Emesso il fermo per l’assassino di Rosa Alfieri: era stato in carcere in Spagna

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La Procura di Napoli Nord ha emesso un provvedimento di fermo a carico del 31enne Elpidio D’Ambra, accusato dell’omicidio volontario della 23enne Rosa Alfieri. A firmarlo il pm Patrizia Dongiacomo.

E’ un marito separato con problemi legati allo spaccio di droga e per  questo si è allontanato dalla sua famiglia.

Elpidio D’Ambra, 31 anni, ritenuto il responsabile dell’omicidio della sua vicina Rosa Alfieri di 23 anni, era era rientrato a Grumo Nevano  dalla Spagna e in particolare da Barcellona, dove aveva trascorso cinque anni, almeno due dei quali in carcere per piccoli reati legati al mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti. Era stato più volte fermato con bustine di cocaina.



    Quando è tornato in Italia, ha abitato per un periodo con la madre, ma i litigi erano frequenti e così la decisione di andare via di casa e prendere in affitto l’appartamentino al piano terra di via Risorgimento 1, dove Rosa Alfieri stata uccisa.

    Ecco chi è l’uomo in stato di fermo.Da quindici giorni il padre di Rosa, Vincenzo Alfieri, gli aveva dato l’appartamento nella palazzina in cui vive la famiglia per 300 euro al mese. La casa era sfitta da tre anni. Si faceva vedere poco in giro, cosi come raccontano i vicini, era spesso in chiuso in casa.

    Il 31enne e’ stato rintracciato all’ospedale San Paolo, nel quartiere di Fuorigrotta, dove si era recato per un malore dopo aver girovagato per tutta la notte e la giornata di oggi dal momento del fatto. L’uomo pare sia stato riconosciuto da un medico che ha avvertito la Polizia di Stato con una chiamata al 113. Sul posto sono giunti i poliziotti del Commissariato di Bagnoli che hanno quindi riconosciuto con certezza D’Ambra, poi fermato dai carabinieri, sopraggiunti al nosocomio. Si era anche cambiato i vestiti e si era liberato del cellulare.

    A Grumo Nevano invece lo conoscevano in pochi; due settimane fa aveva deciso di fittare il piccolo appartamento nel palazzo dove viveva Rosa, invece di alloggiare dalla madre, che vive a poca distanza; l’uomo si arrangiava con lavori saltuari come manovale e pittore.

    Intanto cominciano ad emergere particolari su quello che sarebbe accaduto in quell’appartamento al piano terra di via Risorgimento a Grumo Nevano nel tardo pomeriggio di ieri. li ha raccontati davanti alle telecamere delle tv nazionali la cugina di Rosa: “Io so che è stato un tentato stupro, almeno per quello che so ora, poi dopo l’autopsia saranno accertate le informazioni – dice – so che sono stati trovati dei graffi sul viso e sul collo di mia cugina che sarà stata lei stessa a farsi tentandosi di difendersi. Io so che e’ stata strangolata con un foulard o una sciarpa e lei avra’ provato a toglierla”.

    Poi il giallo del cellulare. “Squillava e veniva staccato ma era chiaramente lui a farlo perché Rosa era già morta. Voleva sviare le indagini”, dice, riferendosi a Elpidio D’Ambra.

    E tutta la giornata e’ stata un peregrinare di amici, familiari, conoscenti ma anche cittadini. Grumo Nevano si e’ stretta attorno al dolore della famiglia Alfieri, molto nota in citta’. Fiori e palloncini bianchi ma anche biglietti con dediche. “Resti il nostro sole”, e’ quello firmato “le amiche del circoletto”. Davanti al portone anche il fidanzato di Rosa, per ore, che l’aveva attesa invano con la madre ieri pomeriggio.

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    Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, sembra la 23enne sia stata attirata dal vicino nella sua abitazione al pianterreno, non si sa che con una scusa o con la forza. Una volta dentro D’Ambra potrebbe aver tentato di abusare della giovane e al rifiuto della ragazza l’avrebbe strangolata.

    Sembra inoltre che la ragazza abbia urlato e cosi’ l’uomo le ha messo anche uno strofinaccio in bocca per evitare di essere scoperto; le grida di Rosa sono state confuse con quelle di un bambino che vive in zona. Pochi per ora comunque gli elementi certi in una vicenda in cui non sembrano esserci testimoni: si attende dunque l’autopsia per dare certezze ad un quadro pieno di ombre.

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