AGGIORNAMENTO : 23 Dicembre 2025 - 21:45
10.6 C
Napoli
AGGIORNAMENTO : 23 Dicembre 2025 - 21:45
10.6 C
Napoli
Home Blog Pagina 8299

Senza patente e con un coltello in auto: denunciato 22enne di Melito di Napoli

Napoli. Girava per Napoli a bordo di auto senza aver mai conseguito la patente, senza assicurazione e con un coltello da cucina da 21 cm: è stato denunciato dalla polizia di Stato e contravvenzionato un 22enne di Melito di Napoli. Gli agenti della sezione Como-Torino, dell’Ufficio Prevenzione Generale, nel pomeriggio di ieri, hanno effettuato un controllo agli occupanti di una Fiat Panda che zigzagava nel traffico veicolare, in via C. Colombo, all’altezza del Varco Immacolatella. Dopo aver imposto l’Alt Polizia al conducente, un 22enne di Melito di Napoli, gli agenti hanno proceduto ad un controllo scorgendo, nel vano della portiera anteriore lato guida, un coltello da cucina della lunghezza di 21 cm. Il giovane, che era in compagnia di un amico 19enne, anch’egli di Melito di Napoli, era sprovvisto di patente di guida, perché mai conseguita, oltre che della prescritta copertura assicurativa. Gli agenti hanno denunciato il 22enne per il possesso del coltello, oltre a contravvenzionarlo per 6mila euro. Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo.

Arrestato lo stupratore seriale delle escort: 23 gli episodi ricostruiti dalla Polizia

Rapinava e violentava escort: è stato arrestato sabato scorso in un albergo a Pisa dalla Polizia di Stato un 51enne italiano con precedenti, accusato di violenza sessuale e rapina ai danni di prostitute in varie città di Italia. L'uomo prendeva appuntamento presso le loro abitazioni o i loro luoghi di lavoro. Quando le raggiungeva faceva assumere loro droghe o alcool o mix di entrambi per poi derubarle e violentarle. Le indagini hanno avuto inizio nel 2016 grazie alla denuncia di una delle vittime, brasiliana, che a Milano era stata violentata e rapinata di 3mila euro. Ad oggi sono stati accertati 3 casi a Milano e altri 20 circa, in altre città di Italia. L'uomo ha piccoli precedenti, non specifici, girava per vari luoghi sempre agendo con la stessa modalità, sono tuttora in corso accertamenti su altri casi a suo carico. E' stato arrestato a Pisa, dopo che nei suoi confronti era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare dal Gip di Milano, dove è stato rintracciato in un albergo nella zona della stazione ferroviaria. Da quanto spiegato, sembra che sarebbe poi dovuto partire giovedì in aereo per raggiungere Mosca.

Capri, il sindaco impone il divieto di vendita di bombolette spray imbrattanti per carnevale

Capri. No alle bombolette spray imbrattanti per carnevale. Il sindaco di Capri Gianni De Martino, a tutela della pubblica incolumità, dell'ordine pubblico e del decoro urbano, ha firmato un'ordinanza con la quale nell'intero periodo di carnevale ha disposto il divieto di vendita, sul territorio comunale, di bombolette spray imbrattanti, fialette a base di componenti maleodoranti e scherzi a base di inchiostro e il divieto della loro detenzione e utilizzo su spazi pubblici e aperti al pubblico. Si tratta di prodotti che, usati con particolare leggerezza ed imperizia soprattutto su luoghi pubblici e soprattutto da minori, illustra il sindaco nell'ordinanza, "possono arrecare danni alla respirazione e funzione visiva delle persone, anche in maniera irreversibile, ai beni mobili ed immobili loro appartenenti, all'ambiente ed al patrimonio immobiliare artistico, storico, architettonico, culturale e, più in generale, del decoro urbano della Città di Capri". L'ordinanza vieta, dal 7 febbraio al 13 febbraio: l'acquisto, la vendita e la distribuzione di bombolette spray imbrattanti, fialette a base di componenti maleodoranti e scherzi di carnevale a base di inchiostro e altri prodotti similari. E' consentita invece la vendita e l'utilizzo di bombolette spray coriandoli.

Portici, furto di computer alla scuola 'Santagata': portati via 16 pc

Portici. Furto di pc nell'Istituto Comprensivo 'Carlo Santagata' a Portici, i ladri portano via 16 computer dopo aver forzato una porta per introdursi nella scuola. La scoperta è stata fatta dalla dirigente stamane ed è stata denunciata ai carabinieri che hanno avviato le indagini. Tutti i computer sono stati portati via. Gli inquirenti stanno visionando le telecamere di sorveglianza nei pressi dell'istituto scolastico per cercare di individuare i responsabili del furto.

Ercolano, sedicenne picchia la madre e il fratellino: arrestato

Ercolano. E' stato arrestato per maltrattamenti in famiglia un 16enne di Ercolano che ha aggredito la madre e il fratellino di 10 anni per futili motivi. I carabinieri della tenenza di Ercolano sono intervenuti ed hanno trovato la donna con la maglia sporca di sangue. I miliari hanno bloccato il 16enne e lo hanno arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Madre e fratellino sono stati portati in ospedale e dimessi con sette giorni di prognosi per traumi e lesioni riportate. Dalla denuncia presentata dalla madre, è emerso che i comportamenti aggressivi del 16enne andavano avanti da circa due mesi. Al termine delle formalità il ragazzo è stato portato al centro di prima accoglienza di Napoli, ai Colli Aminei.

Pizzo a Caserta mentre era in località protetta: arrestato il genero del boss Belforte

Caserta. Pizzo sui morti mentre una località protetta: finisce in carcere Giuseppe Alberico, genero del boss della camorra, ex pentito, Salvatore Belforte. Nell'inchiesta è indagata la moglie Gelsomina Belforte. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, Alberico mentre era nella località protetta a causa del suocero boss che aveva scelto di collaborare con la giustizia, ha estorto 2000 euro ad un imprenditore. Salvatore Belforte, il capoclan dell'omonima cosca operante a Marcianise e Caserta, nel 2015 decise di collaborare con la Dda di Napoli, è stato poi essere estromesso, per carenza di attendibilità, dal programma di protezione lo scorso mese settembre. Con Alberico è indagata per estorsione aggravata dal metodo mafioso anche la figlia di Salvatore Belforte, la 31enne Gelsomina. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Napoli - sostituto Luigi Landolfi e Aggiunto Luigi Frunzio - e realizzate dalla Polizia di Stato, in particolare dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, diretta da Filippo Portoghese. E' emerso che durante la festività pasquali del 2016, Alberico e la moglie si recarono per due-tre giorni a Marcianise allontanandosi senza autorizzazione dalla località protetta; qui invitarono il titolare di una ditta di pompe funebri a mettersi in regola dopo aver portato il saluto del boss Salvatore Belforte. L'imprenditore, temendo ritorsioni, portò a casa di Alberico e della moglie una tangente di 2mila euro.

Nella foto il boss Salvatore Belforte

Il furto di un bracciale d'oro fa scoprire un arsenale: la Polizia arresta un 65enne di Pianura

Napoli. Una perquisizione alla ricerca di un bracciale d'oro del valore di 3mila euro rubato permette agli agenti delle sezioni Volanti e Nibbio di scoprire una vera e propria santa barbara a casa di un 65enne domiciliato nel quartiere di Pianura. Giancarlo Borrelli è stato arrestato. In casa gli agenti hanno trovato circa un migliaio di proiettili di vario calibro, due silenziatori per pistola, ben 8 pistole, nonché due fucili, caricatori di vario tipo.
Il ritrovamento delle armi è il frutto di un’attività d’indagine svolta dai poliziotti a seguito di una denuncia di furto.
Il 65enne, infatti, quasi quotidianamente,  si recava da un amico orefice titolare di un’attività commerciale nel centro storico e, a seguito del furto di un bracciale in oro, del valore di 3mila euro, il titolare dell’esercizio commerciale, nutrendo forti sospetti nei confronti dell’amico, aveva richiesto l’intervento della Polizia.
Gli agenti della sezione Volanti e Nibbio, intervenuti in soccorso della vittima, hanno effettivamente ritrovato addosso, al 65enne, il bracciale appena rubato ed un coltello a scatto. Nel prosieguo degli accertamenti, in considerazione che gli ammanchi all’interno del negozio proseguivano già da qualche tempo e sempre quando era presente Borrelli, i poliziotti si sono recati nell’abitazione dell’uomo scoprendo, all’interno dell’armadio in camera da letto, un vero e proprio arsenale. Un fucile marca Breda, calibro 12 monocanna, una carabina marca Dragon, una pistola Beretta, calibro 9 corto, corredata da due caricatori, una pistola a tamburo calibro 6,35 modello Veledog, una pistola calibro 22, marca Olympic, una pistola Beretta calibro 22, completa di caricatore, risultata rubata, una pistola calibro 7,65 con relativo caricatore,  una penna pistola, calibro 22, una pistola lanciarazzi marca Chermuly’s, una replica di pistola Beretta automatica, calibro 8 modello 92, ma anche un migliaio di proiettili di vario calibro, due spade  giapponesi del tipo  katana, di un metro di lunghezza ognuna, 10 coltelli a serramanico, 2 pugnali, 4 fondine, due paia di manette e due valigette per custodire di armi.
Gli agenti hanno anche rinvenuto e sequestrato delle ricevute di pegno, emesse dal Banco di Napoli, per preziosi depositati presso quell’agenzia.
Borrelli, responsabile dei reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo, clandestine e illegali nonché parti di armi e relativo munizionamento, è stato arrestato.
L’uomo, inoltre, è stato denunciato in stato di libertà perché responsabili dei reati di furto aggravato, ricettazione e violazione legge sul possesso di coltelli.

Solfatara senza controlli: da due mesi gli strumenti sono fuori uso

Pozzuoli. «Dal 20 novembre la stazione geochimica posta nella Solfatara non ci trasmette più alcun dato. Non sappiamo più nulla della temperatura, della composizione chimica e del flusso di anidride carbonica, elementi che indicano la componente magmatica e le eventuali evoluzioni delle due fumarole di Bocca Grande e Bocca Nuova». Francesca Bianco, direttrice dell'Osservatorio Vesuviano, è preoccupata e non lo nasconde. Il monitoraggio della caldera dei Campi Flegrei, uno dei vulcani attivi più pericolosi al mondo, non è completo di tutti i suoi elementi. L'intera area della Solfatara è sotto sequestro preventivo dal 26 ottobre scorso, su richiesta della Procura di Napoli. Il provvedimento arrivò un mese e mezzo dopo il tragico incidente del 12 settembre in cui persero la vita Lorenzo Carrer, 11 anni, e i suoi genitori Tiziana, 42 anni, e Massimiliano, 45. L'accesso alla zona è interdetto a tutti, compreso il personale dell'Osservatorio Vesuviano.
«Rispettiamo ciò che è stato stabilito dalla procura, che deve fare le sue indagini - dice la Bianco - e non c'è alcuna polemica da parte nostra a riguardo. La nostra è piuttosto una preoccupazione dal punto di vista scientifico, riguardo la possibilità di studio della caldera e delle sue eventuali evoluzioni. Vorrei solo ricordare che nel dicembre del 2012, quando si decise di alzare il livello di allerta giallo di attenzione furono significative proprio le anomalie geochimiche riscontrate allora nella Bocca Grande. Stiamo naturalmente continuando a rilevare i dati dalla fumarola dei Pisciarelli, ma da sola non basta».
La Solfatara è uno dei quaranta vulcani che costituiscono la caldera dei Campi Flegrei. Al suo interno l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia tiene installati, oltre ai sensori geochimici fuori uso da oltre due mesi, anche una telecamera termica ad infrarossi e una stazione sismica e una tiltmetrica. «I dati geofisici da queste tre stazioni continuano ad arrivarci quotidianamente perché sono lontani dalla zona delle fumarole - spiega la direttrice dell'Osservatorio - al contrario degli strumenti geochimici, che invece necessitano di una manutenzione costante. Quasi sicuramente i filtri dei sensori si sono intasati e inquinati, dato che vi passano di continuo i flussi di fluidi, e non riescono più né ad analizzare, né tanto meno a trasmettere alcun dato. In questo modo - lamenta Bianco - si è anche interrotta la serie storica dei dati di monitoraggio. Il nostro personale dal 12 settembre non effettua più alcun rilevamento diretto all'interno del cratere della Solfatara. Ogni mese, tra l'altro, misuravamo anche la temperatura in altri punti fissi che avevamo individuato. E anche su questo non sappiamo più nulla».
Questa situazione trova riflesso nei bollettini dell'Osservatorio Vesuviano sia settimanali che mensili, nei quali da metà novembre non sono riportati più, non essendo disponibili, i nuovi dati né sulle misure di flusso di anidride carbonica né di temperatura del suolo nell'area craterica del vulcano. «Ho fatto due segnalazioni alla Protezione Civile in cui ho spiegato che i nostri dati non sono completi - sottolinea la direttrice dell'Osservatorio - e alla Procura di Napoli ho inviato due lettere con cui ho spiegato la nostra problematica, ma fino ad oggi non ho avuto nessuna risposta. Ripeto, la mancanza di questi dati è per noi rilevante perché non ci consente di verificare l'evoluzione geochimica esatta della caldera».

Armi, controlli nell'area nolana: i carabinieri denunciano sei persone

Nola. Nel corso di controlli a tappeto in tutti i comuni del nolano, area ai confini con Napoli, i carabinieri della locale compagnia hanno controllato 57 detentori di armi. 6 sono stati denunciati per vari reati, 17 diffidati poiché privi del certificato medico necessario per la detenzione delle armi. Un 81enne è stato denunciato per detenzione abusiva di armi e munizioni e per omessa custodia di armi perché teneva un fucile senza possedere più i requisiti psico-fisici né rispettava le norme della custodia. L'arma è stata sequestrata. Deferito anche un 57enne per detenzione abusiva di un fucile appartenuto alla madre defunta e mai denunciato. A Visciano(Napoli) i militari hanno deferito un 74enne che aveva omesso di denunciare 7 munizioni per semiautomatica, poi poste sotto sequestro. Nello stesso comune un53enne risponderà dell'omessa denuncia all'autorità di pubblica sicurezza del trasferimento di un fucile dalla residenza passata a quella attuale. Un 63enne di Roccarainola è stato denunciato invece per la detenzione di un petardo artigianale rinvenuto durante perquisizione nella sua abitazione. il petardo, della lunghezza di circa 16 cm, è stato sequestrato. Dovrà rispondere di detenzione abusiva di armi e munizioni anche una 90enne di cicciano che non aveva denunciato 2 fucili e 230 cartucce di vario calibro appartenute al coniuge defunto.

Qualiano, giallo sulla morte per asfissia dei due coniugi

Qualiano. Sarà l’autopsia sui corpi dei coniugi Rosaria Carandente e Domenico Ciancio a chiarire quanto avvenuto la notte tra sabato e domenica quando i due furono ritrovati senza vita nel loro appartamento. Ad oggi le indagini si concentrano su una fatalità, resta questa l’unica certezza ma ci sono alcuni aspetti da chiarire. Innanzitutto la causa delle fiamme: in un primo momento si è pensato ad un guasto di una stufetta di gas che avrebbe incendiato il divano. La stufa, però, era spenta e non pare ci siano segnali di guasti. Probabilmente a sprigionare le fiamme è stata una sigaretta lasciata accesa sul divano. I due erano entrambi fumatori, lo dimostrano i tanti mozziconi di sigaretta trovati in casa. I medici, inoltre, dovranno chiarire anche la natura dei lividi trovati su diverse parti del corpo. Secondo i carabinieri si tratterebbe di macchie dovute alla caduta. I corpi non sono stati ritrovati a letto ma sul pavimento e quindi probabilmente i due coniugi accorti del fumo che aveva invaso tutta la casa avevano tentato di correre i ripari. Ma probabilmente storditi sarebbero caduti a terra. La coppia da tempo aveva dei dissidi e secondo alcuni testimoni si stava avviando verso la separazione. I due lasciano una figlia di 13 anni ed un figlio di 10. “Sono sconvolto da quanto accaduto in via Palizzi – scrive il sindaco Ludovico De Luca - Come uomo e come sindaco esprimo cordoglio alla famiglia e sarò vicino ai figli delle vittime”.

Spaccio tra Campagna e il Vallo di Diano, chiesta la condanna per Busillo e 7 complici

Salerno. Droga nella Piana del Sele: chiesta la condanna per Antonino Busillo e altri sette complici che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato dinanzi al Gup Pietro Indinnimeo. Il processo che a giugno dello scorso anno ha portato i carabinieri del comando provinciale a scoprire un'organizzazione criminale che cercava di monopolizzare le piazze di spaccio dell'Alto Sele fino al Vallo di Diano, è arrivato alla fase preliminare. Il pm antimafia Rocco Alfano ha chiesto la condanna per otto imputati, in primis Antonino Busillo, ritenuto uno dei capi dell'organizzazione, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione; 6 anni  la richiesta per Gaetano Glielmi; 5 anni e 6 mesi per Vito D'Ambrosio; 3 anni per Michele Pirozzi (per la compravendita di una pistola); 2 anni per Antonio Pastore; 2 anni e 10 mesi per Donato Morrone; 9 mesi per Michele Aumenta e 6 mesi per Arsenio Coiro. Il 26 febbraio inizieranno le arringhe difensive. Secondo l'accusa il gruppo che si riforniva di stupefacente da grossisti di Torre Annunziata, mirava a rendersi autonomo acquisendo dalla Olanda la 'materia prima' per lo spaccio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Busillo coltivava in proprio la marijuana spacciata poi a Campagna e nei comuni dell'Alto Sele e del Vallo di Diano.

Uno Spiderman tutto italiano in favore dello Ius Soli, farà tappa anche a Macerata

La battaglia pro Ius Soli viene combattuta anche dall’Uomo Ragno. Lo Spiderman ufficiale italiano, al secolo Mauro Merlino, approda a Macerata - inserita nel tour prima dei fatti tragici avvenuti in questi giorni.
Sempre però nel rispetto e nelle disposizioni anche delle Forze dell'ordine deciderà se andare o meno per non creare ulteriore tensione, per chiedere ancora una volta che venga approvata la legge sulla cittadinanza. Un blitz annunciato, consapevole però che chi ha commesso questo efferato delitto deve pagare e questa volta il Governo, come ha annunciato, deve seriamente prendere provvedimenti, ma anche chi ha deciso di fare lo "sceriffo" non può passarla liscia (riferendosi a Luca Traini, autore della tentata strage). "Mai e poi mai ci si deve fare giustizia da soli! E massima solidarietà alla famiglia di questa giovane ragazza.Vittima due volte!"
Il supereroe afferma con forza che il suo messaggio è soprattutto un “monito nei confronti di nostalgici che occupano le sedi di estrema destra, personaggi che non hanno rispetto per nessuno. Il loro assurdo ideale offende tutti, non dimentichiamo gli attacchi omofobi”.
Nessuna ragnatela ma un “volantino da appendere proprio in quelle sedi, senza paura: io non uso la violenza, ma il dialogo costruttivo. Perché – dice – dobbiamo insegnare ai nostri figli la cultura dell’accoglienza e non della differenza vista in modo negativo”.
L’Uomo Ragno italiano ha organizzato un vero e proprio tour lungo tutto il territorio italiano. E, dopo essere stato a Ferrara, Udine, Padova, Torino e a Pistoia, approderà a Macerata. Il 10 febbraio poi si recherà a Milano, nelle periferie romane l’11 e Napoli. E' stato contattato dalla Presidente Laura Boldrini, che si complimentava per il suo impegno ma Merlino bacchetta anche quella “parte perbenista di sinistra che vede tutto roseo”. E su Salvini? La risposta è semplice ma chiara: “Salvini chi?”. E' solo uno dei tanti guerrafondai che arma la mano di quello che ora chiamano pazzo.
Alla domanda se ha paura di ritorsioni risponde: “Ho più paura di lasciare ai mie figli il mondo in mano agli ottusi. Io non ho timore, siamo in vita per un motivo, poi sta ad ognuno di noi dare un senso alla propria esistenza. Qualcuno diceva: se salvi una vita salvi il mondo. Ecco, io cerco solo di fare la cosa giusta nei confronti di chi ad oggi è discriminato senza aver fatto nulla di male. Il problema è che ci sono guerre che non lasciano scampo se c’è anche chi alza muri. Noi italiani siamo fortunati e non ce ne rendiamo conto”.
“Ma la confusione è tanta – spiega Spiderman: migranti, residenti, delinquenti, richiedenti asilo, presunti terroristi… insomma un minestrone servito agli italiani per creare paure e caos. Ottocentomila bambini sono stati messi in un angolo e non vedranno riconosciuto il loro stato – afferma Merlino, che fa parte del Movimento “La Voce degli inascoltati” -. Si deve fare chiarezza e non ascoltare chi semina odio per interessi di poltrona”.
Una cosa è certa, il modo singolare di Merlino, le cose poi che dice attirano l'attenzione, non spaventa e soprattutto riesce ad aprire un dialogo costruttivo e un confronto volto a risolvere questa difficile situazione.

Pompei, ferito dal suo usuraio: il racconto choc in aula

Pompei. Il racconto choc del 45enne Angelo M, imprenditore pompeiano, avvolto nella morsa degli strozzini. Una relazione dettagliata quella del 45enne davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata. Colpa del periodo difficile il 45enne esperto in istallazione di impianti idraulici era sull'orlo del fallimento con la sua azienda e si rivolse ad uno strozzino per chiedere soldi. Il suo strozzino gli sparò al ginocchio, un episodio che risale all’aprile del 2012. “Volevo incontrarlo per chiedergli qualche giorno per pagare ma lui prese la pistola e mi sparò alle ginocchia”. Il suo strozzino era Filippo Cascone, proprietario di un noto bar in via Nolana. Secondo gli inquirenti l’attività commerciale era una copertura per gestire un fiorente giro di usura. “Per un prestito di mille euro – racconta - veniva applicato un interesse di cento euro al mese. Io pagavo regolarmente i debiti grazie ad assegni postdatati finché, nel 2011, non ho incontrato problemi di lavoro. Per i primi 16mila euro di prestito, ne ho restituiti altri 13mila solo di interessi – afferma. Dei 60mila euro di prestito che ho ricevuto in varie fasi, in totale ne ho restituiti almeno 150mila, e nel 2012 ne rimanevano circa 7mila da pagare. Quel giorno ero andato al bar per chiedere al signor Filippo di poter attendere ancora un po', ma lui insisteva che ormai il debito era salito a 40mila, sparandomi al ginocchio. Filippo mi appostava sotto casa, chiamava continuamente a casa, infatti avevo tolto il telefono fisso per evitare le continue chiamate, minacciò anche mia moglie e mia figlia. Era diventato un incubo”.

Crollo mortale al Ciclope, chiesto il giudizio per i 10 imputati. Il padre di Crescenzo: "Voglio giustizia"

Vallo della Lucania. Dopo due anni e mezzo si terrà l'udienza preliminare per la morte di Crescenzo Della Ragione, il ventisettenne di Mugnano colpito da un masso davanti alla discoteca il "Ciclope" di Marina di Camerota. Era la notte tra il 10 e l'11 agosto del 2015 e dopo più di due anni, domani suo padre Antonio potrà ascoltare - presso il Tribunale di Vallo della Lucania - la decisione del giudice sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Crescenzo era in compagnia dei suoi amici in attesa di entrare nel locale quando fu colpito mortalmente da una grossa pietra.
"Sarò in tribunale. Voglio giustizia per mio figlio, ucciso per interessi economici. Mi auguro che i responsabili paghino non soltanto penalmente, ma moralmente. Devono essere puniti dalla propria coscienza, e pagare tutti: anche chi non ha vigilato". Queste le parole di Antonio Della Ragione, padre di Crescenzo, riportate dall'edizione di Salerno de "Il Mattino".
"Quel locale andava chiuso da tempo, non era un luogo sicuro e non solo per il pericolo di crolli di massi", precisa il padre del ragazzo deceduto e per il quale risultano indagate, al momento, dieci persone: Raffaele Sacco, titolare della struttura; Antonio Romano, ex sindaco di Camerota; i due tecnici che avrebbero dovuto controllare il costone; l'ex responsabile del servizio Demanio del Comune; l'ex sindaco di Camerota, Domenico Bortone e i Comandanti della Polizia municipale in carica dal 2011 al giorno della tragedia. Tutti sono accusati di omicidio colposo, mentre il titolare della struttura deve rispondere anche di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo.
Per favoreggiamento personale invece dovrà rispondere il buttafuori che, dopo la morte di Della Ragione fece sparire il masso che lo aveva colpito.
Il Ciclope, secondo la ricostruzione della Procura, doveva rimanere chiuso a causa del violento temporale in corso. Un divieto che era arrivato anche dalla Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo che aveva vietato di svolgere attività in caso di forte pioggia.

Assassinò due prostitute a Nocera Superiore, per Izzo chiesto l'ergastolo anche in Appello

Nocera Inferiore. Nobile Izzo, l'assassino seriale delle prostitute, era capace di intendere e di volere mentre uccideva Santina Rizzo e Maria Ambra. E' la conclusione del perito medico legale nominato dal Tribunale della Corte d'Assise di Appello di Salerno che sta valutando le responsabilità del tappezziere di Nocera Inferiore detenuto per i due omicidi commessi a Nocera Sueriore. Per il 52enne, condannato in primo grado all'ergastolo, il Procuratore generale ha chiesto la conferma della sentenza. Lunedì prossimo,  è prevista la conclusione del processo di secondo grado dopo l'arringa dell'avvocato difensore Andrea Vagito. Il Procuratore generale nella sua requisitoria ha ripercorso il contenuto della perizia sulla capacità di intendere e di volere dell'uomo, scoperto dopo anni di indagini. Il silenzio sui due omicidi, dietro il quale Nobile Izzo si è arroccato - secondo il perito - non  ha consentito di stabilire quali erano le condizioni mentali dell'imputato mentre commetteva i due efferati delitti. Nella sua vita, inoltre, non ci sono state mai patologie psichiatriche gravi da far pensare ad una seminfermità mentale. Nobile Izzo, inoltre, risulta indagato per un altro episodio che è al vaglio della Procura di Salerno: ha rivelato ad un compagno di cella di aver aggredito una giovane prostituta nella zona di Pontecagnano, la rivelazione è contenuta in una lettera che il detenuto ha inviato ai magistrati salernitani.
Lunedì sarà emessa la sentenza per i due omicidi, quello di Santina Rizzo, commesso il 13 febbraio 2010 e quello di Maria Ambra del 30 maggio 2014. L'imputato ha sempre sostenuto di essere stato in entrambi i luoghi dei delitti ma di essersi svegliato accanto alle donne morte senza ricordare nulla di quanto accaduto. Tutte le perizie disposte nel corso delle indagini e del processo hanno confermato che, invece, Nobile Izzo era capace di intendere e di volere al momento degli omicidi. Tanto che in primo grado fu condannato all'ergastolo. Pena che si prospetta anche in Appello.

Operaio cade da un traliccio a Tramonti: è grave

Si è perso il conto, oramai, del numero di incidenti sul lavoro. Durante il 2017, si sono registrati 1029 infortuni sul lavoro con esisto mortale.
Nei primi due mesi del 2018, si contano - secondo i dati dell'Inail - già 21 vittime sul lavoro e ieri pomeriggio un'altra. E'accaduto a Tramonti: un operaio è caduto da più di sette metri di altezza, schiantandosi al suolo davanti ad un suo collega e ad alcune persone presenti sul posto.
Dipendente di una azienda privata, era intento ad operare un intervento sulla rete elettrica quando è caduto nel vuoto. Ora, l'operaio originario di Torre del Greco, è in gravi condizioni ed è ricoverato presso l'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno. L'incidente è avvenuto precisamente a Pietre, una frazione di Tramonti, intorno le 14.30 del pomeriggio di ieri. Secondo la ricostruzione della dinamica, appurata dai carabinieri, il quarantottenne si trovava su una scala in prossimità di un palo dell'elettricità quando, probabilmente, ha perso l'equilibrio ed è caduto - si ritiene - accidentalmente. Immediatamente soccorso dai sanitari del Saut di Minori, che hanno subito compreso la gravità delle lesioni procurate, è stato richiesto l'intervento dell'elisoccorso per trasportarlo al Ruggi di Salerno.
Sulla terribile vicenda, stanno indagando i carabinieri della locale stazione per ricostruire non soltanto la dinamica, ma anche per verificare se l'uomo stesse lavorando nel rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.

Salerno, l'attore Diele in tribunale contestato dalle amiche della vittima: 'E' anche abbronzato'

E' stato contestato ieri al suo arrivo in Tribunale a Salerno, l'attore romano Domenico Diele accusato di aver investito e ucciso, mentre era drogato e ubriaco alla guida, la salernitana Ilaria Di Lillo. Era il 23 giugno scorso. L'incidente si verificò allo svincolo autostradale di Montecorvino, l'attore tornava dalla provincia di Matera dove era stato al matrimonio della cugina. Tra l'altro era alla guida senza patente perché ritirata per precedenti infrazioni al codice della strada. Le amiche  di Ilaria lo hanno atteso ieri mattina al suo arrivo alla prima udienza preliminare del processo che lo vede imputato per omicidio stradale aggravato dall'uso di sostanze psicotrope. L'udienza si è svolta davanti al gup Piero Indinnimeo che ha accolto la richiesta degli avvocati di Diele di accedere al rito abbreviato con uno sconto di pena. Lo stesso giudice come prevede il codice in casi del genere non ha riconosciuto la responsabilità civile e poi ha ammessa la costituzione di parte della famiglia. Il processo è stato rinviato al 20 febbraio prossimo quando ci sarà la requisitoria del pm e poi il 27 febbraio dopo le arringhe dei difensori di entrambi i difensori ci sarà la sentenza. Diele presente in aula non ha parlato. Contestato dalle amiche della vittima che hanno fatto notare ai giornalisti presenti come l'attore fosse addirittura abbronzato mentre la Ilaria non c'è più.

 

Castellammare. Parla Pannullo: "Non cedo ai ricatti e la mia dignità non ha prezzo"

Castellammare di Stabia. 14 consiglieri comunali questa sera hanno sfiduciato il sindaco della città Tony Pannullo. Per l'ennesima volta la consiliatura non termina a scadenza naturale del mandato. Oltre ai consiglieri di opposizione anche i consiglieri di maggioranza Angela Duilio, Eutalia Esposito, Salvatore Ercolano, Nino Giordano, Antonio Alfano, Tina Donnarumma hanno firmato la sfiducia al primo cittadino. Ancora una volta si è utilizzato il metodo della sfiducia dal notaio anzichè in aula. Ecco le prime parole del sindaco: "Pago la mia schiena dritta pago aver alzato il tiro su alcuni temi scottanti pago aver fatto il mio dovere senza contrabbandare poltrone. Non cedo ai ricatti, la mia dignità non ha prezzo". "E' così finita un'amministrazione comunale - afferma Gaetano Cimmino - che in realtà non è mai partita e che in poco più di 2 anni ha messo in ginocchio una città già allo sbando".

Antonio Pannullo non è più il sindaco di Castellammare: sfiduciato da 14 consiglieri

Castellammare di Stabia non ha più un sindaco: Antonio Pannullo è stato sfiduciato. Nella tarda serata 14 consiglieri hanno firmato la sfiducia al primo cittadino. Agli 8 dell’opposizione (Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro, Emanuele D’Apice, Antonio Cimmino, Alessandro Zingone, Michele Starace, Vincenzo Amato e Mara Murino) si sono aggiunti ben 6 consiglieri della ex maggioranza di Pannullo (Eutalia Esposito, Salvatore Ercolano, Nino Giordano, Angela Duilio, Antonio Alfano e Tina Donnarumma). Tutti hanno firmato le dimissioni alla presenza del notaio Visconti di Gragnano. Regista dell’operazione il candidato alle prossime elezioni politiche con Forza Italia, Nello Di Nardo.

Napoli, nuova stesa in via Ravello nel bunker dei Rinaldi a San Giovanni a Teduccio

Napoli. Non c'è pace nella periferia Orientale della città. Nel pomeriggio di domenica il piombo dei pistoleri della camorra ha riecheggiato di nuovo e anche questa volta si è mirato al bersaglio grosso. Una nuova stesa nel quartiere di san Giovanni a Teduccio. Verso le 14 infatti sono stati esplosi numerosi colpi di pistola in via Ravello a San Giovanni a Teduccio, quartier generale del clan Rinaldi. Due uomini in sella ad una moto hanno fatto fuoco verso l'abitazione dei boss. E', in atto da mesi - tra i quartieri di Barra San Giovanni a Teduccio  Ponticelli fino a piazza mercato e Forcella nel centro storico di Napoli- un'aspra lotta per il predominio del territorio. A contendersi le piazze di spaccio e gli affari illeciti, i Rinaldi con i loro alleati da una parte e i Mazzarella-D'Amico dall'altra. Ma in questo scenario di scontro si è inserito anche il vuoto di potere che si è venuto a creare dal mese scorso con il blitz contro il potente clan De Micco di Ponticelli. Le nuove alleanze tra i clan che negli anni scorsi erano stati cacciati dai "Bodo" hanno finito per agitare ancora di più le acque, Il mancato equilibrio criminale viene sottolineato a colpi di pistola. La scorsa settimana, analogo episodio era accaduto a Barra dove l'avvertimento era stato lanciato proprio ad uomini vicini ai Rinaldi. In questa guerra accesa a soccombere sarebbero proprio questi ultimi. Ma un'altra stesa sempre sotto casa dei Rinaldi si era verificata ad inizio gennaio e da allora è stato un crescendo di attentati e sparatorie con due morti, feriti e una mezza dozzina di stese .Ma gli equilibri pare siano saltati, con da un lato gli uomini del nuovo reggente del clan Mazzarella (il boogie man di san Giorgio a Cremano) con gli uomini di Salvatore Fido e i D'Amico di San Giovanni e dall'altro lato i Rinaldi, i Reale e tutti gli altri. Gli inquirenti temono che lo scontro si alzi ulteriormente.

Ad is loading…
Ad is loading…