Tangenti a Torre Annunziata: arrestato il vice sindaco

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L’inchiesta sulle mazzette al comune di Torre Annunziata ha portato a un nuovo clamoroso arresto.

Stamane infatti è stato arrestato l’ex vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici accusato di induzione indebita. L’operazione è stata portata a compimento dal gruppo della guardia di finanza di Torre Annunziata, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata.

L’indagine della procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha fatto scattare le manette ai polsi di Luigi Amendola, maresciallo della Finanza in servizio presso la compagnia di Torre del Greco. Secondo le accuse l’induzione indebita sarebbe stata commessa nella sua veste di vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici del Comune di Torre Annunziata.

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    L’ordinanza cautelare parte da quella che il 28 dicembre 2020 aveva gia portato all’arresto, nella flagranza del medesimo reato, di Nunzio Ariano, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Torre Annunziata, per aver ricevuto indebitamente, dall’imprenditore partenopeo Supino Vincenzo, titolare della ditta edile Supino Group s.r.l., una tangente di 10mila euro in contanti per l’affidamento diretto dei lavori di adeguamento delle scuole del Comune alle norme anti Covid-19, e che l’1 aprile aveva portato all’emissione di un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dello stesso dirigente per analogo reato relativo alla indebita percezione, da parte di quest’ultimo, di ulteriori somme di denaro erogate dall’imprenditore per il medesimo appalto.

    Le indagini hanno consentito di accertare il coinvolgimento, a pieno titolo, dell’ex vicesindaco del Comune di Tone Annunziata nelle dazioni indebite delle somme di denaro erogate dall’imprenditore all’ex dirigente dell’Utc, e di identificare nell’arrestato di oggi la ‘parte politica’, evocata dall’imprenditore.

    L’accusa formulata nei confronti dell’ex vicesindaco di Torre Annunziata è quella di avere indotto, in concorso con il dirigente, l’imprenditore edile a consegnargli indebitamente la somma di 20mila euro in contanti, materialmente erogata al dirigente comunale, e a promettergli un’ulteriore somma di denaro di altri 20mila euro a fronte dell’ affidamento dei lavori alla sua ditta. La guardia di finanza ha eseguito altresì un decreto di perquisizione sia nell’abitazione che nell’ufficio della persona arrestata.

    Contestualmente le fiamme gialle oplontine hanno dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, emessa, per il medesimo reato, nei confronti della società che fa capo all’imprenditore coinvolto.




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