Ancora morti sul lavoro, vittime 3 operai

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Tre morti sul lavoro in poche ore oggi in Italia, in Sardegna, Trentino ed Emilia Romagna. Tre operai che si apprestavano a concludere la giornata prima di poter festeggiare la Pasqua e che non hanno fatto rientro a casa.

Il primo incidente intorno alle 12 nel Sassarese: un operaio edile di 23 anni, Salvatore Piras, ha perso la vita a Sorso, dopo essere stato colpito alla testa dagli elementi di un ponteggio che stava caricando su un furgone.

La seconda vittima e’ Sander Cerri, muratore 39enne di origini albanesi, morto nel primo pomeriggio a Trento in seguito alle ferite al capo causate dal crollo di un solaio, nel cantiere di ristrutturazione di un edificio in cui stava lavorando per conto di una impresa edile di Mezzolombardo.

L’uomo, trasportato all’ospedale Santa Chiara di Trento con un’ambulanza del 118, ha cessato di vivere poco dopo il ricovero. La terza morte bianca si e’ verificata poco prima delle 16 a Pievesestina di Cesena, dove Giuseppe Venezia, 60 anni, residente ad Atripalda, in provincia di Avellino dipendente di una ditta di autotrasporto con sede ad Avellino, e’ stato travolto dai bidoni per la raccolta dei rifiuti che stava scaricando da un mezzo; e’ caduto e ha sbattuto la testa sull’asfalto, perdendo conoscenza; caricato sull’ambulanza del 118, e’ morto prima di arrivare al Trauma center dell’ospedale Bufalini di Cesena, senza che i medici potessero far nulla per cercare di salvargli la vita.

L’incidente che ha destato piu’ sconcerto, a causa della giovane eta’ della vittima, e’ quello avvenuto in Sardegna. Piras avrebbe compiuto 23 anni la prossima settimana, martedi’ 19 aprile.

    L’operaio, dipendente di una azienda edile, era impegnato in un deposito nella zona artigianale di Sorso, cittadina di 15mila abitanti distante una manciata di chilometri da Sassari, e da Ossi, il paese dove Salvatore viveva con la famiglia. Stava caricando su un furgone gli elementi di un ponteggio quando, per cause in fase di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Porto Torres e degli ispettori dello Spresal della Assl di Sassari, alcuni di questi lo hanno travolto colpendolo alla testa.

    Per il 23enne, soccorso dai colleghi che hanno chiesto immediatamente l’intervento del 118 e dei Vigili del fuoco, i tentativi di salvargli la vita sono risultati inutili. Numerose le reazioni alla triplice tragedia: “Il fenomeno delle morti bianche non accenna a rallentare, anzi i numeri di quest’anno gia’ ci prospettano un aggravamento.

    Credo che i lavoratori, soprattutto quelli piu’ giovani e forse piu’ inesperti o meno tutelati, stiano pagando un prezzo assurdo in termini di vite ma anche di infortuni. Questa non e’ la ripresa che si puo’ volere, questo non e’ un ‘danno collaterale’ accettabile”, ha detto la presidente della Commissione Lavoro della Camera, Romina Mura. Duri i sindacati.

    “Tre operai hanno perso la vita oggi mentre svolgevano le loro mansioni. Ancora vite spezzate e famiglie distrutte in un paese dove la sicurezza resta una grande emergenza nazionale. Non si puo’ morire di lavoro. Il Primo Maggio saremo in piazza anche contro questa piaga inaccettabile”, ha sottolineato su Twitter il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

    La segretaria della Fillea Cgil Sardegna, Erika Collu, chiede “chiarezza su quanto successo, consapevoli che c’e’ sempre un nesso tra gli incidenti mortali o infortuni e il rispetto o meno di tutta la catena di regole, norme e prescrizioni che servono a garantire la sicurezza sui posti di lavoro. Se da una parte l’edilizia ha ritrovato nuovo slancio grazie ai bonus introdotti dal Governo, dall’altra non sembra sempre attrezzato a far fronte alla mole di lavoro e scadenze e a pagare le spese di queste situazioni sono sempre i lavoratori, anello debole della catena”.



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