Bimba uccisa nel Salernitano la mamma ‘complice’ del marito incastrata dalle intercettazioni

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La Procura di Nocera Inferiore è convinta che Immacolata Monti sia complice del marito per la morte della loro figlioletta di otto mesi avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 giugno in un’abitazione di Sant’Egidio del Monte Albino in provincia di Salerno. Tesi che ha fatto scattare l’esecuzione della misura cautelare personale della custodia in carcere nei confronti della donna, indagata per omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia in concorso con il marito Giuseppe Passariello, già recluso a Fuorni dallo scorso 23 giugno. Le indagini, dirette dal procuratore capo Antonio Centore e coordinate dal sostituto procuratore Roberto Lenza, hanno permesso di raccogliere ulteriori elementi dai quali emergerebbe il coinvolgimento della mamma. La tesi prospettata dalla Procura e accolta dal gip è che Immacolata Monti non si sia limitata a coprire il marito ma che sia complice di tutta la vicenda. Ipotesi suffragata da alcune conversazioni ambientali tra i coniugi che sono state captate dagli investigatori nelle ore successive alla morte della neonata e che hanno fatto scattare la misura cautelare anche nei confronti della madre. Ulteriori elementi, poi, arriveranno dagli esiti della perizia autoptica e dall’esame dei reperti istologici effettuati dal medico legale, fondamentali per chiarire le cause del decesso. L’autopsia, tra l’altro, potrebbe dare risposte anche in merito alle patologie di cui, pare, soffrisse la piccola che era stata visitata più volte all’ospedale Santobono di Napoli. Aspetti su cui continuano a lavorare gli agenti della Squadra Mobile di Salerno e quelli del commissariato di Nocera Inferiore che hanno provato subito a far luce su questa tragica vicenda. La piccola, trasportata da un’ambulanza del 118 che l’aveva soccorsa nella sua abitazione di Sant’Egidio del Monte Albino, era giunta all’Umberto I già priva di vita. I medici del pronto soccorso avevano notato varie lividure ed escoriazioni. Le successive indagini hanno fatto emergere un quadro difficilissimo. Il papà, all’indomani della morte della figlioletta, era stato sorpreso alla stazione di Salerno da dove, pare, si stesse allontanando. Fermato dagli agenti, era stato trasportato in carcere in quanto gravemente indiziato di “ripetuti maltrattamenti che hanno causato la morte” della figlioletta “quale conseguenza delle lesioni riportate, aggravate dall’omissione reiterata dei necessari soccorsi”. Fermo poi convalidato dal gip che aveva disposto la reclusione in carcere. Dove, a poco più di una settima di distanza, è finita anche la moglie con l’accusa di concorso in omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia.


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