Il sindacato degli agenti penitenziari Spp: ‘Al fianco degli avvocati contro la situazione insostenibile nelle carceri italiane’

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Nella splendida cornice di Piazza del Popolo si è festeggiato il 202 esimo annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria, peccato però che, fatta salva la location scelta, in concreto l’amministrazione penitenziaria sia vuota di ogni contenuto. Si festeggia, sì, ma gli atavici problemi del sistema carceri oggi acuiti, a nostro avviso, da inadeguatezza da parte di chi amministra la Giustizia ed il Dipartimento, sono lì, sotto gli occhi di tutti e a pagarne le drammatiche conseguenze, come sempre, sono i Poliziotti Penitenziari.
Il sistema penitenziario, oggi più che mai, possiamo definirlo allo sbando, non passa giorno senza che Poliziotti Penitenziari vengano brutalmente aggrediti da persone detenute, che vengano rinvenuti nelle carceri telefoni cellulari utilizzati dai ristretti per continuare a delinquere, per impartire ordini ad affiliati in libertà, che venga rinvenuta sostanza stupefacente, che detenuti si suicidino esasperati da un sistema che non offre loro nessuna reale possibilità di recupero, all’uopo va evidenziato che negli ultimi giorni sono stati tagliati i fondi per l’organizzazione e la realizzazioni di corsi scolastici e professionali in favore dei ristretti, con ovvie ripercussioni negative sulle attività trattamentali. Il sistema penitenziario ancora soffre di un grave sovraffollamento, numerose strutture presentano deficit strutturali che non permettono di garantire la sicurezza tanto dei ristretti quanto degli operatori, però in compenso si festeggia………cosa non si sa.
Negli ultimi periodi la recrudescenza di eventi fa tornare alla mente storie del passato, sì, quando alcuni vecchi Agenti di Custodia narravano di rivolte, oggi, sebbene dovrebbero essere antichi ricordi, tristemente constatiamo il riproporsi di violente forme di protesa da parte dei ristretti e, ancora una volta, gli unici a pagarne le negative conseguenze sono gli agenti penitenziari, lasciati solo a gestire situazioni al limite, senza strumenti e con pochi uomini. Agenti di Polizia Penitenziaria costretti ad acquistare privatamente capi di vestiario per poter svolgere il servizio, tutto perché da anni non viene loro consegnato il necessario per poter operare.
La sentenza Torreggiani avrebbe dovuto contribuire a dare più dignità alla detenzione e di riflesso sarebbero dovute migliorare anche le condizioni lavorative dei poliziotti penitenziari, ma invece la nostra politica ed i vertici di questa Amministrazione non sono stati in grado di porre rimedio alle tante contestazioni che la Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha mosso al nostro Paese, e per far finta di lenire le disumane condizioni detentive hanno ben pensato di aprire indiscriminatamente tutte le celle, adottando un fallimentare sistema di vigilanza denominato “ VIGILANZA DINAMICA”, permettendo che all’interno delle carceri crescesse il livello di violenza tra detenuti ed aumentasse lo stato di illegalità.
Ciò che ci lascia stupiti è, in questo giorno, la totale assenza delle voci dei grandi sindacati che, fino a poco tempo fa, solitamente nella giornata in cui si festeggiava l’annuale del Corpo, manifestavano per portare all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica ciò che non andava, il malessere del personale e le disfunzioni di un sistema, oggi invece le voci si sono sopite, nessuno protesta eppure abbiamo avuto riprova della totale incapacità gestionale e di quanto la politica sia realmente lontana dalla reali esigenze di un intero comparto.
Noi non intendiamo festeggiare un semplice numero (202), noi vorremmo festeggiare sui contenuti che possano rendere efficienti il sistema penitenziario, noi non ci saremo in Piazza del Popolo, noi abbiamo deciso di manifestare, offrendo il nostro sostegno ai penalisti italiani ed alle camere penali che hanno indetto una mobilitazione proprio contro lo sfracello del sistema penitenziario italiano, totalmente inadeguato e ancora oggi lontano dal raggiungere quegli obbiettivi ispiratori dettati dalla nostra Carta Costituzionale.




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