Cronaca di Napoli

Napoli, la chiesa di San Diego all’Ospedaletto a rischio crollo

Pubblicato da
Condivid

La chiesa di San Diego all’Ospedaletto, nota anche come San Giuseppe Maggiore, ubicata in via Medina a Napoli sarebbe in pericolo. A lanciare l’allarme è il giornalista Giovanni Cosenza su Facebook:

La chiesa di San Giuseppe in San Diego all’Ospedaletto in via Medina a Napoli potrebbe crollare da un giorno all’altro.

Un gioiello del Seicento potrebbe andare perduto per la noncuranza del Comune di Napoli che è l’ente proprietario del monumento. Ogni due o tre mesi, dopo la solita PEC al comune, accorrono team di “grandi esperti” che ti fanno toccare con mano l’inizio dei lavori.

Ma poi, dopo qualche giorno, scompaiono tutti, lasciando la chiesa al suo inesorabile destino, ormai segnato. Quando crollerà ne parleranno tutti, in primis il sindaco Gaetano Manfredi con la sua faccia triste per l’accaduto, una tristezza alla quale siamo abituati.

Non abbiamo più bisogno di parole, ma di persone serie che facciano i fatti, non insoliti venditori di fumo o parolai o “quaquaraquà” di cui siamo stanchi.”

“Abbiamo chiesto agli uffici tecnici del Comune di essere aggiornati sulla questione, di conoscere gli interventi programmati e il cronoprogramma. “-dichiara il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli –“Abbiamo inviato una nota per sollecitare i lavori di restauro e per essere informati passo-passo sugli interventi.

Perché bisogna arrivare ad un livello critico prima che si decida di darsi da fare? Perché si sta lasciando che il nostro patrimonio storico ed artistico vada letteralmente a pezzi?

Napoli sta crollando, giorno dopo giorno, e si tenta con “puntellature di fortuna”, preghiere e un po’ di buona sorte di farla restare in piedi, un po’ come per gli edifici nel post terremoto dell’80. Oggi, come tra l’altro andava fatto anche allora, bisogna smettere di affidarsi all’improvvisazione e alla sorte. Si deve intervenire sullo serio. Serve un piano per la salvaguardia dei nostri monumenti e degli edifici storici.”


Pubblicato da