 2016 che ha permesso di individuare i responsabili che partivano da Napoli per compiere furti e rapine in Versilia e poi tornare nel capoluogo campano. Nel giugno 2017 i carabinieri arrestarono in flagranza di reato quattro napoletani che avevano rapinato un orologio 'Patek Philippe' del valore di 35mila euro ad una donna che passeggiava a Forte dei Marmi. L'attivita' investigativa ha portato poi a individuare il 40enne per altri tre episodi avvenuti tra il 2015 e 2017 nel corso dei quali ha rapinato e rubato orologi di lusso per un valore complessivo di 90.000 euro.
Le indagini dei carabinieri erano partite a seguito di due rapine avvenute a Viareggio nel 2016. Due rolex, entrambi a luglio. Secondo i carabinieri dietro c’era una banda. Un gruppo di persone che partivano appositamente da Napoli per venire in Versilia, trascorrere qualche giorno nel territorio, in strutture lontane dai luoghi delle rapine o dei furti, e poi tornare giù con il malloppo.
Nel corso delle indagini, nel giugno 2017, i militari dell’Arma hanno arrestato in flagranza quattro soggetti napoletani che avevano appena rapinato un orologio “Patek Philippe”, del valore di circa 35. 000 euro, ad una donna che passeggiava a Forte dei Marmi. Durante le indagini però erano emersi altri elementi che, secondo gli investigatori, conducevano a Barbuto. Il quale è «ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti, di almeno tre episodi avvenuti in Versilia tra il 2015 ed il 2017, nel corso dei quali ha rapinato e rubato orologi di lusso per un valore complessivo di oltre 90. 000 euro», si legge in una nota dell’arma.

Maltempo in Campania, la Protezione civile: da stasera allerta gialla

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La perturbazione meteorologica che sta già interessando la regione Campania vedrà un peggioramento a partire dalla serata. Considerate le elaborazioni del Centro funzionale, la Protezione civile della Regione Campania ha diramato un nuovo avviso di criticità idrogeologica di colore Giallo valevole sull'intero territorio regionale dalle 20 di stasera e fino alla stessa ora di domani. Si prevedono, infatti, precipitazioni sparse, anche a possibile carattere di rovescio o temporale, puntualmente di moderata o forte intensità; venti forti occidentali con locali raffiche e mare molto agitato. La criticità riguarda il rischio idrogeologico localizzato con possibili ruscellamenti superficiali con fenomeni di trasporto di materiale; allagamenti di locali interrati e di quelli a pian terreno; scorrimento superficiale delle acque nelle sedi stradali e possibili fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane depresse; occasionali fenomeni franosi superficiali legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, in bacini di dimensioni limitate. Si raccomanda alle autorità competenti di porre in essere tutte le misure atte a prevenire e contrastare i fenomeni attesi in ordine alla tenuta delle strutture esposte alle sollecitazioni dei venti e del moto ondoso e ai fenomeni di dissesto idrogeologico possibili per le previste precipitazioni.

Il prefetto scioglie il consiglio comunale di Quarto

Il Consiglio comunale di Quarto  e' stato sospeso ed e' stato nominato il commissario. Il prefetto, Carmela Pagano, informa una nota, ''essendosi il Comune di Quarto ridotto, in seguito a dimissioni successive, a dieci componenti, ed essendo quindi venuto meno il numero minimo previsto dal regolamento dell'ente per la prima convocazione dell'organo consiliare e la relativa surroga dei dimissionari, su conforme parere del Ministero dell'Interno'', ha proposto lo scioglimento delle assise municipali. Il prefetto ha sospeso ''l'organo consiliare ed ha nominato commissario prefettizio il vice prefetto vicario Demetrio Martino, incaricandolo della provvisoria amministrazione dell'ente''. Tre giorni fa infatti si erano dimessi Enrico Alborino, Antonio Brescia, Gabriele Di Criscio, Vincenzo Di Pinto, Brigida Giaccio e Francesco Passaro. Erano rimasti in carica soltanto 11 consiglieri più il sindaco Rosa Capuozzo, ossia un numero inferiore alla maggioranza assoluta sui 24 eletti a giugno di tre anni fa.

Napoli, ragazzi aggrediti e feriti dai senza tetto di Porta Nolana

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Una inspiegabile aggressione è stata subito nel primo pomeriggio di oggi nella zona di Porta Nolana da due ragazzi che sono rimasti feriti e hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell'ospedale Loreto mare. I due ragazzi di 20 e 21 anni, secondo quanto hanno raccontato agli investigatori,  sono stati aggrediti da tre persone, probabilmente dei senza tetto, nella zona di Porta Nolana. I due, che hanno riportato ferite alla testa e al viso, guariranno in una decina di giorni. Curati all'ospedale Loreto Mare, hanno fornito indicazioni sui loro aggressori alla polizia che indaga sull'episodio. Gli agenti stanno setcciando la zona e visonando anche le immagini elle telecamere pubbliche e private che si trovabo nei paraggi per risalire agli autori dell'aggressione.

Gragnano, svuotata nella notte la tabaccheria sotto la casa del sindaco

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Gragnano. Quando stamane ha paerto il suo negozio non credeva ai suoi occhi , pensava di essersi dimenticato di aver ordinato un trasloco della merce visto che era tutto vuoto. E invece no, non era un sogno. Era tutto vero. Il negozio era stato completamente ripulito nella notte dai ladri che avevano praticato un buco nel muro dal retro dell'esercizio commerciale. E ad Enrico Sorrentino, 62 anni, titolare della tabaccheria che si trova a Gragnano tra via Crove e via Quaranta, non è rimasto altro che avvertire i carabinieri per denunciare l'accaduto. Enrico Sorrentino , purtroppo per  lui, era già salito agli onori della cronaca per una rapina sempre nella stessa tabaccheria in cui rimase ferito. Due banditi nel settembre del 2014 arrivati in sella a una moto e armi in pugno lo rapinarono. L'uomo però reagì e i banditi prima lo picchiarono alla testa con il calcio della pistola e poi uno dei rapinatori gli esplose contro un proiettile che lo ferì alla gamba. I due banditi, entrambi con con il volto coperto da caschi integrali riuscirono a portare via solo parte dell'incasso lasciando Sorrentino a terra sanguinante e ferito. l'uomo fu trasportato in ospedale in ambulanza e dovette subire un'operazione chirurgica per l'estrazione del proiettile. Ora a oltre 3 anni di distanza c'è stato il clamoroso furto. la notizia ha fatto molto scalpore e da stamane a Gragnano non si parla di altro visto che nel palazzo dove è stato compiuto il clamoroso furto abita il primo cittadino, Paolo Cimmino. I ladri sono entrati dal retro praticando un foro nella parete esterna che da proprio sulle scale d'ingresso della casa del sindaco. Sull'episodio stanno indagando i carabinieri della locale stazione coordinati da quelli del nucleo operativo della compagnia di Castellammare. I militari stanno visionando le immagini delle telecamere pubbliche e private poste nella zona alla ricerca di elementi utili per risalire ai banditi.

Mazzette per i rifiuti a Torre del Greco: processo per l'ex sindaco e altri 5

Torre del Greco. E' stato rinviato a giudizio l'ex sindaco, Ciro Borriello e con lui gli altri cinque imputati che erano stati arrestati il 7 agosto dello scorso anno per lo scandalo della mazzette pagate per il servizio di smaltimento dei rifiuti nel comune corallino. Con Borriello il gup Laura Crasta del Tribunale di Torre Annunziata ha mandato a processo gli imprenditori della Nu Ciro, Antonio e Massimo Balsamo e i benzinai Francesco Poeti e Virgilio Poeti. Tutti accusati a vario titolo, di corruzione, contrarietà ai doveri di pubblico ufficio, frode in fornitura pubblica e false fatturazioni. Il comune di Torre del Greco si costituirà parte civile nel processo che vede imputato anche l’ex primo cittadino Ciro Borriello. Dopo il rinvio a giudizio  l’ente comunale ha deciso di partecipare nel procedimento penale a carico dell’ex fascia tricolore e degli altri imprenditori coinvolti nello scandalo dei rifiuti. Palazzo Baronale sarà quindi parte civile nel processo. Una scelta, quella dell’ente comunale, presa dopo aver visionato gli atti notificati dalle Fiamme Gialle. Fino al mese scorso il comune di Torre del Greco non era stato individuato dalla procura oplontina come parte offesa. Sarà svolta una perizia fonica per stabilire se il rumore catturato dalle cimici piazzate nell’auto di Ciro Borriello fosse un fruscio di banconote o fogli di carta. L'ex sindaco a più riprese ha affermato di non aver mai favorito di Balsamo, sottolineando come durante il suo mandato hanno perso due gare. Gli incontri, avvenuti di nascosto, sono stati così giustificati da Borriello: “Sapevo di essere indagato e non volevo destare ulteriori sospetti, parlavamo di come migliorare il sistema della raccolta dei rifiuti”. Proprio in uno di questi incontri, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto uno scambio di una mazzetta da 20mila euro. “Cosa le ha messo Balsamo nel cruscotto dell'auto?” aveva domandato il pm.“Una proposta per un progetto da inserire nel Puc”. Dalle intercettazioni ambientali emerge un rumore non definito che allude alla conta di banconote. Ed è proprio per questo che ci sarà una perizia tecnica per stabilire se si tratti di banconote o di fogli di carta così come sostiene la difesa. Inoltre è stata svolta un’ulteriore perizia fonica che traduce l’intercettazione dal napoletano all’italiano: “A chist già ce ramm 20mila euro al mese”. Per l’accusa questa è la prova che gli imprenditori erano sotto ricatto. Sono state anche acquisite le fatture emesse da Borriello in qualità di chirurgo “per dimostrare di aver guadagnato lecitamente, e non intascato come tangenti, quei 20mila euro. All'epoca percepivo 2mila euro come sindaco e 8mila euro come medico, quasi 130mila euro l'anno”.

Ennesimo show in aula del boss Zagaria: 'Questo è un processo politico contro di me'

Ennesimo show al processo del boss Michele Zagaria. E come se l'ex capo dei Casalesi che tanto aveva criticato la fiction tv che raccontava della sua storia e della sua cattura fosse entrato nella parte di una ttore e ad ogni udienza regala perle per la stampa. Oggi Michele Zagaria, collegato in video-conferenza con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere  al processo che lo vede imputato si e' lamentato. "Questo e' un processo politico, Zara si sta inventando tutto e ora mi sta dando davvero fastidio. Mi sta mettendo sotto pressione, ora basta". Il boss di camorra e' sotto processo insieme con Fortunato Zagaria, ex sindaco di Casapesenna, suo paese d'origine, per il reato di violenza privata con l'aggravante mafiosa commessa ai danni proprio di Giovanni Zara, quando quest'ultimo era sindaco di Casapesenna, tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. Nell'udienza dello scorso 23 gennaio, il boss, parlando del presunto attentato da lui ordinato nel 2009 contro Zara, di cui ha riferito il suo ex braccio destro oggi pentito Michele Barone, si espresse con altre parole minacciose: "Se avessi voluto uccidere Zara lo avrei fatto con o senza Barone, ma a modo mio Allora il pm della dda Maurizio Giordano chiese subito di inviare il verbale d'udienza alla Procura di Napoli perche' temeva che quelle parole celassero un messaggio all'esterno; richiesta reiterata anche oggi per dichiarazioni che sembrano ancora piu' gravi. Il presidente del collegio Maria Francica e' addirittura intervenuta per redarguire Zagaria: "Io non le permetto di dire che questo e' un processo politico - ha detto il magistrato - e' un processo punto e basta". Ne e' nato un piccolo siparietto con il boss, che ha chiesto al giudice: "Cosa mi consigliate di fare?"; che gli ha risposto: "Lei ha due avvocati si faccia consigliare da loro". In un'altra udienza tenuta a Napoli qualche giorno fa, Zagaria aveva revocato per quel processo, i due legali Andrea Imperato e Angelo Raucci, dicendo di essere senza soldi; quest'ultimo oggi era pero' in aula a tutelare gli interessi del boss. Il capoclan ha ribadito la durezza del carcere duro, dicendo di sentirsi vittima di una campagna mediatica. "Qualunque cosa dico - ha affermato - viene strumentalizzata, tanto che nei giorni scorsi sono uscito anche in televisione". Tornando poi al capitolo Zara, il boss dei Casalesi ha rettificato quando detto in una delle prime udienze del processo in cui aveva ricordato di aver incontrato Zara quando questi era piccolo, no "l'ho incontrato quando ero adulto; mi ha chiesto anche due favori". Su queste parole Zara ha preannunciato una nuova querela dopo quella presentata nel 2015.

Lavoratori Amtecnology scrivono al Sindaco e al Prefetto: "Lavoriamo in pessime condizioni''

Castellammare di Stabia. Una lettera indirizzata all' "Amtecnology", al sindaco di Castellammare di Stabia Tony Pannullo e al Prefetto di Napoli per lamentare delle pessime condizioni nelle quali lavorano gli addetti all'igiene urbana. Una lettera che porta la firma delle sigle sindacali Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel. Oltre alle condizioni di lavoro gli operatori ecologici lamentano il mancato riconoscimento in busta paga delle cifre relative al conguaglio fiscale per il 2017 con "con tanto di invito a sbrigarsela da soli con la presentazione del modello 730". Ecco il testo del documento:
" I lavoratori del cantiere per i servizi di igiene ambientale di Castellammare di Stabia lamentano forti criticità in ordine alle condizioni materiali del lavoro ed al mancato riconoscimento di diversi istituti contrattuali. Ci viene segnalata, in particolare, la situazione oltremodo precaria dei container adibiti a spogliatoi, caratterizzati da fortissimi tassi di umidità e gravi infiltrazioni di acqua e collocati in immediata prossimità degli automezzi utilizzati per il prelievo rifiuti, con possibile pregiudizio per la tenuta di adeguate condizioni igienico sanitarie. Gli stessi automezzi appaiono non adeguati alle esigenze di tutela della salute dei lavoratori, costretti a caricarli a mano superando sponde di gran lunghe più alte dei lavoratori stessi che sono esposti ad un evidente rischio per le articolazioni delle spalle e degli arti superiori. Apprendiamo, inoltre, che risultano a tutt’oggi indebitamente non corrisposti i ratei di TFR destinati ai diversi fondi di previdenza complementare, con grave danno economico derivante dalla mancata rivalutazione delle somme non accantonate. Appare ancor più grave il mancato pagamento delle quote previste dal vigente CCNL per il FASDA, il fondo di sanità integrativa. L’azienda, non corrispondendo una somma di poche decine di euro per lavoratore, impedisce l’accesso ad una forma di assicurazione sanitaria che garantisce prestazioni per migliaia di euro all’anno con grave danno economico per i lavoratori. Ancor più significativo di un atteggiamento poco incline al rispetto per i lavoratori e le loro esigenze l’annuncio della ditta che non intende riconoscere in busta paga le somme relativo al conguaglio fiscale per l’annualità 2017, con tanto di invito a sbrigarsela da soli con la presentazione del modello 730. Fermo restando che ci si riserva, sul punto, di chiedere un formale parere all’Agenzia delle Entrate sulla validità della originale procedura indicata dalla ditta, non si può non chiedere all’azienda il corretto pagamento delle somme spettanti ai lavoratori. Nonostante le criticità indicate siano da tali da giustificare un immediato ricorso alla mobilitazione dei lavoratori, si intende cercare ancora una volta soluzioni mediate necessarie ad evitare l’avvio di una fase di aperta conflittualità. Si richiede, quindi, la sollecita convocazione di un incontro da parte dell’Amministrazione Comunale e della ditta Amtecnology. La presente richiesta viene inviata alla Prefettura di Napoli per opportuna conoscenza. Si resta in attesa di un sollecito cenno di riscontro

Picchiarono in carcere Marianna Fabozzi, processo per sei detenute di Pozzuoli

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"La strega del parco Verde" fu linciata in carcere: sono sette le persone rinviate a giudizio, più l'assistente capo della polizia penitenziaria, il quale è accusato di aver coperto l'aggressione. Questo è il verdetto del giudice per l'accaduto del 5 maggio 2016. Proprio l'assistente capo della guardia penintenziaria ha provato a ricostruire i fatti nella precedente udienza e a ricostruire il tutto davanti al gup di Napoli di quel 5 maggio quando Marianna Fabozzi fu trasportata al carcere di Pozzuoli. La donna fu chiusa in una cella off limits, ma qualcosa andò storto. La porta della sua cella fu lasciata aperta e tutte le altre detenute si ritrovarono faccia a faccia con la strega del parco Verde. In quell'occasione doveva esserci proprio quella guardia finita sotto accusa.
Le “giustiziere” di Marianna Fabozzi furono sottoposte al regime di isolamento per 10 giorni, mentre l’assistente capo della polizia penitenziaria prima fu sospesa e successivamente trasferita in una diversa casa circondariale. Segnali inequivocabili di un “corto circuito" adesso finito sotto i riflettori della giustizia ordinaria. Qualche giorno dopo la Fabozzi provò ad impiccarsi in carcere.  Per lo stesso episodio sono sotto processo con rito abbreviato le due capo rivoltose del carcere di Pozzuoli, Marianna Sannino, detenuta dal 27 gennaio 2015 quando fu arrestata in un maxi blitz contro il clan Falanga di Torre del Greco e condannata a 15 anni di carcere lo scorso anno, e Giovanna De Liso di Acerra.
Dopo avere visionato le immagini del sistema di video sorveglianza del carcere di Pozzuoli, il gup Maria Gabriella Pepe del tribunale di Napoli ha ordinato il rinvio a giudizio per tutte le imputate finite sott’accusa.  Alcune detenute dopo l'aggressione scrissero anche una lettera in cui in pratica si accusavano del fatto: "I bambini non si toccano. È inaccettabile pensare possano accadere epi­sodi del genere: doveva avere una lezione". E ora saranno loro a dover comparire davanti ai giudici.

 

Acerra, evade dai domiciliari: fermato 49enne

Nel pomeriggio di ieri, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di “Acerra”, hanno arrestato Guadagno Salvatore , di anni 49, gravato da pregiudizi di Polizia, responsabile di evasione dagli arresti domiciliari.Durante un servizio mirato alla prevenzione e repressione dei reati in genere, in via San Giorgio, i poliziotti hanno notato Guadagno Salvatore, che alla loro vista, tentava di eludere il controllo cercando di coprirsi il viso.Gli agenti hanno arrestato l’uomo e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato sottoposto, nuovamente, al regime degli arresti domiciliari in attesa di processo.Guadagno Salvatore era stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari per spaccio di stupefacenti. Inoltre registra precedenti per i reati di contrabbando di T.L.E., rissa e spaccio di stupefacenti.

Avellino, 17enne picchiato, imbavagliato e legato a un albero per un debito di 25 euro

Avellino, 17enne picchiato, imbavagliato e legato a un albero per un debito di 25 euro: denunciati due suoi coetanei, compagni di scuola.La violenza, anche brutale, tra i giovani sembra non conoscere limiti.E quello che è accaduto a uno studente della provincia di Avellino sembra essere solo la triste e spietata conferma. Un giovane di 18 anni che non aveva saldato un debito di 25 euro con due compagni di scuola è stato prima sequestrato, poi legato, quindi derubato e poi lasciato per strada. La vittima é un giovani di 17 anni di Altavilla Irpina in provincia di Avellino che ieri pomeriggio e' arrivato in autobus ad Avellino assieme a un coetaneo di Altavilla. Entrambi erano attesi da un altro compagno di scuola: un 18enne che si trovava alla fermata del bus. D'improvviso è accaduto qualcosa che la giovane vittima non avrebbe mai immaginato: il 18enne e l'altro amico lo hanno spinto in un'auto guidata dalla madre del maggiorenne, il 17enne per condurlo in un garage ad Avellino. I due aggressori quindi armati con mazze di legno hanno cominciato a colpire il giovane di Altavilla Irpina, poi, dopo avergli legato le mani dietro la schiena, gli hanno infilato un manicotto da moto in bocca, bloccandolo con del nastro adesivo, per impedirgli di gridare. Dopo aver fumato uno spinello, i due complici hanno trascinato l'amico nel vicino noccioleto e li' gli hanno rubato l'orologio, per poi legarlo a un albero. "Se non ti uccide il freddo ti uccido io domani", queste le ultime parole rivolte alla vittima da uno dei due prima di andare via. Il ragazzino e' riuscito pero' a liberarsi e si e' imbattuto dopo poco in una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri della compagnia di Avellino che hanno avviato le indagini. I due aggressori sono stati individuati e denunciati per estorsione, sequestro di persona e rapina.

Pompei, un Master plan intercomunale e una taglia sull'HUB desaparecido

Pompoei. L’HUB sognato, ma affossato da una politica miope e provinciale sarà sostituito dalla… Stazioncina borbonica di Pompei Scavi?
Si riuscirà a ristrutturare opportunamente - prima dello scoccare del primo ventennio degli anni Duemila – la stazione voluta da Ferdinando II di Borbone e già in funzione dagli anni cinquanta dell’Ottocento, come si vede nello schizzo ottocentesco che ritrae turisti in arrivo?
Diciamo di sì, per non dire dino.
E l’Hub desaparecido che fine fa? Occorre una taglia per averne notizie?
I traffici ferroviari veloci non arriveranno più a Pompei, mentre la linea ferrata Trenitalia continuerà a fare tappa a Napoli o a Salerno. Dimenticavamo Afragola, la nota cattedrale del deserto cinematico, voluta dalla Regione Campania per diktat dell’imperatore Bassolino II, succeduto a se stesso.
Pompei insomma resterà fuori dal giro dei treni veloci, mentre i Bus diretti agli Scavi pompeiani troveranno ricetto nelle megastrutture commerciali previste nell’ex Area industriale dismessa da Italtubi, che accoglierà anche i turisti in visita virtuale agli scavi.
Pare però che la linea ferrata ex Circumvesuviana Napoli-Poggiomarino sarà “potenziata” e messa maggiormente a servizio di siti archeologici vesuviani, nell’ottica della creazione di una rete ferrata archeologica dedicata da Sorrento a Ercolano.
Nel tratto da Villa Regina a Poggiomarino, alla Stazione di Pompei Santuario sarà assicurata un più agevole collegamento pedonale con l’area archeologica, nel tentativo di stimolare una commistione feconda tra i flussi turistici diretti agli Scavi e quelli diretti al Santuario.
Per questo obiettivo la Regione Campania ha scomodato architetti del calibro di Eisenman prima, in epoca Caldoro e, ora in epoca De Luca, di Joseph Acebillo, della nidiata di Bohigas.
Noi pensiamo invece, più modestamente, che tale obbiettivo si possa raggiungere soltanto realizzando nel centro Città un Muse archeologico degno del nome di Pompei. Peraltro, la edilizia dismessa dalle opere pie longhiane del Santuario pompeiano offre più di una scelta.
Ci consentiamo quindi alcune considerazioni. Nella relazione del generale Curatoli alla commissione Cultura della Camera dei Deputati compare anche un Progetto di “Percorso integrato tra Parco archeologico e centro storico di Pompei”. Sarebbe opportuno che la Città nuova lo conoscesse meglio e ne discutesse i contenuti. Ma questa è questione che giriamo alla amministrazione Amitrano, la quale - essendo fresca d’annata, ma non più appena sfornata - dovrebbe cominciare a ergersi come interlocutrice ineludibile per le sorti di Pompei, smettendo i panni della Cenerentola accondiscendente.
Intanto i “rumors” che filtrano dalle segrete stanze ci raccontano che della vecchia linea ferrata ex FFSS - e delle stazioni ubicate lungo l’asse costiero - sopravviverebbe soltanto la storica tratta Napoli-Portici-Pietrarsa.
Si chiuderebbe la ferrovia per aprire la conurbazione al mare e creare così un waterfront che arrivi da Portici fino a Castellammare di Stabia.
Troppi condizionali….La domanda che rivolgiamo al Comprensorio è questa: Saremo capaci di creare un “master plan” multicomunale aperto alle istanze pubbliche e private sulla base delle richieste UNESCO in materia di Accessibilità, Sostenibilità e Innovazione?
Ci penserà mamma Regione, peraltro già alle prese con la fallimentare attività di Arcadis sul Fiume Sarno e la sua seconda foce a Rovigliano, oggi resuscitata?
Un fatto è certo: la rigenerazione ambientale e paesaggistica della fascia costiera e di quella pedevesuvia non possono più attendere.
Ci muoviamo dopo un intero ventennio dedicato prevalentemente all’area flegrea e a Napoli.

Federico Federico

Napoli, incidente con l'auto piena di refurtiva: i ladri scappano

Napoli. Un tamponamento tra un bus e un'auto consente di recuperare un bottino di oggetti d'argento. Misterioso ritrovamento stamani a Napoli dopo un incidente stradale avvenuto in Corso Vittorio Emanuele, all'altezza dell'istituto universitario, Suor Orsola Benincasa. Un autobus di linea dell'Anm e un'auto con targa polacca si sono scontrati. Gli occupanti della vettura sono scappati a gambe levate, lasciando il veicolo al centro strada. Quando sono intervenuti gli agenti della Polizia municipale hanno trovato all'interno dell'auto lasciata incustodita numerosi oggetti d'argento: brocche, ciotole, posate per un valore di circa 3mila euro. Sono in corso indagini per stabilire la provenienza dei preziosi, non è escluso che siano stati rubati nel corso di furti in appartamenti.

Venezia, truffava gli anziani spacciandosi per un funzionario del Tribunale: denunciato un napoletano

Venezia. Tenta truffe agli anziani spacciandosi per un funzionario del Tribunale: un 40enne di origini napoletane è stato denunciato dai carabinieri di San Donà di Piave. L'indagine ha preso il via dalla segnalazione al 112 di alcuni cittadini avvicinati in casa da uno sconosciuto che si qualificava come appartenente al Tribunale di Udine. L'uomo avrebbe raccontato poi di presunti incidenti stradali occorsi ai congiunti degli stessi anziani, chiedendo il pagamento di una penale e spiegando che di li a poco si sarebbe presentato un suo delegato. I carabinieri si sono recati sul posto e in breve hanno fermato il presunto truffatore. Portato in caserma per l'identificazione, gli investigatori hanno scoperto che si trattava di una persona già giudicata in passato e denunciata più volte a Venezia e Treviso per truffa. Addosso aveva un tesserino falsificato del Tribunale di Udine, che i militari hanno sequestrato, denunciandolo anche per ricettazione. Con sè l'uomo aveva inoltre un biglietto aereo di andata e ritorno in giornata per l'aeroporto di Napoli. Per il 40enne è stata avanzata la richiesta del foglio di via, per l'allontanamento dal Veneto.

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