Il parco circolante per il trasporto persone è piuttosto giovane e più del 34% dei mezzi ha massimo 10 anni. Bene il mercato del trasporto merci con 940 nuove targhe e il picco di alimentazioni ibride
Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua quarta edizione. Lo studio fotografa lo stato del settore nelle province italiane nel 2023, dopo un 2022 caratterizzato da un rallentamento seguito alla ripresa post Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità e la categoria euro del parco circolante[1].
Immatricolazioni: a Napoli 940 nuovi autocarri in un anno
Il trasporto merci oltre le 16t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9%rispetto al 2022. La Campania, grazie anche alla presenza di grandi flotte, ha una crescita percentuale in linea con la media nazionale pari a +6,2% e registra 2.546 nuove targhe. Napoli segue il trend positivo nazionale e cresce del 12,4% (da 836 unità del 2022 a 940 del 2023).
Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. In questo contesto la Campania invece segna una decrescita del 17,8% al netto di 309 nuove targhe, il peggiore calo su scala nazionale. Anche in questo caso il capoluogo segue l’andamento regionale e cala del 20,9% con 272 nuovi bus (vs 344 del 2022).
Alimentazione: a Napoli picco di autocarri ibridi e bus elettrici
La situazione italiana per alimentazione del parco merci circolante nel 2023 (relativa agli autocarri di ogni peso totale a terra) rimane quasi invariata rispetto al 2022: il gasolio continua ad essere predominante (90,3%) seguito da benzina e metano (a 4,5% e 2,1%). Timidissima crescita per le alimentazioni alternative: i veicoli a GPL segnano un +1,5% contro l’1,4% del 2022, così come gli elettrici (0,4% contro lo 0,3%); crescita più sostenuta per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina).
In Campania si segnala una lieve crescita per gli ibridi che raggiungono lo 0,5%, mentre l’elettrico si ferma a 0,1%. Il gasolio copre il 90,5% del parco (-0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e il metano rimane all’1,6%.
Stesso andamento a Napoli con gli ibridi in aumento a 0,6% del circolante (picco regionale), l’elettrico e il metano fermi (a 0,1% e 1,6%) e il gasolio in discesa a 87,6%. Nel capoluogo si registra anche la quota più alta di mezzi a benzina, con l’8%.
Il parco autobus nazionale (di tutte le dimensioni) vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative, dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio: la maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2%(rispettivamente 1,3% e 0,9%).
In Campania si assiste a una crescita di metano ed elettrico, rispettivamente al 3,1% e 0,3, mentre il gasolio passa da 96% a 95,7%.
A Napoli il gasolio diminuisce da 94,1% a 93,5% mentre il metano aumenta di 0,4 punti percentuali e arriva a 5,1%, quota più alta tra le province. L’elettrico sale a 0,4% segnando il picco regionale.
Categoria Euro: a Napoli il 42,8% di bus è già Euro 5 e 6
Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4, 5 e 6 che, insieme, raggiungono il 55,5% del totale.Potrebbe interessarti
Una delle otto regioni con prevalenza di veicoli più inquinanti, in Campania il parco merci è composto per il 58,6% da veicoli Euro 0,1,2 e 3 e per il restante 41,1% da Euro 4, 5 e 6.
In linea con la panoramica regionale, Napoli raggiunge il 58,5% di mezzi inquinanti. Qui i soli Euro 0 coprono il 24,9%, il massimo in regione. Per contro le classi Euro 5 ed Euro 6 arrivano al 27,3% (rispettivamente al 10,6% e 16,7%).
In Italia, la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco. Anche in questo caso la quota degli Euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 ed Euro 3 passano al 39,9% sul totale.
La Campania rimane anche in questo caso fra le 6 regioni con una netta prevalenza di veicoli inquinanti, il 56,7%. Le classi più ecologiche arrivano al 42,7%.
Nel capoluogo il 49,3% del parco è Euro 0-1-2-3. Sopra la media regionale le categorie meno inquinanti insieme arrivano a 49,9%: qui gli Euro 5 e 6 raggiungono il picco con 15,1% e 27,7%.
Anzianità: a Napoli il 34,7% dei bus ha massimo 10 anni
L’età degli autocarri in circolazione in Italia rispecchia a grandi linee la loro classe ecologica; la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni. I dati dei più anziani potrebbero essere anche qui viziati dal permanere sui registri di veicoli non più circolanti, tanto che la fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante.
In Campania la fascia più rappresentata è quella di autocarri tra 20 e 30 anni, che copre il 22,6% del totale circolante. Rispetto alla media nazionale la regione presenta un parco decisamente più datato: il 26,5% dei veicoli ha più di 30 anni (15,8% in Italia) e quelli sotto i 10 anni scendono al 21,2% (35,2% Italia).
Sopra la media regionale, in provincia di Napoli il 28,5% supera i 30 anni, di cui il 12,4% è over 40. Il 22,2% ne ha meno di 10. La fascia più diffusa rimane quella tra i 20 e i 30 anni a quota 21,3% (+0,6 punti percentuali rispetto al 2022).
Gli autobus italiani risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino a un anno) e in generale il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022).
Anche in questo caso la Campania mostra un parco molto datato: i veicoli sopra i 20 anni raggiungono quota 45,6%(vs 27,5% dell’Italia) e quelli sotto i 10 anni il 27,1%. La fascia più diffusa è quella tra i 20 e i 30 anni (pari al 21,4%).
A Napoli ben il 34,7% dei bus ha massimo 10 anni, gli autobus datati invece arrivano al 39,1%. Da segnalare che oltre il 4% dei bus ha massimo un anno, quota più alta della regione. La fascia più diffusa è dai 15 ai 20 anni con il 15,9%.
[1]. Fonte: Elaborazione su dati ACI e AISCAT
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