A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Antonio Corbo, prima firma de La Repubblica: “È un Napoli discontinuo. Il primo tempo di Berlino non mi è piaciuto, prudente e remissivo che non si addice ad una squadra così importante”.
“I giocatori del Napoli pensavano di giocare contro una squadra fantasma, poi si sono resi conto che Meret ha cominciato a parare un po’ troppo, che un fuorigioco ha annullato un gol, quindi hanno preso consapevolezza dei pericoli. Elmas ha riequilibrato un po’ il rapporto di forza, Cajuste ha deluso”.
“Purtroppo, è l’emblema di un’instabilità di rendimento da parte di questo Napoli che viene fuori da una crisi molto pesante con un allenatore prima umiliato e poi soccorso dal presidente. Al Napoli manca più Spalletti o Giuntoli? Entrambi. Giuntoli ha fatto una grande lavoro, quello di capire di calcio, parlare lo stesso linguaggio di Spalletti, assisterlo, stargli accanto. Un personaggio importante che si metta accanto all’allenatore è sempre molto prezioso, per questo Giuntoli faceva anche da Team Manager. Nel Napoli, purtroppo, rilevo un deficit di gerarchie”.
“Lotta scudetto col Milan? Può sia rilanciare il Napoli che dare una patente di credibilità. Credo che questa squadra sia stata costruita senza competenza da un piano tecnico. Faccio un esempio: non esiste un sostituto di Politano, né un centrocampista incontrista forte. Natan? Non è Kim, perché è impossibile, è andato in Germania e non è stato possibile trattenerlo. Questo Natan, nonostante sia arrivato tardi, mi sembra molto europeo, sobrio. Kvara? Il cavallo bianco della scuderia. Lui ed Osimhen sono diversi dagli altri, appartengono alla categoria dei fuoriclasse”.
