È dedicato alla geniale figura dell’architetto che ideò la Reggia di Caserta il premio indetto dal Rotary Club Caserta Luigi Vanvitelli per premiare chi, con il proprio genio, si è distinto nell’essere un valido testimone capace di cambiare le persone e il territorio con la propria vita.
Il Premio Luigi Vanvitelli – nato dall’intuizione del past-president Angelo Parente, sviluppato dal past-president Bruno Giannico e realizzato dall’attuale presidente Enrico Petrella – risponde al desiderio di premiare quei cittadini e quelle cittadine casertani che si fossero distinti nella propria area di competenza riuscendo (con la propria opera, creatività, tenacia e generosità) a dare visibilità e lustro alla Campania ed, in particolare, al territorio casertano.
La cerimonia di consegna si terrà online lunedì 17 maggio alle 18.30 su piattaforma Zoom. Proprio il mese di maggio, mese di nascita di Luigi Vanvitelli, segnerà l’appuntamento annuale anche per edizioni prossime del Premio.
Ad essere insigniti con il riconoscimento – consistente in un’opera d’arte in bronzo firmata e numerata realizzata dall’artista don Battista Marello – saranno, quest’anno, Massimo Franco, Governatore Distretto Rotary 2100, S.Potrebbe interessarti
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L’evento sarà aperto da Enrico Petrella, presidente del Rotary Club Caserta Luigi Vanvitelli, e godrà delle relazioni di Giuseppe Coppola, architetto, su "Il genio di Luigi Vanvitelli", e di don Battista Marello su il 'Real Sito di San Leucio'. Chiuderà i lavori Massimo Franco, governatore distretto Rotary 2100. Modera il giornalista Luigi Ferraiuolo.
"Il Rotary Club Caserta “Luigi Vanvitelli” ha un legame di affetto e riconoscenza verso il grande architetto, artista, politico e filosofo – dichiara il presidente Enrico Petrella – profondo ispiratore della nostra opera di servizio rotariano. Con questo Premio vogliamo ispirare, attraverso la figura del grande architetto e dei premiati nel suo nome, le future generazioni che sempre di più necessitano di testimoni validi, eccellenti che non hanno mai considerato il proprio dono come uno strumento per sopraffare l’altro ma, per porsi al servizio, per ingenerare opportunità, sviluppo e speranza".
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