7 indagati per la morte del giovane operaio Giuseppe Borrelli: il macchinario era privo di sistemi di sicurezza

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E' salito a 7 il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di , il 26enne di deceduto martedì sera in un tragico incidente sul lavoro nello stabilimento “Laminazione Sottile” di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta.

I pubblici ministeri Paola Forno e Luisa Turco della Procura di hanno iscritto nel registro degli indagati le sette persone in modo che possano nominare propri periti medici e legali in vista dell'autopsia.

Si tratta di Paolo Ruffato, 52enne di Milano; Massimo Moschini, 70 anni di ; Luca Moschini, 64 anni di Napoli; Pietro Moschini, 58 anni di Napoli (si tratta dei veritici dell'azienda); Giuseppe De Simone, 50 anni di Castellammare di Stabia; Oreste Martellossi, 52enne di Palmanova; Emilio Menicucci, 61 anni di Torino.

    Il macchinario in cui Giuseppe ha perso la vita sarebbe sprovvisto dei requisiti di sicurezza: il gip Maria Pasqualina Gaudiano ha convalidato il sequestro disposto d'urgenza dalla Procura.

    L'apparecchiatura si trova nel reparto finitura e, secondo le prime risultanze, sarebbe “sprovvista di sistemi di sicurezza atti ad impedire il contatto con in movimento”. Per la Procura, la macchina in cui è morto Giuseppe non sarebbe “conforme ai necessari requisiti di sicurezza” previsti dalla legge.

    Nella giornata di oggi, 15 marzo, è previsto il conferimento dell'incarico per l'autopsia al medico legale Edoardo Mazzini, che la sera della tragedia ha effettuato un sopralluogo nell'area della fabbrica dove è avvenuto il decesso del giovane operaio.

    La morte di Giuseppe Borrelli ha acceso i riflettori sulla sicurezza sul lavoro in Italia. Ancora una volta, un giovane lavoratore ha perso la vita in un incidente che poteva essere evitato. La magistratura sta indagando per accertare le eventuali responsabilità e per fare luce su questa tragedia.



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