"Scudetto? Non lo diciamo, ma ci crediamo e giochiamo per questo", Cosi il capitano del Napoli, Marek Hamsik ai microfoni di Mediaset Premium al termine del derby vittorioso al Ciro Vigorito di Benevento. "Abbia sofferto all'inizio perché abbiamo dato troppo spazio ai calciatori veloci del Benevento. Poi siamo passati in vantaggio con il gran gol di Mertens e poi abbiamo controllato. Sapevamo che era una partita difficile ma abbiamo vinto e siamo di nuovo primi. Il mio 118 esimo gol? L'importante sono i tre punti. Spaventati dai sette gol della Juventus? No, spaventati no. Noi dobbiamo guardare solo in casa nostra"
Una magia di Mertens e poi il Capitano: il Napoli sbanca Benevento
Una magia di Mertens seguita dal 118gol in maglia azzurra del capitano Hamsik regalano la vittoria agli azzurri. nel derby del Vigorito. Eppure il Benevento nei primi dieci minuti aveva messo paura al Napoli con un pressing alto e con ripartenze veloci che prendevano sempre d'infilata i difensori azzurri. Il Benevento trova sempre la superiorità numerica anche se non impensierisce mai Pepe Reina. Con sarri che chiede un giro palla più veloce e si arrabbia dalla panchina. Poi l'inerzia della gara viene cambiata da una magia di Insigne che con un colpo sotto va a colpire la traversa e tramortisce gli stregoni che da quel momento e per i successivi 20 minuti non riesce più ad uscire dalla propria trequarti. Tre azioni pericolose consecutive da parte del Napoli e poi la magia di Mertens. Al 20' il belga in area riceve palla e poi con una doppia sterzata fa fuori due avversari e poi dopo aver nascosto la palla con un colpo sotto la mette in buca d'angolo. Un capolavoro costruito che sblocca il derby. Quattro minuti dopo Mertens sugli scudi impegna Puggioni che devia in angolo. Il Benevento si riaffaccia in area del Napoli solo al 38' con un tiro alto di Sandro. Al 40' Juricic si divora il pallone del pari mettendo sull'esterno della rete da buona posizione. Nella ripresa pronti via e il Napoli chiude la gara con il capitano Hamsik che piazza il suo 118 gol con la maglia del Napoli su cross di Callejon. La squadra di Sarri pensa a gestire e poi al 55' un episodio che potrebbe riaprire la gara. Koulibaly legge male una palla in area e va con sufficienza a chiudere su Costa. Il gigante senegalese prende palla e avversario e Di Bello indica il rigore tra le perplessità del difensore azzurro. Ma il Var blocca tutto per un fuorigioco di Sandro nell'avvio dell'azione. Comincia la girandola delle sostituzioni con De Zerbi che manda in campo Coda per Brignola, e poi Memushaj per Djuricic. Sarri risponde con Zielinski per Hamsik. Al 29' brutto fallo da dietro di Djimsiti su Mertens: il belga prova a rientrare poi chiede di essere sostituito. Sarri impreca pensando al prossimo big match contro la Lazio. Poi i medici rassicurano che si tratta di una piccola distorsione alla caviglia sinistra. La gara scivola via verso il finale con Il Benevento che cerca di riaprire la gara e il Napoli che gestisce. Nel corso dei sei minuti di recupero Callejon si divora il 3-0 piazzando sul palo lontano ma la palla finisce fuori. Poi Reina nega il gol a Coda. Il Napoli vince il derby e continua la sua corsa in testa con un punto di vantaggio sulla Juventus.
Benevento-Napoli 0-2
BENEVENTO (4-3-3): Puggioni, Letizia, Costa, Djmsiti, Venuti, Djuricic (dal 68' Memushaj), Sandro (dal 83' Del Pinto), Cataldi, Brignola (dal 63' Coda), Guilherme, D'Alessandro. A disp: Brignoli, Viola, Tosca, Gyamfi, Diabaté, Parigini, Billong, Iemmello, Lombardi. All.: Roberto De Zerbi.
NAPOLI(4-3-3): Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui, Allan Jorginho (dal 78' Diawara), Hamsik (dal 70' Zielinski), Callejon, Mertens (dal 76' Rog), Insigne. A disp: Sepe, Rafael, Maggio, Chiriches, Tonelli, Machach.All.: Maurizio Sarri.
Arbitro: Di Bello di Brindisi. Var: La Penna.Note: ammoniti Djimsiti (B).
RETI: 20'pt Mertens; 2'st Hamsik
NOTE: serata fredda, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Djimsiti. Angoli: 5-3 per il Napoli. Recupero: 1'; 6'.
Teleclubitalia awards, domani la consegna della “Mela d’oro” ai vincitori
Si terra' domani la cerimonia del "Teleclubitalia Awards Premio la Mela d'oro 2017", il premio che va a chi si e' contraddistinto nel creare esperienze positive nell'area a Nord di Napoli. La cerimonia del premio, promosso dall'emittente televisiva Teleclubitalia, si terra' alle ore 19.30 nel salone delle feste di palazzo Palumbo a Giugliano. La data scelta per la consegna dei premi e' il giorno in cui ricorre il compleanno del compianto fondatore di Teleclubitalia, Natale Russo. Il Teleclubitalia Awards, giunto alla terza edizione, nasce da un'idea dell'editore Giovanni Francesco Russo di voler premiare le personalita', e non solo, che si sono distinte nel corso del 2017 per particolari meriti e hanno dato lustro e risalto all'area nord. La redazione, con l'aiuto degli spettatori della Tv, ha selezionato otto nomination per le quattro categorie: personaggio dell'anno, mondo dell'associazionismo, mondo del lavoro e mondo social.
Elezioni, è subito scontro. Di Maio: 'Ecco gli impresentabili del Pd'
Duro attacco del candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, a Matteo Renzi sul caso degli impresentabili. Il leader pentastellato, parlando davanti a un migliaio di persone del palazzetto dello sport di Carbonia, nel Sulcis, ha snocciolato 17 nomi di candidati del Partito Democratico che sarebbero coinvolti in vicende giudiziarie. "Ieri ho sentito dal segretario del Pd Matteo Renzi", ha esordito Di Maio, "una affermazione infamante del Movimento 5 Stelle: ha infatti detto che abbiamo candidato degli impresentabili nelle nostre liste. Siamo in vece una forza politica che non solo vieta ai condannati di entrare nelle loro liste ma anche in molti casi ai semplici indagati. Questo signore gli impresentabili li ha candidati lui". Di Maio ha quindi scandito una serie di nomi di "veri impresentabili" iniziando dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, "indagato a Pescara e all'Aquila in una inchiesta sugli appalti regionali", proseguendo poi con il capolista del Pd al collegio plurinominale del Senato in Liguria, "coinvolto nella vicenda dei rimborsi regionali", cosi' come altri quattro candidati nel Lazio. Di Maio ha poi elencato altri tre candidati in Calabria, "rinviati a giudizio nel luglio scorso" e un altro imputato a Roma in un processo "per una storia falsi appalti pubblici". Nella lista, anche l'assessore regionale all'agricoltura del Molise, "indagato nell'ambito di un'inchiesta sui Progetti edilizi unitari". Una 'menzione speciale', il leader del M5s l'ha dedicata alla sua regione, la Campania, citando "De Luca junior candidato a Salerno" ma, ha spiegato, "siccome segue le orme del padre non solo per quanto riguarda la carriera politica, imputato per bancarotta fraudolenta". Di Maio ha proseguito con il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, indagato per "tentata concussione", passando quindi per Franco Alfieri, sempre in Campania, "quello che prometteva fritture in cambio di voti con la benedizione del governatore campano". Alla fine del lungo elenco, il ministro Luca Lotti che, ha ricordato Di Maio, "e' indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio nel caso Consip". La lista contava anche esponenti del centrodestra perche', ha aggiunto Di Maio, "fanno a gara tara di loro sugli impresentabili". Il candidato M5s ha citato tra gli altri Luigi Cesaro, "autista di Raffaele Cutolo", Antonio Angelucci, Ugo Cappellacci, Umberto Bossi e Roberto Formigoni.
Pompei fu scoperta nel Rinascimento e lasciata sepolta nella nebbiosa memoria collettiva dall’architetto imprenditore Domenico Fontana
La storia degli Scavi pompeiani si va aggiornando con lentezza, ma con più piena consapevolezza. E’ un dato acquisito e condiviso ormai il fatto che all’eruzione vesuviana del 79 d. C. seguì la devastazione, l’oblio, ma non la totale scomparsa della Pompei romana, che silente e assopita nella memoria collettiva attese la propria piena rinascita, avvenuta nel Secolo dei lumi.
La rinascita, che prese il nome di “scoperta” di Pompei si deve alla iniziativa di un grande Re, don Carlos di Borbone, poi Carlo III di Borbone.
Però sempre più evidenti agli occhi degli storici pompeianisti appaiono le anomalie che grondano numerose dalla vicenda del Canale Sarno.
La sua costruzione era stata voluta dal Conte di Sarno Muzio Tuttavilla e, secondo la storiografia consolidata - ma non unanime - la realizzazione del Canale fu curata dall’architetto Domenico FONTANA.
Quest’ultimo progettò e diresse il completamento della grande opera idraulica, a cavallo tra il Cinquecento e Il Seicento.
La storiografia consolidata racconta che la Pompei romana distrutta dal Vesuvio emerse durante l’attraversamento in galleria della collinetta della Civita, la quale la custodiva da oltre quindici secoli. Non a caso verso la metà del 1500 il Topografo reale Pietro LETTIERI ricordava la antica “(…) città di Pompei, che era in quello alto che stà in fronte la Torre della Nonciata, et in detto locho ne appareno multi vestigj”.
Già nel Settecento però ci furono storici e “antiquari” che fuori dal coro affermarono la presenza di un canale arcaico abilmente sfruttato da Domenico FONTANA per farvi transitare le acque del Canal Sarno in costruzione per portar l’acqua ai mulini e alle “fabbriche” di Torre Annunziata.
E’ doveroso ricordare per primo Cataldo IANNELLIO, grande studioso della lingua e della civiltà degli Osci. Egli illustrò la iscrizione parietale osca che riguardava la costruzione in epoca arcaica di un acquedotto pubblico a Pompei, costruito “imbrigliando l’acqua per l’uso pubblico con dodici torri”. IANNELLIO traduce la iscrizione e, in più, cita alcuni propri contemporanei, vissuti come lui a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, nonché buoni conoscitori della iscrizione osca. Anche essi sostennero e argomentarono la preesistenza nel grembo della Civita di un canale arcaico che - utilizzato dal Fontana per il completamento del tracciato idraulico - assunse di conseguenza il nome di Canale Conte di Sarno, costituendone un tratto.
Gli stessi studiosi in vario modo avevano comunque motivato anche le cause del silenzio di Domenico FONTANA sulla scoperta.
In pieno Ottocento, l’ingegnere idraulico militare Domenico MURANO in una propria opera dedicata al Canal Sarno illustra le ragioni che “(…) tennero sconosciuto l’acquedotto Osco e quel tratto che attraversa la antica Città di Pompei da Oriente a Occidente…”. MURANO infatti scrive anche che Pompei fu lasciata sottoterra perché “(…) si reputava delitto contro la Religione dissippellire una città distrutta” dalla collera divina.
D’altra parte Domenico FONTANA, accusato di sperperi e ruberie a Roma, già era scampato alla collera papale rifugiandosi presso la corte Napolitana e non aveva quindi nessuna voglia di provocare un incidente diplomatico.
Né interesse, se non quello di terminare l’opera affidatagli e farsi pagare, da accorto imprenditore quale era.
Federico Federico
Paganese, Favo: "Non abbiamo giocato bene, ma abbiamo raccolto più di altre volte"
Massimiliano Favo commenta così il positivo pareggio contro la Juve Stabia al Menti di Castellammare: "Abbiamo giocato non molto bene, ma abbiamo raccolto più di altre volte. Mi prendo il grande sacrificio e la voglia di fare risultato contro una squadra forte. Abbiamo fatto più fatica dopo il primo quarto d’ora. Prendiamo questo punto con grande entusiasmo, dobbiamo lottare su ogni campo. La Juve Stabia è una squadra importante. Abbiamo sbagliato tanto in uscita, ho cambiato anche modulo per tappare le fasce. L’importante adesso è conoscere i giovani che abbiamo comprato sul mercato. Abbiamo giocato molto meglio altre volte, ma ci prendiamo questo punto. Partiamo dal sacrificio per cercare di tornare quelli che eravamo dal punto di vista del palleggio. Bensaja aveva preso una botta nel primo tempo, perciò è stato sostituito. Dobbiamo avere più coraggio. Acampora e Meloni hanno fatto una grande partita dal punto di vista difensivo. Sul mercato, avevo bisogno di alternative perché eravamo scarni dal punto di vista numerico, i ragazzi che abbiamo preso sono delle promesse che devono crescere, non potevo chiedere di meglio. Recupereremo Baccolo e Carini che ci aiuteranno. Speriamo di continuare con questo spirito, domenica abbiamo una partita difficilissima”.
Caserta, Juve Stabia: 'Non capisco i fischi, c'è bisogno della collaborazione di tutti'
Il tecnico della Juve Stabia, Fabio Caserta, commenta così il pareggio interno del derby con la Paganese:” Sia in casa che fuori proviamo a fare il nostro gioco, altre squadre no, anche se non mi riferisco alla Paganese. Non cerchiamo mai solo il pareggio, la Paganese non ha fatto quasi niente, Branduani è stato inoperoso. Ma nel calcio contano solo i risultati, anche se da allenatore non devo pensarlo. Anzi devo dire che la squadra ha reagito molto bene allo svantaggio cercando anche la vittoria. Anche gli avversari ci hanno detto che li abbiamo massacrati, ma purtroppo ogni episodio a nostro sfavore è goal. Ai ragazzi posso rimproverare poco, hanno fatto una grande partita. A Trapani potevamo fare di più dal punto di vista dell’atteggiamento, ma oggi non siamo riusciti a sviluppare il nostro gioco perché loro stavano sempre chiuso dietro. Abbiamo trovato goal su un cross, perché le vie centrali erano chiuse. Spesso siamo imprecisi nell’ultimo passaggio, dobbiamo lavorare molto su questo aspetto. Abbiamo giocatori che ci consentono di giocare con 2/3 moduli diversi, gente funzionale al nostro gioco. Stiamo facendo bene col 4-2-3-1, al momento è il modulo che mi da più garanzie. Ho visto bene tutti i nuovi acquisti, Melara deve ritrovare il ritmo partita, perché se sta bene ha tanta qualità, Marzorati non ha sbagliato nulla, anche se si è allenato pochissimo. È mancata l’atmosfera del derby, c’è troppo scoramento attorno a questa squadra. Abbiamo dei limiti, ma penso che stiamo facendo un buon campionato; mi dispiace per i fischi, specialmente a Simeri. In un derby come questo, la tifoseria deve dare una grossa mano alla squadra. Chi veniva a giocare a Castellammare aveva paura di giocare, ora non succede più. Non so perché, ma la piazza non è più calda come prima. Se c’è un po’ più di collaborazione, si possono fare ottime cose. Se si contesta un giocatore, può essere che si ottenga l’effetto opposto, Simeri quasi piangeva negli spogliatoi, bisogna incoraggiarlo. Secondo me la strada è quella giusta”.
Ivano Cotticelli
Fumi da camino mal funzionante, muore coppia nel Napoletano
Marito e moglie trovati morti in casa nel Napoletano: forse uccisi dalle esalazioni di una stufa. I corpi di un uomo ed una donna, marito e moglie, sono stati trovati all'interno di un'abitazione a Qualiano. Si chiamano Domenico e Rosaria. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale caserma e quelli della compagnia di Giugliano e secondo i primi accertamenti i due potrebbero essere stati uccisi dalle esalazioni di una stufa. L'uomo aveva 40 anni e la moglie 37.
. A causare l'incidente sarebbe stato il fuoco appiccato a un divano da una stufa a gas. Il dramma nei pressi del Ponte di Surriento a confine con Villaricca. Domenico e Rosaria, 40 e 37 anni, lasciano due figli di 10 e 13 anni che al momento della tragedia non erano in casa.A dare l'allarme sono stati alcuni vicini che hanno visto uscire del fumo. Ma quando i soccorritori sono arrivati sul posto non c'e' stato nulla da fare. La coppia stava dormendo mentre la loro abitazione veniva invasa dal fumo. Sulla vicenda indagano i carabinieri. È stato un incidente nella notte. A scoprire i corpi il padre di Rosaria che abita al piano di sotto.
Pazza Cavese dal 3-1 al 3-4 a Sarno
È una pazza Cavese quella vista oggi allo stadio Squitieri di Sarno, non adatta ai deboli di cuori. Talia timbra per due volte il cartellino, con in mezzo il momentaneo pareggio di Martiniello, e Elefante ristabilisce le distanze su rigore, il tutto quando il cronometro segna ancora il 30’ di gioco. La Cavese è irriconoscibile, frastornata dallo svantaggio. Nella ripresa invece entra in campo con un altro piglio e Girardi accorcia le distanze. I minuti scorrono è proprio quando la sconfitta sembra vicino, succede l’incredibile: Gorzegno pareggia e Martiniello firma il goal vittoria, il tutto dal 94’ al 98’. Esplode la gioia dei calciatori e dei circa 500 tifosi a seguito della squadra. Passiamo alla cronaca.
Ottima partenza dei padroni di casa che dopo solo sette giri di lancette si portano in vantaggio con un taglio di Talia, che elude il fuorigioco e trafigge Bisogno con una conclusione nell’angolino basso. Proteste per presunta posizione di off side. La Sarnese in questi primi minuti sbaglia poco e niente ma al 20’ la Cavese ristabilisce la parità con una conclusione a volo da fuori di Martiniello, su sponda di Girardi, non lasciando scampo a Di Donato. La gioia biancoblu è effimera perche al 24’ Talia raddoppia con un facile tap-in su assist dalla sinistra. Tempo cinque minuti e la Sarnese cala addirittura il tris su rigore con Elefante, dopo che lo stesso calciatore era stato atterrato da Bisogno, ammonito nell’occasione. Mezz’ora appena ma il match sembra già essere indirizzato a favore dei padroni di casa, che stanno disputando un’ottima gara dal punto di vista tattico. Al 39’ scappa via Talia e prova la conclusione ma Bisogno si rifugia in corner. Si passa alla ripresa. Al 51’ Fella sfiora la porta su punizione mentre quattro minuti dopo Nappo impegna Bisogno su calcio piazzato. Pochi istanti dopo il tecnico Bitetto manda in campo Oggiano che subito apporta il suo prezioso contributo. Al 56’ il neo entrato costringe Di Donato alla respinta, che poi anticipa anche Martiniello ma nulla può sulla conclusione di Girardi che accorcia così le distanze. Al 63’ un cross di Gorzegno, da poco entrato al posto di D’Alterio, si trasforma in un tiro che per poco non beffa Di Donato che manda in angolo. Portiere della Sarnese costretto poi ad uscire in luogo di Russo a causa di problemi fisici. Attacca con continuità la Cavese ma impatta contro il muro Sarnese. All’80’ Lame trova il goal del pareggio ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il tecnico decide di effettuare gli ultimi cambi inserendo Marino, Frezzi e De Angelis per tentar l’assalto finale. All’85’ cerca fortuna Gorzegno, ma Russo si fa trovare pronto e blocca la conclusione del difensore. La Cavese ci crede e il pareggio in pieno recupero con Gorzegno sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 94’. Il match regala ancora emozioni perché al 96’ De Angelis va vicino al goal della vittoria sfiorando di un niente lo specchio. Ma proprio quando il match sta per concludersi, Martiniello sigla il goal della vittoria allo scadere.
SARNESE-CAVESE 3-4
SARNESE: Di Donato (63’ Russo), Tortora Ansalone, Nasto, Arpino, Langella, Petricciolo, Nappo, Manfrellotti (92’ Sorriso), Elefante (71’ Calemme), Talia (59’ Rizzo). A disp.:Miccichè, Rizzo, Celentano, Agrillo, Bessala, Cacciottolo. All. Condemi
CAVESE: Bisogno; Lame, Garofalo, Manzo, Fabbro (81’ De Angelis), D’Alterio (61’ Gorzegno), Carotenuto (80’ Marino), (80’ Frezzi), Massimo, Girardi, Fella, Martiniello. A disp.: Marruocco, Favasuli, Mincione. All. Bitetto
ARBITRO: Giuseppe Repace di Perugia
ASSISTENTI: Emanuele De Angelis e Francesco Pio Aucello di Roma 2
MARCATORI: 7’ Talia (S), 20’ Martiniello (C), 24’ Talia (S), su rig. 29’ Elefante (S), 57’ Girardi (C), 94’ Gorzegno (C), 98’ Martiniello (C)
AMMONITI: Fabbro (C), Bisogno (C), Manzo (S)
ESPULSI: -
NOTE: Angoli: 2-9. Recupero: 2’ pt, 6’ +2’ st
Vincenzo Vitale
Juve Stabia e Paganese si dividono la posta in palio nel derby
Juve Stabia e Paganese si dividono la posta in palio nel derby. Vespe sprecone e Paganese cinica. E' questa la fotografia del derby del Romeo Menti che fa bene solo alla classifica degli azzurrostellati. Caserta e Ferrara scelgono ancora il 4-2-3-1, subito dentro Marzorati; 3-5-2 per Favo.Prima occasione per le vespe con un tiro dalla distanza di Mastalli che termina fuori. Si fa vedere anche la Paganese con un tiro debole di Cesaretti che non crea problemi a Branduani. Doppia chance per la Juve Stabia: Canotto tira, Gomis risponde con una grande parata, la palla arriva quindi a Simeri che calcia alto. Ospiti in vantaggio al 44’, traversone di Bensaja per il colpo di testa vincente di Cesaretti; 0-1 all’intervallo.Subito in avanti i gialloblù ma Simeri spreca il buon cross di Crialese mandandolo alto di testa. Poco dopo Mastalli, ben servito da Strefezza, svirgola malamente dall’interno dell’area di rigore. Al 23’ cross di Strefezza e inserimento di Sorrentino che pareggia di destro. La Juve Stabia attacca a testa bassa e un tiro di Melara finisce sul palo dopo la decisiva parata di Gomis. All’inizio del recupero Tazza atterra Viola, per lui è il secondo giallo, Paganese in inferiorità numerica, ma la Juve Stabia non ne approfitta e la gara termina 1-1
Ivano Cotticelli
Pompei. Scontro frontale tra due auto: ragazzi in ospedale
Pompei. Due auto si sono scontrate frontalmente in via Nolana questa notte. L’impatto tra i due veicoli è avvenuto poco prima dell’una ed ha visto coinvolti tre giovani, di cui una grave. Sul posto è immediatamente giunta un’ambulanza, la polizia per i rilievi del caso. E’ stato necessario anche l’ausilio di una squadra dei vigili del fuoco per estrarre i giovani dalle vetture. Ad avere la peggio una ragazza che è stata trasportata in ospedale in codice rosso ed è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per una frattura scomposta del femore. Per un altro ragazzo invece i medici hanno riscontrato una frattura alla spalla. E’ ancora da chiarire la dinamica dell’incidente. Seguiranno aggiornamenti.
Salerno, danneggiano 11 auto in sosta: denunciati due giovani di Scafati e Boscoreale
Salerno. Hanno danneggiato undici autovetture parcheggiate nella centrale via Ruggero Moscato, nella zona del trincerone ferroviario del capoluogo. Due giovani di 22 anni, uno di Scafati, l'altro di Boscoreale, sono stati denunciati dalla Polizia. I giovani sono stati bloccati nel corso della notte da una pattuglia della sezione Volanti della questura di Salerno mentre sferravano calci in un'auto parcheggiata. A dare l'allarme alcuni cittadini che avevano visto i due mentre percorrevano a piedi la zona e danneggiavano le auto parcheggiate. I due dovranno rispondere del reato di danneggiamento aggravato commesso in concorso, mentre sono in corso le procedure per l'emissione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel comune di Salerno.
Proprio Salerno, a ottobre scorso, era stato al centro di episodi di vandalismo da parte di una baby gang di ragazzini dell'Agro nocerino che poi sono stati arrestati.
Polemiche per la candidatura di Alfieri, Vassallo jr: "Si cancelli il nome di mio padre dai circoli Pd"
Agropoli. Circoli del Pd intitolati ad Angelo Vassallo: il figlio chiede venga tolto il nome del padre in polemica contro la candidatura dell'ex sindaco Franco Alfieri, pupillo di De Luca, e più volte inquisito nell'ambito di vicende legate ad appalti alla Provincia di Salerno e alle denunce di Angelo Vassallo, il sindaco ucciso il 5 settembre del 2010. Contro la scelta del partito di candidare alle politiche Franco Alfieri, Antonio Vassallo - in un post su Fb ha chiesto al Pd di cambiare il nome delle sedi di partito intitolate al padre. Ma il partito non ha risposto: "Non hanno risposto perchè non ci sono giustificazioni da poter dare", commenta. Il post ha raccolto finora centinaia di condivisioni e commenti solidali su Facebook. "Mi fa piacere che tanti condividano il mio pensiero", dice l'interessato. Antonio Vassallo ricorda che il padre si rivolse in più occasioni ad Alfieri, all'epoca consigliere provinciale con delega ai lavori pubblici, per segnalare lo stallo dei lavori per la strada Pollica-Casalvelino, fermi nonostante le ditte venissero pagate, e chiedere chiarimenti. "Le richieste da parte di mio padre continuarono a susseguirsi, fino al cambio di guardia che nominò una commissione di esperti, la quale dichiarò che le opere previste non furono mai effettivamente realizzate. Il 16 luglio 2010, il nuovo assessore ai lavori pubblici inviò gli atti in procura e dopo sei giorni mio padre fu ascoltato dai giudici - ricoda Angelo Vassallo jr -. Ma fu l'ultimo contributo che potette dare alle indagini, poichè la sera del 5 settembre 2010 fu ucciso", ricorda Vassallo. Una vicenda che portò all'apertura di una inchiesta nei confronti di Alfieri, poi chiusa per prescrizione. Non è la prima volta che la famiglia Vassallo polemizza con il Pd per la candidatura di Alfieri. Dario Vassallo, fratello del sindaco, nei giorni scorsi ha invitato Matteo Renzi a partecipare alla marcia indetta per il 10 febbraio contro il rischio di una archiviazione delle indagini sull'omicidio: "Gentile Matteo Renzi, segretario di quel partito che fu anche di mio fratello Angelo - ha detto - visto che lei parla di correttezza e qualche volta di legalità, chieda ai suoi amministratori sottoscrittori della candidatura Alfieri, quanti tra loro hanno sottoscritto o detto qualcosa contro l'archiviazione delle indagini relative all'uccisione del Sindaco Pescatore: pochi, o nessuno".
Giugliano, nella busta della spesa un chilo di marijuana: due arresti
I carabinieri della stazione di Varcaturo, Napoli, hanno arrestato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio un 34enne di Giugliano in Campania e un 30enne, di Acerra, entrambi incensurati. I due sono stati sorpresi su via Napoli in un atteggiamento che ha subito destato sospetti: in mezzo alla strada uno stava consegnando all'altro una busta da supermercato e aveva ricevuto delle banconote arrotolate in cambio. Nella busta c'era un chilo di marijuana suddivisa in confezioni, come hanno poi accertato i militari dell'arma che hanno inseguito e bloccato il compratore che nel tentativo di scamparla si era disfatto della droga. Sequestrata anche la somma in contante di 430 euro.
Baby gang armata con pugnale da sub bloccata a San Giorgio a Cremano
Ieri sera, sabato 3 febbraio, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Giorgio hanno denunciato, in stato di libertà, 6 giovani, cinque dei quali minorenni, per concorso in detenzione di arma e di sostanza stupefacente.Durante un servizio di prevenzione e repressione dei reati in genere e nelle more del progetto “Sicurezza giovani”, i poliziotti verso le ore 21.00 hanno individuato un gruppo di giovani stanziare nella piazza Trieste e Trento di San Giorgio a Cremano, i quali, appena hanno viso l’equipaggio della Polizia di Stato, si sono disfatti di un pugnale e di un pezzetto di sostanza scura, ed hanno tentato, altresì, di dileguarsi. I Poliziotti sono riusciti a fermarli ed a recuperare sia il pugnale che era un pugnale modello sub con la scritta “Gressi” lungo19 cm, con una lama di 9 cm sia la sostanza scura che è risultata essere hashish per un peso di 2,50 grammi.I giovani tutti identificati, risultavano immuni da pregiudizi penali e cinque di loro minorenni.Il P.M. di turno della Procura della Repubblica preso il Tribunale per i Minorenni è stato tempestivamente informato dei fatti.Subito dopo i genitori dei minorenni sono stati informati ed invitati in Commissariato per l’affido dei giovani i quali, dichiarandosi tutti di non essere i possessori del pugnale e della droga, sono stati deferiti all’autorità competente. Il pugnale e lo stupefacente sequestrati e posti a disposizione dell’AG.
Il pentito: 'Ecco come uccidemmo Izzi su ordine di Carlo Lo Russo'
"Ciro Perfetto e Antonio Buono, dall’appartamento in cui erano nascosti, diedero la 'battuta' a me e a Luigi Cutarelli. Noi partimmo e intercettammo Pasquale Izzi lungo il percorso da casa al posto in cui era parcheggiata la macchina. Salvatore Freda ci aveva fornito l’appartamento usato come base mentre Marco Corona e Tommaso D’Andrea ci avevano informato sugli orari di Izzi. Lui usciva la mattina dal carcere, tornava a casa per stare con la famiglia e nel pomeriggio ripartiva per rientrare". E' l'ex killer ora pentito Mariano Torre, che parla. Dopo due ergastoli sul groppone ha deciso di iniziare la sua collaborazione con lo Stato. E' solo l'ultimo della lunga serie di pentiti della famiglia dei Lo Russo di Miano, i famigerati "capitoni" che si sono sfaldati sotto i colpi degli arresti, delle condanne e dei pentimenti di quasi tutti i fratelli Lo Russo. E così Mariano Torre (uno di quelli condannati al massimo della pena per l'omicidio del giovane innocente Genny Cesarano, in piazza Sanità) nel suo percorso di collaborazione ha precisato nei dettagli gli altri componenti della missione di morte ordinata all'epoca da Carlo Lo Russo che doveva vendicare un affronto fattogli anni prima dalla vittima. "Dall’appartamento di cui ci diede le chiavi Salvatore Freda si vedeva benissimo l’ingresso della palazzina di Pasquale Izzi. Si trattava solo di aspettare il momento opportuno", ha precisato ancora Torre come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. Pasquale Izzi fu ucciso il 29 marzo 2016. L’omicidio avvenne in seconda traversa Ianfolla, a Miano ai confini con Chiaiano, in un’area di parcheggio alle spalle della palazzina contrassegnata dal numero civico 4. Appena uscito di casa, Pasquale Izzi, aiutato dal genero che l’avrebbe poi accompagnato guidando l’auto, stava caricando la macchina con i bagagli per tornare puntuale al carcere di Bellizzi Irpino, dov’era detenuto da quattro anni per rapina e da cui era uscito il giovedì precedente per cinque giorni di permesso-premio. Il tempo di avvicinarsi alla Fiat Punto, aprire la portiera posteriore e arrivarono i killer: due con i volti coperti da passamontagna. Izzi crivellato di proiettili morì sul colpo. E ieri grazie alla confessione di Torre sono stati raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare Antonio Buono, 28 anni,Ciro Perfetto, 22 anni,Marco Corona, 32 anni, Tommaso D'Andrea, 45 anni, Salvatore Freda, 47 anni. I primi due già in carcere per altri omicidi compiuti sempre per conto di Carlo Lo Russo, Ciro Perfetto che è un nipote dei Lo Russo è stato condannato all'ergastolo pure lui per l'omicidio di Genny Cesarano. Gli altri tre il 30 novembre erano stati arrestati nell'ambito del maxi blitz contro i reduci dei Lo Russo e i nuovi Nappello. Solo D'Andrea era agli arresti domiciliari.
(nella foto da sinistra in alto la vittima Pasquale Izzi, il boss pentito Carlo Lo Russo, il killer pentito Mariano Torre e i cinque arrestati: Tommaso D'Amdrea, Salvatore Freda, marco Corona, Antonio Buono e Ciro Perfetto)
Baby gang, i carabinieri fermano minorenni armati alle Metro di Montesanto e Chiaiano
Baby gang a Napoli: servizi di controllo per la prevenzione e la repressione di fenomeni d'illegalità diffusa e di violenza minorile sono stati eseguiti dai carabinieri della compagnia Napoli centro insieme a quelli del reggimento Campania e della compagnia speciale. In piazza del Plebiscito e' stato sorpreso e denunciato per porto abusivo di coltello un 16enne trovato in possesso di un coltello a serramanico, che gli e' stato sequestrato. Nella stazione metro di Montesanto e' stato invece denunciato un 18enne gia' noto alle forze dell'ordine, trovato in possesso di altro coltello a serramanico. Alla fermata metro di via Toledo e' stata denunciata una donna rumena 33enne affidataria di due minorenni che impiegava nell'accattonaggio. I due minori, una 13enne e un 16enne, che erano in possesso di 135 euro complessivi, sono stati segnalati all'autorita' giudiziaria. Nel corso dei controlli per contrastare il fenomeno delle baby gang sono stati identificati 95 minorenni, 23 dei quali sono stati riaffidati a genitori; controllati 15 veicoli, con il sequestro o il fermo amministrativo di 7 scooter mancanti di copertura assicurativa o guidati senza casco.
I servizi di controllo per la prevenzione e la repressione di fenomeni d’illegalità diffusa e di quelli riguardanti la violenza delle baby gang si sono estati anche nei rioni a Nord di Napoli e sono stati eseguiti dai carabinieri della stazione di Marianella alla fermata metro di Chiaiano, diventata tristemente famosa nelle ultime settimane per la violenta aggressione ad Arturo, il 15enne di Melito a cui è stata asportata la milza in conseguenza delle gravi ferite riportate. Nei giorni scorsi la polizia aveva bloccati tutti i componenti del branco autori della violenta azione.
I carabinieri invece ieri sera nel corso dei controlli hanno denunciato un 14enne di Marano di Napoli che, sottoposto a controllo nella fermata metro in compagnia di altri 2 minori. E' stato trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza di 16 cm. e di 7 grammi di hashish e 1 di marijuana detenuti per uso personale, motivo per il quale è stato segnalato al prefetto. il minore è stato poi riaffidato ai genitori.
Napoli, i ladri rubano le cassette degli attrezzi nella sede dell'acquedotto
Napoli. In tempi di crisi i ladri non guardano in faccia a niente e così è capitato che la notte scorsa siano entrati nella sede dell'acquedotto dove hanno rubato le cassette degli attrezzi. L'irruzione nei locali della Abc nel quartiere Vasto. Costose cassette degli attrezzi sono state il bottino di un furto compiuto la scorsa notte nella sede dell'Abc, l'acquedotto napoletano, in via San Lazzaro, quartiere Vasto. I ladri si sono introdotti nei locali forzando il cancello principale: una volta dentro hanno spostato le telecamere di sorveglianza per eludere le riprese, e hanno portato via le cassette contenute in cinque furgoni di servizio. Il danno e' in via di quantificazione. Indaga la polizia di Stato.
Raid di Macerata, Traini trasferito nello stesso carcere del nigeriano
Luca Traini, l'uomo che sabato mattina ha sparato contro un gruppo di africani a Macerata, e' stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancora: lo ha reso noto il tenente colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri di Macerata. Intervistato da Rai News 24, Roberti ha confermato che il raid xenofono e' stato "il gesto di un folle", "non riconducibile ad alcuna organizzazione strutturata" e che il giovane, al momento dell'arresto, era "tranquillo e lucido". Il carcere di Montacuto e' lo stesso in cui si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro. E' stato proprio quel brutale omicidio a scatenare la rabbia di Traini, incensurato, un passato di candidato nella Lega, che voleva vendicare la giovane. "Chiediamo solamente giustizia. Pene esemplari per chi ha ucciso e fatto a pezzi nostra figlia. Ma condanniamo fermamente l'attacco di ieri, non siamo razzisti e anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio". Lo dice, in una intervista alla Stampa, la madre di Pamela Mastropietro, che aggiunge: "Non vogliamo altro sangue ne' alcuna vendetta". La donna invita quindi a "non strumentalizzare un momento del genere per fare politica, anche perche' di mezzo c'e' la vita di una ragazzina e una famiglia che sta soffrendo". "Detto questo - afferma anche - ci ha fatto piacere la chiamata di solidarieta' della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. L'unico esponente politico che ci ha chiamato".
"I tifosi dell'immigrazione di massa sono delinquenti e istigano alla violenza. Sono loro a seminare odio e paura". Lo dice al Corriere della Sera il leader della Lega Matteo Salvini, dopo i fatti di Macerata. "Non ho alcuna nostalgia - afferma sull'ipotesi di ambiguita' sul fascismo nella Lega - di un periodo in cui non si votava. E il riconoscere che sono state fatte cose importanti come l'universita' La Sapienza o la stazione centrale di Milano non c'entra: vogliamo cancellare tutto quello che e' stato? Io oggi non vedo alcun pericolo ne' fascista ne' comunista". Intervistato anche da Repubblica, Salvini torna sulla condanna di quanto accaduto ieri: "La violenza e' sempre da condannare. Chi spara va in galera senza attenuanti. Ma - aggiunge - se su 56 mila detenuti 20 mila sono stranieri, c'e' un problema di immigrazione legato alla delinquenza". Da' la colpa al governo di centrosinistra? "Non sono certo stato io a trasformare questo Paese in un campo profughi". Parlando con la Stampa, Salvini punta il dito contro l'esecutivo: "La colpa e' del governo" e sull'immigrazione ribadisce: "Un'invasione come questa porta solo allo scontro sociale. Quando saro' al governo, aumentando le espulsioni e riducendo gli sbarchi, porremo un argine a questo problema". Poi sull'assalitore, Luca Traini dice: "Incontro migliaia di persone ogni giorno. Puo' essere che ci sia anche qualche cretino o un violento. I nostri candidati hanno la fedina penale immacolata e mi sembra un criterio che non tutti i partiti possono vantare. Detto questo io non faccio lo psichiatra". Intervistato anche dal Messaggero, Salvini tiene la sua linea: "Ci sono cinque milioni di immigrati regolari che lavorano, pagano le tasse e portano i figli a scuola e sono i primi a pagare un' immigrazione fuori controllo. Il problema e' l' immigrazione clandestina e l' illegalita', l' unico problema e' che ci ho messo troppo tempo ad arrivare al governo, ma dal 5 marzo vediamo di cambiare la situazione".
(nella foto pubblicata dall'Ansa, il fermo immagine tratto da un video postato sul Youtube mostra Luca Traini, l'autore delle sparatorie a Macerata, durante un comizio di Matteo Salvini a sostegno della candidatura di Luigi Baldassarri a sindaco di Corridonia)
Napoletano abusato da un prete in sagrestia scrive al Papa: 'Ti prego, aiutami'
"Carissimo papa Francesco, Ti scrivo come un figlio bisognoso della difesa da parte del proprio padre e non come un estraneo, perché io so che tu sei il papà delle nostre anime". Inizia così una lettera pubblicata dalla 'Rete l'abuso - associazione sopravvissuti agli abusi sessuali del clero'. Nella missiva Diego Esposito, un uomo napoletano abusato da un prete di cui fa anche il nome, aggiunge: "Oramai sono al sesto giorno dello sciopero della fame e, credimi, che la fame che mi attanaglia non è nulla in confronto alla sofferenza che sto provando per questo vostro silenzio". Insomma "solo tu puoi salvarmi e ridonarmi dignità. So che ho sbagliato parecchie volte comportandomi in maniera troppo impulsiva ed esagerata, ma, capiscimi ti prego se puoi, che ogni mia azione era dettata solo ed esclusivamente dal dispiacere che provavo nei confronti di questa indifferenza che la Curia ha sempre manifestato nei confronti del mio caso". E quindi "sono solo una povera vittima che chiede una mano da parte tua. Ho sempre vissuto in rispetto dei valori cristiani cattolici, ho creato una famiglia splendida che mi sta vicino in questo momento difficile e si sta preoccupando della mia salute. Ho tre figli, uno più splendido dell'altro e una moglie amorevole".Eppure, continua la lettera inviata al Papa da una vittima di pedofilia, "per quanto possa sembrare assurdo, siamo una famiglia cristiana credente e siamo sicuri che tu ci darai giustizia e non mi farai morire, perché io so che un padre non permette che un suo figlio muoia. Voglio spiegarti con questa lettera semplicemente il motivo del mio sciopero della fame". Qualche giorno "fa tu sei venuto per incontrare il Cardinale Crescenzio Sepe ed io, ingenuamente, speravo che fossi giunto per darmi giustizia, per preoccuparti di me. Invece, con mio dispiacere, hai confermato il suo mandato per altri due anni, congratulandoti oltretutto con lui per il suo operato di questi anni". "Ti parlo sinceramente, ci sono rimasto malissimo, non capisco le motivazioni della tua decisione e vorrei solo una risposta da parte tua. Sono passato per un pazzo, per uno scemo, per uno cattivo. Ma io non sono altro che una povera vittima di una persona malata e, non vorrei mai pensare di essere invece una vittima di un intero sistema malato in cui io però continuo a credere". Perché "se perdo io, perdono tutte le vittime di abusi sessuali non solo colpite dai preti, ma anche da qualsiasi altra persona. Sono un figlio che vuole solo essere difeso dal suo papà. Solo tu puoi salvare la mia vita. Ti prego aiutami Diego Esposito vittima del prete pedofilo Don Silverio Mura".



