Il tanto atteso processo contro gli operatori sanitari accusati di negligenza per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel 2020, è stato nuovamente rinviato. Il tribunale di San Isidro, a nord di Buenos Aires, ha accolto la richiesta di rinvio presentata dai difensori di tre degli otto imputati, posticipando la prima udienza all’11 marzo 2025, alle ore 9:30.
Originariamente fissato per giugno di quest’anno, il processo era già stato spostato una prima volta al 1° ottobre 2023, ma ora subirà un ulteriore slittamento. Gli imputati sono accusati di “potenziale negligenza” che avrebbe portato alla morte del leggendario calciatore argentino. Maradona è deceduto il 25 novembre 2020, a 60 anni, per una crisi cardio-respiratoria, mentre si trovava in convalescenza in una residenza a Tigre, dopo un intervento neurochirurgico per la rimozione di un ematoma alla testa.
Tra gli otto imputati figurano il medico curante (neurochirurgo), un medico clinico, uno psichiatra, uno psicologo, una caposala e alcuni infermieri. Tutti devono rispondere dell’accusa di negligenza medica, un reato che prevede pene dai 8 ai 25 anni di carcere.
Una delle infermiere coinvolte, Gisela Madrid, aveva richiesto di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare, sostenendo di aver seguito esclusivamente le indicazioni dei medici. Tuttavia, i tribunali hanno respinto tale richiesta e hanno confermato l’avvio del processo collettivo.
Il tribunale di San Isidro aveva già confermato per due volte, nel 2022 e in appello nel marzo 2023, l’apertura del processo per l’équipe medica che aveva in cura Maradona, accusata di non aver fornito le cure adeguate al campione. Questo rinvio rappresenta un ulteriore ritardo nella ricerca di giustizia per la morte di un’icona mondiale, lasciando ancora aperti molti interrogativi sulla gestione della salute del fuoriclasse argentino negli ultimi giorni di vita.