Indagine Asl Caserta, soldi, borse griffate e gioielli alle mogli dei funzionari

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C’era un passaggio di danaro continuo tra imprenditori interessati ad avere appalti e i funzionari dell’Asl di Caserta, deputati a concederli, in particolare al Dipartimento di Salute Mentale (Dsm).

Un canale corruttivo sempre aperto alimentato anche regali costosi alle mogli dei funzionari, come borse di Louis Vuitton. Emerge dall’indagine della Procura di Napoli Nord – Procuratore Francesco Greco e sostituito Giovanni Corona – che ha portato 12 persone, tra funzionari, dipendenti e imprenditori, agli arresti domiciliari su ordine del Gip del tribunale di Napoli Nord, mentre ad altre sei persone sono state notificate misure interdittive.

Non solo soldi, ma borse costose da migliaia di euro regalate alle mogli dei funzionari dell’Asl di Caserta che lavoravano al Dipartimento di salute mentale coinvolti nell’inchiesta della Procura di Napoli Nord. A comprare borse e persino gioielli, imprenditori che volevano pilotare cosi’ gli appalti dell’Asl. Tra gli arrestati, figura l’ex funzionario del Dipartimento Luigi Carrizzone, figura centrale dell’indagine. A lui, secondo i pm, finivano tangenti e avrebbe gestito come socio di fatto due strutture di riabilitazione psichiatrica in cui indirizzava i pazienti che aveva in cura come funzionario medico dell’Asl, ovviamente a spese dell’azienda sanitaria. Ai domiciliari, il psichiatra dell’Asl Nicola Bonacci, il dipendente Antonio Stabile. Ci sono poi gli imprenditori arrestati, accusati di aver siglato accordi corruttivi tra cui l’imprenditore di Sessa Aurunca, Michele Schiavone, titolare di Rsa e centri per la riabilitazione psichiatrica, padre di Massimo, ex presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca; e Cuono Puzone, presidente della Misericordia di Caivano , associazione privata che effettua il servizio di emergenza 118 nel Casertano.



    Puzone e’ accusato di aver pagato tangenti ai funzionari del Dsm per avere alcuni appalti relativi al trasporto dei malati psichici. Arresti domiciliari anche per due imprenditori edili che effettuavano lavori per l’Asl, ovvero Alberto Marino di Casaluce e Antonio Papa di Marano di Napoli, e per un commercialista di Teverola, Antonio Scarpa.

    Tra gli indagati il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, che in una nota su facebook ribadisce “Mi auguro che questa vicenda si chiarisca subito nell’interesse di tutti”. “Ho appreso dell’indagine dalla stampa – sottolinea il vertice dell’assemblea legislativa campana -. Sono a disposizione dell’autorita’ giudiziaria. Non so qual e’ l’accusa, capiremo di piu’ appena potro’ leggere le carte. Ho gia’ dichiarato la mia disponibilita’ a voler conferire con l’autorita’ giudiziaria”.


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