Camorra, operaio sequestrato dal clan per 40mila euro: 9 condanne

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Sentenze di primo grado confermate e dichiarazione di inammissibilità per l'appello presentato dalla Procura di in relazione all'aggravante mafiosa: si è concluso così il , davanti alla prima sezione della Corte di Appello di Napoli, sul rapimento di , l' nel pomeriggio del 13 febbraio 2020, nella zona di Chiaiano, a Napoli, da alcuni presunti esponenti della criminalità organizzata che, secondo gli inquirenti, così intendevano finanziare il clan.

Pettirosso fu poi rilasciato, dopo 7-8 ore, a fronte del pagamento di un riscatto di 40mila euro. Il processo in primo grado si sdoppiò in due tranche: abbreviato e ordinario. La sentenza di secondo grado di oggi riguarda il processo celebrato con il rito ordinario al termine del quale gli imputati vennero ritenuti colpevoli di sequestro di persona a scopo di .

I giudici di secondo grado hanno confermato le sentenze nei confronti di Gennaro Caldore (14 anni), Pasquale Concilio (7 anni e 8 mesi), Emanuele Mincione (7 anni e 8 mesi), Pasquale Pandolfo (11 anni e 4 mesi), Nunzio Pecorelli (8 anni), Costantino Raia (18 anni), Antonio Ronga (11 anni e 4 mesi), Salvatore Roselli (12 anni) e Giovanni Strazzulli (7 anni e 8 mesi).

    Pettirosso venne rapito dai sei persone in sella a tre moto Honda poco prima di acquistare un regalo alla fidanzata, e portato nella villetta comunale di Chiaiano dove venne convocato il padre al quale vennero chiesti 50mila euro.

    La famiglia pagò 40mila euro e Stefano Pettirosso venne rilasciato dopo una breve prigionia

    I sequestratori, che chiusero i cancelli della villa per evitare l'accesso a eventuali visitatori, minacciarono di amputargli le dita in caso di mancato pagamento, e di bruciargli una mano, qualora fossero state avvertite le forze di polizia. La famiglia pagò 40mila euro e Stefano Pettirosso venne rilasciato dopo una breve prigionia.



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