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Crollo Poggioreale, Muscarà: ‘Napoli non può permettersi altri scavi, rischia di crollare tutto’

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Crollo , : non può permettersi altri scavi, rischia di crollare tutto”. La consigliera regionale: “Chiesto all'amministrazione documento valutazione dei rischi”

“Chi cerca di nascondere le responsabilità da parte degli scavi della metropolitana che hanno causato a Chiaia e Poggioreale, potrebbe essere in malafede“, dichiara il consigliere Maria Muscarà .

E poi aggiunge: “I lavori della metropolitana hanno creato dei disagi notevoli alla città. Il famoso crollo del palazzo alla Riviera Chiaia è ormai certificato. Anche la stessa magistratura comincia ad intervenire. Napoli è una città porosa e nei millenni le cave di tufo l'hanno svuotata ancora di più, per questo le opere pubbliche sono impraticabili, svuotando il sottosuolo, il rischio di causare crolli e conseguenti gravi dissesti idrogeologici è molto alto; stiamo inoltre parlando di chilometri di città non di un punto localizzato.

Bisogna quindi indagare su questi lavori e per questo chiedo, sulla base delle informazioni scientifiche del geologo Riccardo Caniparoli e delle ricerche storiche del Comitato Portosalvo, di assumere contezza delle analisi storiografiche dei luoghi e del “documento della valutazione del rischio”, che certamente l'amministrazione comunale deve avere per gli scavi della metropolitana. Preoccupante il silenzio del sindaco e del tecnico Cosenza.

Pochi sanno che le antiche “Cotoniere Meridionali” furono abbandonate nei luoghi degli ultimi crolli, per l'elevata fragilità di quel territorio, già pregiudicata da un antico tunnel realizzato in epoca borbonica e poi chiuso, in cui doveva passare addirittura la linea ferroviaria Napoli-Foggia – continua il consigliere – evidentemente i Borbone sapevano fino a dove potevano andare, oggi no! Il nuovo crollo è poco distante dal precedente e comunque lo scavo della galleria ha intercettato la falda freatica e quella artesiana su cui poggia il , secondo il dr. Caniparoli. Oggi pensiamo di essere diventati onnipotenti con la tecnologia, ma prima o poi la terra risponde. Napoli non può più permettersi altri scavi”.

 


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