Camorra, Ruotolo: “Non possiamo consentire la guerra a Napoli, lo stato dia un segnale”

SULLO STESSO ARGOMENTO

Ruotolo: “Non possiamo consentire che nella terza cittĂ  d’Italia si combatta una guerra di camorra che minacci l’incolumitĂ  e la sicurezza dei cittadini”. Lo dichiara Sandro Ruotolo, senatore del gruppo misto, in merito all’omicidio della scorsa notte nel quartiere Ponticelli, nella zona est di NAPOLI.

“Quello che sta avvenendo alla periferia est di NAPOLI, nel quartiere di Ponticelli – aggiunge Ruotolo – è una tragedia annunciata. Come prevedevamo la guerra tra i clan, che è in atto da mesi con agguati, bombe e stese, con l’omicidio di Carmine D’Onofrio segna una pericolosa escalation.

Il movente di quest’ultimo omicidio dovrebbe rientrare nella faida. La vittima, infatti, sarebbe il figlio illegittimo di un boss e il suo omicidio potrebbe essere, probabilmente, la risposta all’ultima bomba che fa precipitare nuovamente Ponticelli in un clima di paura. Lo Stato deve dare subito un segnale e rispondere con una presenza costante delle forze dell’ordine sul territorio”, conclude Ruotolo.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE