Il papà di Ornella Pinto: “Non vendetta ma vera giustizia”

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Napoli. “Non vogliamo vendetta, chiediamo solo vera giustizia per Ornella e per tutte le donne, affinché a nessun’altra accada quel che è successo a mia figlia”.

A parlare è Giuseppe Pinto, padre di Ornella, uccisa barbaramente dal compagno, dal quale si stava separando, davanti al figlioletto di 4 anni. dal quale si voleva separare. Peppe, rappresentante sindacale della Uil e candidato con i Verdi nel 2010, ha deciso di incontrare il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli per chiarire alcuni aspetti della vicenda e far sì che venga messa fine a gossip e sciacallaggi mediatici sulla morte di Ornella.

A raccontare questo incontro proprio Borrelli con un comunicato nel quale riporta il colloquio con Giuseppe Pinto: “Non avrei proprio la forza di parlare ma lo devo fare per Ornella, lei che ha fatto tanti sacrifici, per studiare ha fatto tanti lavori umilissimi e alla fine è riuscita a laurearsi con 110 e lode e a conseguire vari master – dice il papà della giovane donna uccisa -.  Non vogliamo vendetta, chiediamo solo vera giustizia per Ornella e per tutte le donne, affinché a nessun’altra accada quel che è successo a mia figlia.  Ora servono risposte concrete dalla politica e dalla magistratura. Vorrei anche che si fermasse il gossip su mia figlia. Sono state scritte tante sciocchezze e falsità che hanno aumentato il nostro dolore”.

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    “Ci stringiamo attorno al dolore di Peppe e di tutta la famiglia Pinto per la tragica scomparsa di Ornella – aggiunge il consigliere Borrelli. Noi di Europa Verde le dedicheremo una panchina rossa nel Parco della Vita a Brusciano, a lei che ha speso la sua vita al sociale.  Al di là dei gesti simbolici, che continueremo fare e ad appoggiare, occorrono interventi concreti. La magistratura deve dare giustizia alla famiglia di Ornella prevedendo pene durissime per il suo assassino, non certo come per la vicenda dell’omicidio di Fortuna Bellissario”. E poi il consigliere di Europa Verde aggiunge: “Per fermare le violenze contro le donne serve una riforma giuridica, bisogna intervenire già alle prime avvisaglie, ai primi segnali. C’è tanto lavoro da fare. Infine noi chiediamo che l’assassino di Ornella, tranne non vi siano dei motivi particolari, sia rinchiuso nel carcere di Poggioreale non a Terni dove si è fatto arrestare”.

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    Stamane Ornella Pinto è stata ricordata anche all’Ospedale Cardarelli dove i medici avevano tentato invano di salvarla sabato scorso. Il personale ospedaliero ha voluto omaggiare la memoria di Ornella con tulipani gialli e un lungo applauso.
    IL RICORDO ALL’OSPEDALE CARDARELLI
    Alla panchina rossa del Cardarelli si sono ritrovati per un momento di commosso raccoglimento gli stessi operatori sanitari che hanno lottato sino alla fine per cercare di strappare alla morte la giovane mamma. Con loro, tra gli altri, la direzione strategica, la senatrice Valeria Valente (presidente della Commissione  Femminicidio) e la responsabile del centro antiviolenza Dafne, Elvira Reale. “Oggi ricordiamo a noi stessi – ha detto il direttore generale Giuseppe Longo – che abbiamo una grande responsabilità nei confronti di tutte le donne. La violenza di genere è qualcosa di odioso, un dramma contro il quale dobbiamo continuare a spenderci con tutte le nostre energie. Sento forte il dovere di ringraziare tutte le nostre operatrici e i nostri operatori che da sempre mettono il cuore e l’anima, oltre alla loro professionalità, nell’affrontare situazioni così dure e delicate”.
    Commosse e decise anche le parole della senatrice Valeria Valente: “Bisogna lavorare per fare in mondo che la violenza contro le donne non sia uno di quei temi sui quali continuare a piangere ogni volta che si consuma un delitto – ha detto -. Serve un deciso cambio di passo, la capacità di leggere la violenza per quella che è: un rapporto profondamente squilibrato tra uomini e donne. Dobbiamo essere capaci di non girare la testa dall’altro lato davanti a segnali che sono spesso molto evidenti, e questo vale per tutti. Bisogna credere alle donne – ha concluso al senatrice Valente – fare un’attenta valutazione del rischio, solo così possiamo intervenire in tempo per evitare il peggio”.
    Nel rispetto del distanziamento e delle normative anti contagio, la manifestazione di stamane ha  visto la presenza di medici, infermieri e operatori sociosanitari liberi dal servizio. Pochi minuti che sono però serviti a lanciare un messaggio forte: il Cardarelli non dimentica, il Cardarelli è e sarà sempre aperto alle richieste di aiuto delle donne. “Il nostro percorso rosa – hanno ricordato il direttore amministrativo Maria Maiorano e il direttore sanitario Giuseppe Russo – prende in carico ogni anno decine e decine di giovani donne che trovano così una via d’uscita dall’incubo. La violenza sulle donne è un tema verso il quale non intendiamo mollare di un centimetro, e anzi sono molto orgogliosa del lavoro che ogni giorno, ormai da anni, viene fatto da tutto il nostro personale nel prendersi cura di quante si affidano a noi. Così come sono fiera di poter dire che il nostro pronto soccorso, grazie al codice rosa, lavora con protocolli all’avanguardia studiati per proteggere le donne vittime di violenza. La morte di Ornella Pinto è qualcosa che ci ha colpito nel profondo, un monito in più che deve spingerci a fare sempre meglio. La nostra speranza è che un domani non debbano più esserci percorsi o codici rosa, che la parola femminicidio sparisca dal nostro vocabolario. Sino a quel momento, però, tutti noi saremo qui a combattere questa battaglia assieme alle donne che ci chiedono aiuto”.

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