A Casa Santanelli va in scena ‘Fosco – Storia de nu matto’ di e con Peppe Fonzo

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Lunedì 6 gennaio ore 18.00, Il Teatro cerca Casa riparte con la stagione di spettacoli in appartamento da Casa Santanelli (via Sagrera, 23, Napoli), con la nuova drammaturgia di Peppe Fonzo, protagonista di “Fosco (storia de nu matto)”, che si avvale delle musiche eseguite da vivo da Flavio Feleppa (fisarmonica). Fosco è ispirato a lu Frasulino, brano dialettale assolutamente sconosciuto di Domenico Modugno, che mescola la narrazione teatrale a momenti musicali e ad altre perle del cantautore salentino (lu Salinaro, Sciccareddu mbriaco, La sveglietta). Per partecipare è necessaria la prenotazione, chiamando ai numeri 3343347090 – 3470963808 – 081 5782460, oppure attraverso il sito www.ilteatrocercacasa.it.
Fosco lu matto è un personaggio ai margini, il pazzo/buffone che tutti deridono, sempre insultato e bastonato, un disadattato che brucia di solitudine. Prima era uno come gli altri, con un lavoro, una casa, una vita monotona e integrata nella comunità, ma un giorno impazzisce e diventa u scemo de lu pese e nessuno si chiede il perché. Sullo sfondo le immagini di un paesino del sud non meglio identificato, un contesto in cui la durezza della vita, la difficoltà dell’ignoranza, danno corpo alla storia de nu povero cristo.
“È un lavoro dedicato ad un mio pro zio, Peppe Lu Negus, lu scemo di Casalbore (paese originario di mia madre arroccato su una montagna nell’entroterra Sannita, che confina con la Puglia) — racconta Peppe Fonzo —, luogo al quale si ispirano ambientazioni, episodi e inflessione dialettale. Peppe lu Negus era un inavvicinabile, che viveva con il suo asino, il solo a cui rivolgeva la parola. Quando mi raccontavano di lui, sentivo un profondo senso di misericordia misto ad ammirazione: un uomo isolato che sceglieva l’isolamento mentale per sfuggire alla desolazione dell’isolamento geografico. Chissà cosa pensava? Che vita aveva fatto prima di diventare Lu Negus? Mescolando le sensazioni di un bambino a testimonianze raccolte e romanzate, ispirandomi alla durezza della vita contadina del dopoguerra con i racconti veristi, nasce Fosco, un cunto musicale disarmante nella sua semplicità”.



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