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Henry Kissinger aveva una forte passione anche per il calcio. Nel 1988 si presentò a sorpresa all’ex Delle Alpi di Torino per vedere un Juventus-Napoli.

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Era con il suo amico: l’avvocato Gianni Agnelli. Ma per i due grandi tifosi bianconeri fu una giornata nefasta il 20 novembre del 1988 perchè il Napoli di Maradona, che l’anno prima aveva vinto lo scudetto rifilò ben 5 reti alla Juve. Resta una memorabile intervista pre-partita di Giampiero Galeazzi a cui Kissinger disse di amare il calcio e di sperare “che diventi uno sport americano”.

Ma nonostante quella clamorosa vittoria per 5-3 il Napoli arrivò secondo dietro all’inter dei record.

Kissinger da piccolo, prima di scappare della Germania, aveva fatto un tentativo nelle giovanili della squadra del paese, il Greuther Fürth, per cui ha tifato per il resto della sua vita, facendosi informare sui risultati della squadra dall’ambasciata tedesca ogni lunedì mattina.

Nel settembre del 2012, dopo la prima storica promozione in Bundesliga, Kissinger ha mantenuto la promessa di andare a vedere una sua partita dal vivo. Nel 1978, dopo essersi fatto vedere sugli spalti accanto al dittatore Jorge Videla a Rosario per la celebre partita del ‘mondiale della vergogna’ tra Argentina e Perù, fu nominato presidente del board della Nasl (North American Soccer League), antenata della Mls, dove giocarono Pelé, George Best e il suo amato Franz Beckenbauer.

“Gli eroi diventano miti quando arricchiscono le vite di tutti noi, quando toccano i nostri cuori. Beckenbauer, il Kaiser, era uno di questi miti”, confessò in occasione del suo centesimo compleanno in una lunga intervista al sito del Bayern Monaco, club di cui era membro dal 1989 nonostante non fosse mai stato suo tifoso.

Intervista nella quale ha distillato alcune massime su questo sport, come “il calcio al suo più alto livello è complessità che si maschera da semplicità”, “il calcio è un bel gioco per le masse, che possono identificarsi totalmente con le sue passioni, i suoi improvvisi trionfi e le sue inevitabili delusioni”. Kissinger provò anche a portare i Mondiali del 1986 negli Stati Uniti, ma la spuntò il Messico.

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