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Caso Giambruno: Mediaset lo sospende dalla conduzione de Diario del giorno

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“È stata sospesa la conduzione di a Diario del giorno e l'azienda sta valutando con attenzione i fatti”. Lo comunica un portavoce di a proposito delle ultime vicende relative al conduttore della trasmissione di Rete4.

L'ormai ex compagno della premier, , che proprio questa mattina ha annunciato con un post sui social la fine della loro relazione, in questi giorni è stato protagonista di alcuni filmati e audio diffusi dal Tg satirico di Antonio Ricci ‘Striscia la Notizia', in cui Giambruno, durante dei fuorionda, fa espliciti riferimenti sessuali nei confronti di una collega.

Quello che al momento sembra certo è che il giornalista dovrà lasciare la conduzione del programma ‘Diario del giorno' su Rete4, ma secondo alcune voci Giambruno sarebbe già ‘fuori' dall'azienda, che lo avrebbe allontanato perché “preoccupata” per il danno di immagine. Ma una causa di licenziamento può basarsi su frasi pronunciate durante dei fuorionda?

L'agenzia Dire lo ha chiesto all'avv. Cristina Mazzamauro, giuslavorista e partner di diritto del Lavoro di Tonucci & Partners. “Il codice etico è un documento importantissimo – dice la giuslavorista – che integra tutte le norme di condotta e i regolamenti che ogni dipendente deve rispettare nel momento in cui ha un rapporto di lavoro con la struttura.

Il codice etico è un documento di compliance aziendale e la sua violazione può integrare un profilo disciplinare; se poi il fatto è grave può portare anche a un licenziamento. Ovviamente dovranno seguire tutte le procedure del caso, con audizioni a difesa, termini di giustificazioni o quant'altro, con un iter a difesa anche del giornalista/lavoratore”.

Nel caso specifico, si tratta di fuorionda e “probabilmente Giambruno non pensava di essere ascoltato, ma purtroppo lo è stato – prosegue l'avvocato Mazzamauro – e l'immagine aziendale sicuramente ne risente tantissimo dal punto di vista del ‘brand reputation', perché un suo giornalista, che è ‘testimonial' dell'azienda, di fatto si è reso protagonista di commenti assolutamente inappropriati”.

È chiaro che se questi stessi commenti fossero stati fatti in un contesto privato, magari “nell'ambito di una cena a casa tra amici, potevano risultare semplicemente volgari, ma nessuno poteva dire nulla – prosegue ancora la giuslavorista di Tonucci & Partners – nel momento in cui però sono stati pubblicizzati e pubblicati, il fatto può effettivamente danneggiare l'azienda, tanto più considerando che il giornalista in questione è un personaggio pubblico, un conduttore di una trasmissione televisiva e anche, dobbiamo dirlo, compagno della premier. In questo caso si va infatti a danneggiare l'immagine di un soggetto terzo, che rappresenta l'Italia”.

Insomma, Giambruno avrebbe dovuto “tenere conto” di questo e da parte sua l'azienda “deve sicuramente adottare una procedura, ovviamente ascoltando prima il giornalista a difesa, perché non può sospenderlo o licenziarlo prima di aver avviato una corposa e lunga procedura disciplinare”. Nel codice etico di Mediaset, intanto, si legge che l'azienda, tra le altre, ripudia “ogni discriminazione basata sul sesso”.

Potrebbe essere accusato di questo Giambruno? “Sì, Giambruno potrebbe aver messo a disagio la sua interlocutrice, peccando di di scarso rispetto nei confronti della collega. Ma la gravità di questo caso – ha risposto ancora alla Dire la giuslavorista Mazzamauro – è che le frasi in questione non sono state pronunciate dal giornalista in un consesso amicale, ma sul luogo di lavoro, in uno studio televisivo e ad una giornalista che non è una sua amica ma una collega. Un minimo di rispetto bisogna sempre tenerlo, anche se c'è un rapporto informale”.

Ma Giambruno potrebbe, a sua volta, fare causa a chi ha diffuso i fuorionda? “Certo, lo potrebbe fare e lo farà sicuramente nel momento in cui la procedura disciplinare non si limita ad un breve periodo di sospensione ma va verso il licenziamento.

È chiaro che Giambruno impugnerà la causa – ha detto l'avvocato- chiedendo chi avrà autorizzato a riprenderlo e a diffondere il materiale. L'azienda potrà difendersi dicendo che il giornalista era comunque sul luogo di lavoro, all'interno di uno studio televisivo, e che oltre alla collega probabilmente con loro c'erano anche altre persone, quindi Giambruno non poteva abbandonarsi ad un eloquio imbarazzante”.


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