“Se vinciamo lo scudetto, la città non sarà più la stessa. Non vincono lo scudetto dai tempi di Maradona e sono così vicini a questo sogno, che i tifosi hanno le lacrime agli occhi”. Lo ha raccontato Victor Osimhen, in un’intervista concessa al Daily Mail.
Osimhen: “Napoli vive per il calcio, esploderebbe per scudetto”
“A volte te li trovi sotto casa, anche alle 2 del mattino per mostrare il loro amore – continua – Napoli vive per il calcio e ho immaginato tante volte come esploderebbe la città se dovessimo riuscire a vincere lo scudetto. Abbiamo la possibilità di andare lontano anche in Champions League“.
Osimhen: “Haaland? Ho scambiato le magliette con lui…”
“Haaland? Nel Napoli gioco con Leo Ostigard che è molto amico e gioca con lui nella Norvegia. Sono un fan della Bundesliga, quindi l’ho seguito per un po’ e ogni fine settimana sembra segnare due, tre, quattro gol”.
“Ostigard mi ha parlato molto di lui, di quanto si alleni duramente, poi un giorno mi ha detto: ‘Se vuoi, posso portarti la sua maglietta’. Così ho scambiato le magliette con Haaland. E’ uno dei migliori della sua generazione, essere paragonato a lui, mi dà la forza per fare di più”.
Osimhen: “Posso fare ancora più gol e assist”
Il nigeriano parla dei suoi margini di crescita: “Posso segnare quattro gol in una partita – continua – posso fornire più assist, posso fare molte più cose perché ho la qualità per farlo. Ho bisogno di lavorare ancora di più e poi alla fine della mia carriera posso sperare di guardare indietro e dire sì, ho fatto alcune cose meravigliose”.
“Giocare sotto pressione? Sarebbe il mio sogno essere il calciatore africano dell’anno. Ero alla cerimonia nel 2015, quando Pierre-Emerick Aubameyang vinse il premio. La mia prima esperienza nel calcio europeo, al Wolfsburg, è stata difficile. Ma ora so che se cambio paese, mi adatterò rapidamente”.
“Non sono il tipo di calciatore che soffre la pressione e cerco di rimanere calmo in ogni situazione. La stagione sta andando davvero bene. Ho messo su numeri incredibili e sono orgoglioso di ciò che ho raggiunto, ma non ho ancora finito”, conclude.