San Gennaro non fa il miracolo: il sangue non si è sciolto

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San Gennaro non fa il miracolo: il sangue non si è sciolto.

Nonostante le preghiere dei fedeli e dei pellegrini, alcuni presenti con distanziamento nel Duomo a causa delle norme anticontagio e molti a distanza in ogni parte del mondo, il miracolo non si è verificato. Le ampolle, contenenti le reliquie del Martire patrono di Napoli e della Campania, sono state riposte ancora il sangue allo stato solido. Da questa mattina, quando è stata aperta la cassaforte che custodisce la teca sacra, la situazione non è mai mutata. Anche il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha preso tra le sue mani il reliquario, ma non ci sono stati cambi di stato del sangue.

Dopo la celebrazione eucaristica iniziata alle 18.30,c’è stata una nuova ostensione e poi la teca è stata nuovamente riposta in cassaforte. Secondo la tradizione popolare il mancato scioglimento del sangue, è presagio di cattiva sorte nei confronti della città e dei partenopei. Tradizione, però, vuole che questa eventualità sia particolarmente sentita nel giorno delle celebrazioni del Santo patrono, ossia il 19 settembre. In alcune occasioni, il prodigio della prima domenica di maggio e del 16 dicembre, detto ‘miracolo laico’, non si è replicato. L’ultima volta nel dicembre del 2016 quando, nonostante nenie e preghiere, il sangue non si sciolse. Nel 2015, invece, il prodigio si verificò in serata.

“Se c’è qualcosa che si deve sciogliere, questa è il cuore dell’uomo”

“Se c’è qualcosa che si deve sciogliere, questa è il cuore dell’uomo. Allora affidiamo a San Gennaro questa bella intenzione”. Lo ha detto monsignor Vincenzo Papa, parroco della parrocchia Santa Maria Assunta al Duomo di Napoli, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione della messa mentre la teca contenente il sangue di San Gennaro, ancora solido, è esposta sull’altare maggiore del Duomo alla venerazione dei fedeli. “Vorrei che pregassimo per coloro che si stanno impegnando negli ospedali e nelle case di cura, medici, infermieri e operatori sociosanitari, e tanti di loro hanno dato la vita”, ha aggiunto monsignor Vincenzo Papa.

 

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    Sul mancato rinnovarsi del miracolo della liquefazione del Santo patrono di Napoli, il parroco del Duomo ha detto: “Molti stanno chiedendo, e ora che succede? Non succede niente. Ci viene in aiuto la parola di Dio. Stasera a parlarci è San Gennaro, dice a me e a voi di ascoltare Gesù, la sua parola. Se c’è un miracolo che dobbiamo fare noi è sciogliere il nostro cuore, che ogni tanto si indurisce e si allontana dalla grazia di Dio. Questo cuore che ogni tanto diventa di pietra, facciamolo tornare cuore di carne, capace di palpitare ancora, di donare vita, un sorriso, una stretta di mano che non possiamo fare per la pandemia. San Gennaro – ha concluso monsignor Papa – ci dice che, se ascoltiamo Gesù, il miracolo avviene, non perché il sangue si scioglie o meno, ma perché si scioglie il cuore dell’uomo”.

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    “Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al santo Gennaro perche’ siamo uniti nel suo nome. E’ lui che ci aiuta a vivere e a testimoniare la fede e, anche se il sangue non si scioglie, non significa chissa’ cosa”. Sono le parole pronunciate dal cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe ai piedi dell’altare maggiore del Duomo di Napoli, prima della celebrazione delle 18,30. Sepe ha preso tra le mani la teca del sangue di San Gennaro, che e’ ancora solido, e prima di impartire la benedizione ai fedeli presenti in chiesa ha aggiunto: “E’ tutto scritto nel cuore di Dio e di Gennaro. L’importante e’ che noi ci sentiamo veramente uniti e partecipi di questo evento cosi’ particolare, che e’ la nostra devozione al nostro santo protettore”. Al termine del suo intervento, il prelato ha invitato tutti a proseguire nella preghiera.



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