AGGIORNAMENTO. Crollo ponte di Genova, 22 morti. Nel 2009 si studiò l’ipotesi demolizione. Il racconto di una ragazza (VIDEO)

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Genova. Sono 22 i morti accertati nel crollo del ponte a Genova. E’ quanto riferiscono all’Agi fonti del Viminale. Sarebbero una ventina anche i feriti estratti dalle macerie, di cui 4 molto gravi. “Con i soccorritori sul luogo del crollo del Ponte Morandi. Uno scenario drammatico. Il mio ringraziamento va alle forze dell’ordine, ai Vigili del fuoco, Polizia municipale, Protezione civile e a tutte le persone impegnate a prestare aiuto alla citta’ e alle persone coinvolte”. Cosi’ il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, che e’ sul luogo del crollo, commenta via Fb il crollo del Ponte Morandi sull’A10. Poco prima, aveva scritto: “Un disastro di cui ancora non conosciamo l’entita’. Mi sono subito attivato con le strutture competenti”. Il racconto di una ragazza. “Ero in macchina, c’era una lunga coda. Ho visto persone piangere e corrermi incontro ed urlare Sta crollando tutto”.

Le immagini aeree riprese dai vigili del fuoco confermano che le campate del ponte Morandi crollate al suolo a Genova hanno investito in prevalenza l’area del torrente Polcevera e la ferrovia, colpendo, tra gli edifici sottostanti, il centro Amiu e un’altra palazzina. Sono rimaste in piedi, invece, le campate laterali del viadotto che sovrastano, oltre ad Ansaldo Energia, almeno quattro grandi condomini con decine e decine di appartamenti. 

 Da 8 a 12 mesi: questo il tempo, che nel 2009, era stato calcolato per la demolizione controllata del viadotto Polcevera, con lo smontaggio della “struttura con un ordine inverso rispetto alle fasi della costruzione dell’opera. In tal modo sara’ sufficiente evacuare provvisoriamente le abitazioni che attualmente insistono nell’impronta e negli immediati dintorni del viadotto, senza procedere ad alcun abbattimento dei fabbricati”. Lo si legge nello studio ‘La Gronda di Genova. Presentazione sintetica delle ipotesi di tracciato’ che Autostrade per l’Italia aveva realizzato assieme alla societa’ d’ingegneria SPEA e pubblicato nel febbraio 2009 come base per un dibattito pubblico. Il documento, nel capitolo dedicato ad una delle ipotesi di varianti di tracciato studiate da Autostrade per l’Italia (quella definita ‘Gronda Bassa’ che “affianca l’esistente viadotto Morandi, di cui e’ prevista la dismissione, ad una distanza di circa 150 m verso nord”), spiega: “Una volta demolita la struttura del Ponte Morandi, i proprietari delle abitazioni potranno rientrare nei rispettivi alloggi”. Questa demolizione controllata del viadotto Morandi, precisano gli autori, “richiede di smantellare circa 80.000 mc di calcestruzzo”. Autostrade per l’Italia aveva sottolineato in piu’ punti la criticita’ della situazione: nel documento si legge, tra l’altro, che “Il tratto piu’ trafficato e’ il viadotto Polcevera (Ponte Morandi) con 25,5 milioni di transiti l’anno, caratterizzato da un quadruplicamento del traffico negli ultimi 30 anni e destinato a crescere, anche in assenza di intervento, di un ulteriore 30% nei prossimi 30 anni”. 

     La relazione, redatta 9 anni fa, metteva in guardia sui potenziali rischi: “Il ponte Morandi – si legge – costituisce di fatto l’unico collegamento che connette l’Italia peninsulare ad est, la Francia meridionale e la Spagna ad ovest, ed e’ il principale asse stradale tra Genova, le aree residenziali periferiche, il porto di Voltri, l’aeroporto e le aree industriali di ponente. Lo svincolo di innesto sull’autostrada per Serravalle, all’estremita’ est del viadotto, produce quotidianamente, nelle ore di punta, code di autoveicoli ed il volume raggiunto dal traffico provoca un intenso degrado della struttura sottoposta ad ingenti sollecitazioni. Il viadotto e’ quindi da anni oggetto di una manutenzione continua”. E proseguiva: “La sua eventuale dismissione per inagibilita’ o per situazioni temporanee di blocco dovute ad incidenti stradali, costituiscono dunque un grave rischio per il traffico automobilistico regionale”. 



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