Teatro

‘Fine pena ora’, al Diana di Nocera Inferiore in scena il secondo spettacolo della rassegna ‘L’Essere & L’Umano’

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Venerdì 2 febbraio ore 20.45 al Teatro Comunale Diana di Nocera Inferiore, va in scena , il secondo spettacolo per “” edizione 2024, rassegna firmata da (il progetto ideato dalla direttrice artistica e regista Simona Tortora, con l'organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore).

La performance vede protagonisti Salvatore D'Onofrio, Costanza Maria Frola e Giuseppe Nitti, per l'adattamento e la regia di Simone Schinocca.

FINE PENA ORA. Da tre anni lo spettacolo sta attraversando in lungo e largo l'Italia e ripartirà per l'ennesima tournée proprio da Nocera Inferiore. È la storia vera di un'amicizia impossibile, una corrispondenza lunga 34 anni fra un ergastolano e il giudice che l'ha condannato. Questo è Fine Pena Ora, tratto dal testo omonimo di Elvio Fassone, magistrato ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Oltre alla messa in scena del libro (pubblicato per Sellerio), la drammaturgia dello spettacolo è frutto di una serie di interviste a Fassone, dove l'autore ha raccontato l'evoluzione della sua amicizia con Salvatore negli anni successivi la pubblicazione del volume.

“In questo tempo in cui tutti urlano la propria posizione, e il trovare un punto di incontro e conciliazione sembra impossibile, abbiamo scelto di dare luce a Fine Pena Ora – racconta il regista Simone Schinocca – Questa storia ci insegna che un punto di incontro esiste sempre, anche tra mondi distanti. Questa è in fondo la vera ragione per cui ho creduto così tanto in questo lavoro. E proprio da questa lunga intervista è nato l'incipit dell'adattamento. Ovvero la notte insonne prima dell'ennesima udienza per la libertà condizionale di Salvatore. 38 anni di attesa, che in un sogno si condensano e che accompagnano Salvatore al ripercorrere lettera dopo lettera il rapporto con il presidente e quanto vissuto. Abbiamo scelto di far emergere nel nostro adattamento anche la figura di Rosi, donna che per vent'anni accompagna Salvatore in un pellegrinaggio di carcere in carcere in tutta Italia. Una figura che diventa l'emblema dell'attesa, una Penelope contemporanea che con la sua presenza per anni aiuta e assiste Salvatore nello sciogliere i nodi delle sue fatiche e del suo cambiamento“.