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Spalletti frena: “Mattone pesante per lo scudetto, ma aspettiamo a far festa…”

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Luciano non nasconde la gioia per il grande risultato ottenuto dal suo Napoli allo Stadium contro la Juve, ma frena prima di parlare di . Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di DAZN dopo lo 0-1 firmato Raspadori.

Spalletti: “La festa? Mattone pesante, ma aspettiamo ancora…”

Il tecnico ha parlato dei festeggiamenti all'interno degli spogliatoi: “Quando vinci partite importanti come queste con un avversario così e hai quella classifica, sono mattoni pesanti per la vittoria finale. Giustamente i calciatori hanno fatto un po' di festa”.

“Una vittoria nel recupero rende ancora più felici, ma dobbiamo aspettare a stappare bottiglie e cuori – ha aggiunto -. Ci vuole ancora un po' di tempo. Io ai ragazzi ho detto cose normali, ho fatto i complimenti. Hanno reagito bene dopo i pensieri e la fatica per l'eliminazione dalla Champions“.

“Se si è tutti insieme e tutti bravi le gioie sono il doppio e la sofferenza la metà. Tutti insieme”, ha aggiunto il tecnico del che spesso ha avuto confronti con la stampa: “A volte si fa per difendere delle situazioni, è dentro il gioco di difendere la propria squadra e la voglia di andare a fare risultato”.

Spalletti: “Fatto la partita che volevamo, primo posto meritato”

“Abbiamo giocato la partita che volevamo per andare a fare risultato, anche se a volte ci sono degli episodi non voluti. Ma se fai sempre il tuo alla fine vieni premiato. Abbiamo fatto delle cose buone per meritare questo posto in classifica”.

Spalletti ha poi parlato del suo cammino “mai in prima classe” ma “sempre con l'autostop. Trovarsi qui nelle condizioni di vincere lo scudetto ti ripaga dei sacrifici fatti. Io come tanti altri siamo partiti da una condizione normale e quando arrivi al massimo c'è soddisfazione”.

“Sono stato preso in giro perché avevo le scarpe da gioco in panchina, ma so quanto ho sofferto quando ero piccolo per averle. Ora me le metto. Fai una strada più difficile rispetto a chi parte da livelli differenti. Ma è giusto anche per loro, se lo sono meritato per la loro carriera da calciatori e si sono guadagnati stima e conoscenza per allenare in Serie A”.


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