I lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sopra il vessel, il contenitore d’acciaio nel quale avveniva la reazione nucleare, sono iniziati ieri nella centrale del Garigliano. L’intervento, che terminerà nel primo trimestre del 2024, è stato reso noto da Sogin, la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari.
L’attività, svolta da Sogin e dalla sua controllata Nucleco, si articola in quattro fasi principali.
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Prima fase: allagatura della parte interna del vessel.
Seconda fase: apertura della parte superiore del vessel (denominata “testa”) e fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente il vessel.
Terza fase: rimozione delle attrezzature che si trovano sulla “testa” del vessel, in modo remotizzato e sotto battente d’acqua.
Quarta fase: inserimento delle attrezzature rimosse, per un peso complessivo di 1 tonnellata, in appositi contenitori cilindrici, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
A seguire Sogin avvierà lo smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals. Con questa attività si entrerà nella fase finale, la più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, del decommissioning della centrale campana.
Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero il 96%, per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.
La rimozione delle attrezzature sopra il vessel è un’operazione complessa e delicata, che richiede l’utilizzo di tecnologie e procedure di sicurezza avanzate. L’allagatura della parte interna del vessel, infatti, è necessaria per schermare le radiazioni e consentire ai tecnici di procedere in sicurezza. La rimozione delle attrezzature, inoltre, deve essere effettuata in modo remotizzato per evitare l’esposizione ai rischi di contaminazione.
La Sogin ha avviato lo smantellamento della centrale del Garigliano nel 2018. L’intervento, che si concluderà nel 2034, è previsto dal Piano Nazionale per lo Smantellamento degli Impianti Nucleari (PNIS)
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