Qatargate, i legali Cozzolino: “Ricorso in Cassazione su 4 punti”

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“La vicenda è complessa: ci sono quattro punti, che abbiamo sviluppato sotto il profilo tecnico, che devono essere rivisti alla luce delle motivazioni, sui quali impianteremo il ricorso per Cassazione”.

Lo hanno detto gli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte, legali dell’europarlamentare Andrea Cozzolino, dopo la decisione della Corte di Appello di Napoli di accogliere la richiesta di estradizione formulata dalla Procura federale belga nell’ ambito delle indagini sul cosiddetto “Qatargate”.

“Quattro ore di camera di consiglio – hanno aggiunto i due avvocati – significa che le questioni hanno una loro profondità. Di certo non si tratta di una questione ordinaria”. L’europarlamentare, oggi, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee: “ha spiegato – hanno sottolineato i legali di Cozzolino – che per mesi ha chiesto al giudice istruttore di poter essere ascoltato, lo aveva fatto prima durante e dopo la revoca dell’immunità.

    Le contestazioni in realtà le ha apprese sulla stampa. Come ha reagito alla sentenza? Si è rimesso all’autorità giudiziaria”. La Corte ha posto come condizione per la consegna che in caso di condanna Cozzolino sconti la pena in Italia.

    Cozzolino: “Contestazioni fumose, poco dettagliate”

    Cozzolino, che ieri per la prima volta ha reso dichiarazioni spontanee per sottolineare che nei suoi confronti sono state sollevate “contestazioni fumose, poco dettagliate”, ha pure sottolineato di aver sempre chiesto, inutilmente, di essere ascoltato dalla procura federale belga.

    Secondo l’autorità giudiziaria di Bruxelles, Cozzolino, dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, in qualità di componente del Parlamento Europeo, presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché nella veste di componente della commissione speciale Pegasus, in concorso e in associazione con Panzeri, Giorgi, Kaili, Tarabella e Arena, avrebbe “indebitamente ricevuto, per conto del governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo”.



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