Arzano, blitz dell’Ufficio tecnico nelle proprietà del giornalista Mimmo Rubio: “Non so più da chi guardarmi le spalle”

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Arzano – Blitz dell’Ufficio tecnico “accompagnato” dai carabinieri della locale tenenza nelle proprietà del giornalista Mimmo Rubio: “Nei miei confronti le stesse modalità di intimidazione che ho subito nel 2017. Dossieraggi e blitz comunali si ripetono da vent’anni sullo stesso immobile”.Una strana storia, fatta di rapporti più o meno velati tra indagati, politici sciolti per mafia, imprenditori e istituzioni che non mancherà di avere ripercussioni giudiziarie, visto che ad essere notiziati della vicenda dallo stesso Rubio, sarebbero stati sia la Procura della Repubblica che i vertici dell’Arma.

A raccontare l’episodio dalla sua pagina social è lo stesso giornalista sotto scorta. “Ieri l’altro c’è stato un blitz di due tecnici del Comune di Arzano, assistiti stranamente da una pattuglia dei carabinieri della locale Tenenza, per una ispezione. La cui presenza formalmente non motivata ha interessato una proprietà del sottoscritto, dentro la quale c’è un’attività commerciale di cui sono titolari terze persone.

Senza specificarne i motivi, lasciare la propria identità, un eventuale verbale della loro presenza, e soprattutto esibire o comunicare alla titolare dell’esercizio commerciale che il tutto stava avvenendo sotto delega della magistratura. Non c’era nessun cantiere abusivo in corso”.

“La paradossale e inquietante visita ispettiva dell’Ufficio Tecnico del Comune di Arzano (attualmente guidata da un architetto sotto processo del quale ne ho già denunciato giornalisticamente la sua inopportuna presenza in un comune commissariato per tre volte per camorra e il cui settore è stato uno dei vulnus delle accuse dello Stato) – precisa Rubio -, riguarda tra l’altro un immobile, che come ho già scritto è parte integrante del terzo scioglimento per camorra del Comune di Arzano.

Un immobile, sempre quello stesso che ho avuto in eredità dalla mia famiglia, che in vent’anni ha subito decine di ispezioni comunali “su mandato” della politica a più non posso, in perenne continuazione, sviscerato in ogni suo angolo e particolare, ed oggetto di ben due sentenze legate al terzo scioglimento del Comune di Arzano (TAR del Lazio e Consiglio di Stato) in cui si certifica, senza se e ma, la intimidazione, sempre a seguito di dossieraggi, nei confronti del sottoscritto, e sulla proprietà.

    La storia per delegittimare ed imbavagliare la stampa si ripete. Fatti gravissimi (dossieraggi e clima da delegittimazione e intimidazione) ed i cui primi segnali avevamo già parzialmente fatto presente alla Prefettura in un recente incontro sui giornalisti minacciati con Claudio Silvestri, ex segretario del Sugc ed attuale segretario vicario nazionale della Federazione della Stampa.

    Di questa vicenda investiremo subito la Magistratura, le rappresentanze di categoria (Federazione della Stampa ed Ordine dei Giornalisti) ed appena possibile chiederò anche una nuova audizione in Commissione Parlamentare Antimafia per spiegare tutto quello che di grave sta avvenendo ad Arzano”.

    “Ma la cosa che ha destato perplessità e sul quale chiederò chiarimenti a tutti livelli istituzionali circa la singolare presenza di una pattuglia dei carabinieri anziché quella della polizia locale, che è quella che si occupa generalmente di queste cose.

    Tecnicamente e giuridicamente sono i carabinieri che chiedono supporto dell’Ufficio Tecnico quando sono investiti direttamente da esposti e relative deleghe dell’Autorita’ Giudiziaria, e non viceversa, visto che tra l’altro si trattava di un supporto ad una ispezione “programmata”, (non c’era Infatti alcun cantiere in corso e nulla era pertanto modificabile rispetto a qualsiasi eventuale contestazione!) e che, soprattutto, fatto ancora più rilevante, riguardava un immobile “ben noto”.

    Come anomalo sarebbe parlare di gestione di ordine pubblico per utilizzare i carabinieri come fossero diventati una promanazione diretta del comune. Ai carabinieri ai quali ho già chiesto delle prime informali spiegazioni (c’era forse un mandato dell’Autorita’ Giudiziaria per tale urgenza ed anche la vostra presenza?). Mi hanno detto che sono stati chiamati dall’Ufficio Tecnico “a supporto” perché non vi erano pattuglie di polizia locale a disposizione.

    Ci sembra tutto un po’ strano, visto che i vigili sono sempre solerti. Chiederemo di questa vicenda alla polizia locale, al cui comando c’è un colonnello (persona scomoda e non gradita dalla politica locale come abbiamo già ripetutamente scritto!). Sembra che non ne sia stata investita. Se questo eventualmente corrisponde al vero, sorge subito un ulteriore interrogativo. Perché tutto questo?”. “Ora basta! Non so più da chi guardarmi le spalle: dalla camorra del clan della 167, dalla politica legata alla camorra e agli affari del cemento, dalle istituzioni deviate”.

    Carlo Strazzullo



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