Marano, i Cesaro assolti perché le accuse erano “insufficienti”

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Marano. I fratelli Cesaro assolti dall’accusa di voto di scambio perché le accuse nei loto confronti erano insufficienti.

Le intercettazioni disposte nell’ambito del procedimento penale sul piano produttivo del Comune di Marano di Napoli, “sui molteplici interessi tra pubblica amministrazione e organizzazioni camorristiche, non sono, per le presenti contestazioni, utilizzabili quindi alla luce di questo fondamentale deficit le annotazioni acquisite risultano mute, silenti e prive di qualsiasi significato”.

Così, la prima sezione penale del Tribunale di Napoli Nord (giudice monocratico Agostino Nigro) ha motivato la sentenza emessa il 17 settembre 2021 con la quale ha assolto, dall’accusa di compravendita di voti, il senatore Luigi Cesaro, suo figlio Armando, i due fratelli del parlamentare Aniello e Raffaele, (il collegio difensivo era composto, tra gli altri dai professori Vincenzo Maiello e Alfonso Furgiuele) insieme con altri 27 imputati tra cui, l’ex consigliere regionale Flora Beneduce, nominata lo scorso marzo consigliere per la sanità del presidente della Regione Campania, e l’ex sindaco di Marano, Angelo Liccardo.

L’accusa di voto di scambio venne formulata dagli inquirenti in relazione alle elezioni regionali in Campania del 2015. In relazione agli appuntamenti tra gli imputati, documentati nell’ambito delle indagini per voto di scambio, secondo il giudice, “si assiste solo a semplici incontri, alcuni dei quali di presumibile matrice politica (anche presso la sede regionale di Forza Italia), di totale irrilevanza penale”.

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    Inoltre, sempre secondo il giudice, “nessuno dei reati per i quali si procede consente … la sottoposizione ad intercettazione di conversazioni ambientali e telefoniche”. Per questo motivo il giudice ha ritenuto che “alla luce del quadro istruttorio non vi sia sufficiente prova per affermare la responsabilità degli imputati”. 



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