Morto Federico Carboni, primo caso di suicidio assistito in Italia: “Ora sono libero di volare”

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“Alle 11.05 di oggi e’ morto ‘Mario’ la cui identita’, rimasta nascosta finora, e’ Federico Carboni.

A comunicare il decesso del 44enne tetraplegico di Senigallia  il quale aveva ottenuto il via libera per il suicidio medicalmente assistito, procedura avvenuta oggi per la prima volta in Italia, e’ stata l’Associazione Luca Coscioni che lo ha affiancato anche nella battaglia legale successiva alla sentenza della Corte Costituzionale sulla vicenda Cappato/djFabo e che ha raccolto fondi per la strumentazione necessaria.

“Federico e’ morto nella sua abitazione dopo essersi auto somministrato il farmaco letale attraverso un macchinario apposito, costato circa 5mila euro, interamente a suo carico, e per il quale l’Associazione Luca Coscioni aveva lanciato una raccolta fondi”.

La procedura di “suicidio medicalmente assistito – riferisce l’Associazione – e’ avvenuta sotto il controllo medico del dott. Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby e consulente di Federico Carboni durante il procedimento giudiziario. Al fianco di Federico, la sua famiglia, gli amici, oltre a Marco Cappato, Filomena Gallo e una parte del collegio legale”.

Il via libero definitivo per l’accesso al suicidio assistito era arrivato il 9 febbraio scorso, con il parere sul farmaco e sulle modalita’ “di esecuzione”, dopo quasi due anni dalla prima richiesta alla Asur (Azienda sanitaria unica regionale delle Marche) e dopo una lunga battaglia legale, in cui e’ stato assistito dall’Associazione Luca Coscioni.

     “‘Mario’ e’ il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l’assistenza al suicidio medicalmente assistito grazie all’associazione Luca Coscioni. Ma c’e’ ancora tanto da fare e da regolamentare”.

    Lo scrive in un post su Facebook il sindaco di Pesaro e presidente di Ali-autonomie locali italiane e coordinatore dei primi cittadini dem, Matteo Ricci.

    “Al Senato c’e’ una legge sul fine vita equilibrata e ragionevole, sostenuta dal Pd, – ricorda – che attende solo che anche altri partiti ci credano per essere approvata. Guardate – dico agli onorevoli che devono esaminarla – alla vostra coscienza e umanita’ e non alla scuderia di partito”.

    “Oggi e’ un giorno triste perche’ ‘Mario’ ci lascia – osserva Ricci – ma anche un giorno giusto perche’ queste erano le sue precise ultime volonta’. Ciao Mario che la terra ti sia lieve”. 

    Al fianco di Federico, la sua famiglia, gli amici, oltre a Marco Cappato, Filomena Gallo e una parte del collegio legale. Il via libero definitivo per l’accesso al suicidio assistito era arrivato il 9 febbraio scorso, con il parere sul farmaco e sulle modalità “di esecuzione”, dopo quasi due anni dalla prima richiesta alla ASUR e dopo una lunga battaglia legale, in cui è stato assistito dall’Associazione Luca Coscioni.

    Le ultime parole di Federico Carboni: “Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita…Ora finalmente sono libero di volare dove voglio”

    Le sue ultime parole: “Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita, sarei falso e bugiardo se dicessi il contrario perché la vita è fantastica e ne abbiamo una sola. Ma purtroppo è andata così.

    Ho fatto tutto il possibile per riuscire a vivere il meglio possibile e cercare di recuperare il massimo dalla mia disabilità, ma ormai sono allo stremo sia mentale sia fisico. Non ho un minimo di autonomia della vita quotidiana, sono in balìa degli eventi, dipendo dagli altri su tutto, sono come una barca alla deriva nell’oceano.

    Sono consapevole delle mie condizioni fisiche e delle prospettive future quindi sono totalmente sereno e tranquillo di quanto farò. Con l’Associazione Luca Coscioni ci siamo difesi attaccando e abbiamo attaccato difendendoci, abbiamo fatto giurisprudenza e un pezzetto di storia nel nostro paese e sono orgoglioso e onorato di essere stato al vostro fianco. Ora finalmente sono libero di volare dove voglio”.

    “A nome di tutta l’Associazione Luca Coscioni, esprimiamo gratitudine a Federico per la fiducia che ci ha dato in questi due anni, da quando ha preferito rinunciare alla possibilità di andare a morire in Svizzera e ha scelto di far valere i propri diritti in Italia.

    Ci stringiamo attorno alla mamma, agli amici e a tutte le persone che gli hanno voluto bene. La sua caparbietà non gli ha soltanto consentito di ottenere ciò che voleva, ma ha aperto la strada per coloro che d’ora in poi si troveranno nelle stesse condizioni.

    Per Federico, l’Associazione Luca Coscioni ha dovuto sostituire lo Stato nell’ attuazione dei diritti. Continueremo ad aiutare chi ce lo chiederà. A questo punto, una legge come quella approvata alla Camera non servirebbe più”. hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretario Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.


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