Camorra, i pentiti raccontano il non accordo dei fratelli Di Lauro sull’omicidio delle donne

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Non vi fu accordo tra i fratelli Di Lauro per uno degli omicidi più efferati della prima Faida di Scampia riproposto anche in nella fiction Gomorra andata in onda negli anni scorsi su Sky.

Si tratta dell'omicidio di uccisa e data alle fiamme il 21 novembre del 2004 nell'ambito della prima faida di di Scampia.

Gelsomina era del tutto estranea agli ambienti criminali. La ragazza lavorava infatti come operaia in una fabbrica di pelletteria e nel tempo libero si occupava di volontariato: la sua unica “colpa” era quella di essere stata legata sentimentalmente per un breve periodo a un ragazzo, Gennaro Notturno detto o' sarracino, uomo degli scissionisti di Secondigliano: tale relazione si era peraltro conclusa diversi mesi prima del suo barbaro assassinio.

    Per quell'omicidio sta scontando l'ergastolo l'assassino Ugo De Luca mentre di recente son o stati arrestati i due complici Luigi De Lucia e  Pasquale Rinaldi, alias “ò Vichingo”.

    Mentre per l'omicidio di un'altra donna ovvero quello di vi era accordo pieno tra i fratelli Di Lauro.

    La donna fu ucsisa il 15 gennaio del 2005 sul ballatoio di casa nelle Vele di Scampia. Il giorno prima gli uomini del clan Di Lauro avevano bussato al citofono di casa: volevano sapere dove suo figlio France­sco Barone 'o russo si na­scondeva in quel periodo.

    Lei non disse nulla e chiuse la porta: allora le inti­marono di lasciare quell'appartamento in poche ore. Anche questo non fece. Il giorno dopo le esplosero contro quat­tro colpi di pistola.

    Del non accordo sull'omicidio di Gelsomina Verde tra i fratelli Cosimo Di Lauro (morto in carcere all'età di 48 anni il 13 giugno dello scorso anno) ed Enzo Di Lauro ne ha parlato in un vecchio verbale il pentito .

    Il verbale è allegato agli atti dell'inchiesta che l'altro giorno ha portato in carcere 28 persone del clan di Lauro, Vinella Grassi e Licciardi ma anche il cantante neomelodico Tony Colombo, la moglie Tina Rispoli (vedova del defunto boss Gaetano Marino) ma anche imprenditori, dipendenti pubblici e professionisti.

    Ha raccontato Prestieri: “Dopo avere appreso della notizia dagli organi di stampa commentai al , quando ero sia con D'Avanzo Enrico che con , l'accaduto. In questa occasione io posi l'accento sul fatto che si era ucciso nuovamente una donna, Enzo rispose a questa mia obiezione mostrandosi più comprensivo nei confronti del fratello Cosimo che aveva ordinato anche questo omicidio, rispetto a quando si decise di uccidere Mina Verde.

    Infatti egli spiegò sia a me che allo zio che il figlio della donna detto il rosso spacciava su una delle piazze delle Case Celesti per Gennaro Marino, che il giovane era rimasto fedele al Mecchei, che le Forze dell'ordine avevano trovato una macchina con delle armi riferibile proprio al figlio dell'Attrice quindi abitando la donna in una abitazione nelle cosiddette Case Celesti che distano pochissimo dal terzo Mondo.

    Il fratello Cosimo riteneva che quella dell' Attrice poteva essere un ottimo appoggio logistico degli scissionisti per aggredirli direttamente nel Terzo Mondo. Quindi Enzo ci disse che Cosimo aveva fatto avvertire la donna di abbandonare la sua abitazione per il fatto di essere madre di uno scissionista ma l'Attrice non aveva inteso ragioni perciò, dopo il ritrovamento delle armi, Cosimo si era convinto che era più sicuro per il clan costringere la donna ad andarsene con tutti mezzi anche uccidendola.

    Non ci soffermammo su altri particolari quali le modalità dell'omicidio o sulle persone degli esecutori materiali. Ricordo che anche il D'Avanzo condivideva la strategia di Cosimo”.

    Anche il pentito Salvatore Tamburrino in uno dei suoi interrogatori allegati nell'ordinanza firmata dal gip Luca Della Ragione a proposito di un riconoscimento fotografico dice: ” Mi sembra o' russ il figlio di Attrice Carmela; suppongo che, quale referente delle Case Celesti, sia stato coinvolto nel tentato omicidio di Spinelli Pasquale. Sempre stato nel clan Marino ed indicato quale coinvolto nell'omicidio di Fulvio Montanino. Motivo per cui gli uccisero la mamma”.

    (nella foto il defunto boss , Vincenzo Di Lauro, Francesco Barone, e la vittima innocente Gelsomina Verde)

     

     



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