Napoli, dopo tre mesi di restauro il Teatro San Carlo riapre alla città

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Il Teatro San Carlo riapre al pubblico dopo i lavori di restauro. Grazie ad un finanziamento di 10 milioni di curo del Ministero della Cultura, il Massimo napoletano, simbolo della città, allo stesso tempo monumento e luogo di produzione culturale, ricopre lo splendore della propria sala e riporta alla luce l’azzurro borbonico delle origini.

In alcuni punti all’interno del Palco reale infatti, gli interventi di restauro hanno svelato gli antichi gli antichi colori al di sotto del rosso e dell’oro. Queste porzioni di colorazione celeste resteranno visibili in modo da poter essere mostrati al pubblico.

Gli interventi di ristrutturazione hanno interessato, oltre al Palco reale, l’intera sala e il soffitto con la tela del Cammarano. Inoltre sono stati effettuati interventi di sostituzione del tavolato del palcoscenico e del parquet della sala, di revisione del sistema di aggancio delle poltrone di platea, di restauro dell’agremano, del l’intradosso e dcl l’estradosso dell’arco di boccascena, dell’orologio di proscenio, della fascia basamentale di platea, della balaustra della fossa orchestrale e della volta del passetto; si è intervenuti anche sull’impianto di riscaldamento con una riqualificazione delle pompe di calore del teatro, sull’impianto idrico antincendio e rilevazione fumi, su montacarichi e sull’impianto elettrico.

“Il Teatro San Carlo è uno dei diamanti della città e deve tornare ad avere il posto di primato che merita anche inserendosi in un generale risveglio della cultura a Napoli”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della conferenza stampa di riapertura del Massimo napoletano dopo tre mesi di restauro.

“Il MiC non è solo un centro di spesa, ma deve avere un immaginario italiano da proiettare nel mondo, deve fornire la grandezza e la bellezza del patrimonio culturale che possediamo”, ha aggiunto Sangiuliano che ha ringraziato il sovrintendente del teatro, Stephane Lissner, per aver “aperto alla contaminazione di generi” visto che a maggio si esibirà Bono Vox.

    Il ministro ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato ai lavori di restauro e ha invitato i presenti a un minuto di silenzio per ricordare il critico Paolo Isotta, scomparso nel 2021, “perché è stato un’eccellenza della dottrina musicale”.

    “Gli interventi di restauro appena conclusi restituiscono alla città e a tutta l’Italia un teatro rinnovato che torna ad accogliere il pubblico in tutta la sua bellezza. I lavori hanno consentito in tempi rapidi di riqualificare la sala riportando alla luce colori originari e dettagli antichi: il San Carlo è così pronto a ripartire con la programmazione artistica in uno scenario di grande fascino che si conferma tra i più prestigiosi al mondo. E’ significativo che in un momento già tanto propizio per la ritrovata centralità di Napoli, nel quale sono avviati progetti destinati a cambiare il volto della città con un’offerta culturale di ogni sfaccettatura accogliendo migliaia di turisti, si rialzi anche il sipario di questo teatro straordinario”, ha detto il sindaco di Napoli e presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, Gaetano Manfredi.

    “Sono molto felice di annunciare la riapertura del Teatro San Carlo restituito al suo splendore dai lavori di restauro”, le parole del sovrintendente Stéphane Lissner.

    “Grazie al supporto del Ministero della Cultura il teatro si presenta oggi più bello che mai. Come sovrintendente ho sempre avuto a cuore la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio culturale straordinario che rappresenta una delle massime espressioni dell’arte teatrale e musicale, non soltanto italiana. Sono certo che il pubblico apprezzerà, oltre agli spettacoli, che torneremo subito a rappresentare sul nostro palcoscenico, anche i dettagli di epoca borbonica lasciati scoperti e visibili, testimonianza del passato che torna alla luce. Infine desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questo progetto di ristrutturazione e che ci hanno consentito di riprendere in tempi record la nostra programmazione regolare”.

    “Il Ministero della Cultura, a dimostrazione del suo concreto e diretto impegno per la valorizzazione di uno dei luoghi simbolo del paese, ha finanziato i lavori di ‘Completamento e restauro del Teatro San Carlo di Napoli e delle sedi distaccate” per un importo di 10 milioni di euro (POC al PON Cultura e Sviluppo 2014-2020), affidandone la realizzazione al Segretariato Regionale del MIC per la Campania.

    “I lavori, già in parte eseguiti, riguardano non solo il Teatro San Carlo, ma anche alcune sedi ad esso funzionalmente connesse (Palazzo Cavalcanti in via Toledo e l’ex opificio Cirio di Vigliena, ove è ubicata la falegnameria e il laboratorio per le scenografie teatrali). Il Ministero dà dunque coerentemente seguito all’importante programma di interventi, già in parte realizzato nel 2010, che ha la finalità non solo di restituire il Massimo al suo originario splendore, ma anche di dotarlo di quelle strutture che ne garantiscano la piena funzionalità come luogo di fruizione di eventi e come luogo privilegiato di produzione della cultura”, commenta Teresa Elena Cinquantaquattro, direttore Segretariato Regionale MiC per la Campania.

    “Con grande entusiasmo e al contempo con un discreto timore reverenziale verso un sito così imponente, abbiamo accolto quella che può definirsi una vera e propria sfida, lanciata dal Teatro e consistente nell’esecuzione di lavori che da progetto avrebbero necessitato di 220 giorni c che, a seguito di ‘garbata’ richiesta del sovrintendente Lissner, sono stati compressi in soli 87 giorni con l’intento di privare per il minor tempo possibile il Teatro del suo pubblico – spiega Almerinda Padricelli, architetto responsabile unico del Procedimento, Segretariato Regionale MiC Campania -.

    Dunque, una promessa molto ardua quella fatta al Teatro e al pubblico durante la conferenza della scorsa estate, che in qualche modo aveva lasciato incredula anche me mentre la comunicavo, una promessa che con grande soddisfazione, oggi, siamo riusciti a mantenere. Per fare questo ci siamo lasciati ispirare dal Teatro, dalla complessa organizzazione della macchina teatrale, pianificando nei minimi dettagli tempi e modalità di esecuzione di ogni singola lavorazione come una coreografia da eseguire, articolando il cantiere in diversi punti della sala organizzando ponteggi e piani di lavoro su diverse quote, come degli allestimenti scenografici, che hanno consentito a tutte le maestranze, restauratori, impiantisti, falegnami ed elettricisti, organizzati su più turni per un totale di quasi 60.000 ore di lavoro, di operare all’unisono, ciascuno secondo il proprio ‘spartito musicale’ o con il proprio ruolo nel balletto o nell’opera, esattamente come accade nell’esecuzione di uno spettacolo.

    E così mentre 25 restauratori lavoravano simultaneamente al restauro della tela del Cammarano su un maestoso ponteggio realizzato alla quota del loggione, altrettanti intervenivano sulla balaustra del golfo mistico, sull’Arco di Boccascena, nel Palco Reale, mentre tutte le altre maestranze procedevano alla parziale sostituzione del tavolato del palcoscenico, all’adeguamento degli impianti e al recupero del pavimento della sala. Infine, la sostituzione con apparecchiature a risparmio energetico dei corpi illuminanti del palco, unita alla sostituzione delle 1.200 lampadine presenti nella sala, prevista nel corso del prossimo mese, produrrà un risparmio dei consumi dell’80%, e che insieme allo spolvero di ogni superficie, dalle 580 poltrone della sala alle sedie nei palchi, dalle balaustre ai rivestimenti in seta, dai lampadari agli apparati decorativi, ha restituito al Teatro il suo antico scintillio. Con una spesa attuale di quasi due milioni di euro in 87 giorni, grazie al contributo e al lavoro corale delle diverse maestranze e di tutti i lavoratori del Teatro, è stato possibile oggi riaprire il Tempio della precisione e concludere questo nostro I Atto”.

    “Un progetto e un cantiere di restauro sono lavori corali – spiega il direttore dei lavori l’architetto Francesca Brancaccio, fondatrice e ceo di una firma napoletana molto nota nel settore del restauro, B5 Srl -. Questo intervento è stato gestito da un gruppo molto qualificato, di cui fanno parte in primis la committenza come il responsabile del procedimento, l’architetto Almerinda Padricelli, per la Soprintendenza Regionale per la Campania, insieme con lutti i progettisti e i direttori operativi (Nicola Berlucchi, Alessandro Bozzetti, i tecnici della SAB srl), le straordinarie maestranze e i bravissimi restauratori delle imprese Modugno e Tecnicon. Oggi concludiamo questa prima fase rispettando i tempi promessi. Siamo molto fieri dei risultati, abbiamo lavorato quotidianamente per restituire questi spazi meravigliosi a chi li utilizza ogni giorno, ascoltando i consigli e le esigenze dei tecnici della Fondazione Teatro San Carlo, con impegno nel coordinamento delle differenti istanze. Le lavorazioni proseguiranno silenziosamente, in relazione alle esigenze della programmazione del teatro, e in altri siti collegati ad esso, come nel prestigioso Palazzo Cavalcanti dove il restauro filologico di un appartamento del Settecento sarà adattato ad uso di foresteria con sale prova per gli ospiti del San Carlo, e nella sede di Vigliena”.



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