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A Torino il ristorante “Lovigino” col nome dell’ex boss di Forcella contesta da Libera e Anpi

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E’ polemica a Torino per la scelta di un ristorante di San Salvario, nota zona della movida, di avere il nome del famigerato ex boss della camorra di Forcella Lovigino, Luigi Giuliano, tra l’altro da anni collaboratore di giustizia.

Sul piede di guerra ci sono Libera Torino, Arci Torino, Anpi, Spi-Cgil, Pd San Salvario, Borgo Po e Cavoretto, Sinistra Ecologista, Liberi Uguali Verdi, Articolo uno e altre associazioni. “Le mafie sono una cosa seria; la morte delle vittime, il dolore dei loro familiari, il disprezzo dei diritti, della giustizia e della democrazia tipici dell’agire criminale, anche. Non si può scherzarci sopra o pensare di farne marketing”, spiegano in una nota nella quale esprimono ‘stupore e sdegno’.

“Ancora una volta, come purtroppo e’ accaduto in altre città, anche europee – affermano – si decide di esaltare la scelta criminale e di giocare sullo stereotipo mafioso compiendo scelte che alimentano un immaginario, in cui i delinquenti sono dei modelli da emulare. Ci sembra una scelta di cattivo gusto, oltre che uno schiaffo alle vittime innocenti delle mafie (che ci sono state anche nella nostra citta’), ma soprattutto quelle di camorra, in Campania e non solo. E ci sembra offensivo per i familiari delle vittime di mafia, che qui come altrove spesso sono ancora in cerca di verita’ e giustizia, e che dovrebbero ricevere segnali di chiarezza e vicinanza, non certo di compromissione o scherno”.

Ma i titolari del locale, aperto il 27 luglio scorso, replicano: “La ricerca del nome e’ avvenuta tramite una societa’ di marketing che ci ha sottoposto svariati nomi – racconta uno dei due soci – Ne cercavamo uno che si avvicinasse al ‘Love’, al ‘Passion’ e al ‘Pleasure’, e visto che noi due, che ci conosciamo da 32 anni, tra di noi ci chiamiamo ‘cugino’ ci hanno proposto Lovigino. Un nome di fantasia che poteva richiamare il messaggio che volevamo mandare. Inoltre suona anche molto bene. Entrando nel nostro locale – aggiungono – non c’e’ nessun richiamo alla criminalità organizzata e a nessun clan mafioso, che resteranno sempre lontanissimi da noi”. 


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