Castellammare di Stabia, l’ex ragazza del 26enne che ha ferito il negoziante di Via Roma racconta il suo incubo: “Mi ha picchiata fino a mandarmi in ospedale”

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Castellammare di Stabia. Marta ha vent’anni e un cuore pieno di paura. La sua voce trema, ha letto i giornali: il folle ventiseienne, che venerdì scorso ha sparato in pieno centro cittadino contro un commerciante di Castellammare, è il suo ex fidanzato. Solo poche settimane fa lo ha denunciato per percosse, dopo che l’aveva picchiata per strada. È scioccata Marta (il nome è di fantasia), non sapeva che quell’uomo brutale, che ha trasformato il suo sogno d’amore in un incubo, avesse la possibilità di utilizzare una pistola. Non può fare a meno di pensare che avrebbe potuto usarla contro di lei, quando schiaffi e spintoni non sarebbero bastati più. Marta ha deciso di raccontare la sua storia di donna maltrattata che si porta dietro a soli venti anni le ferite e le disillusioni per aver incontrato l’uomo sbagliato. Ma come nasce un amore violento? E soprattutto quando  questo amore si trasforma poi in incubo, che ti fa mancare l’aria?
“Potrei dirti che l’amore offusca la mente, ma la verità è un’altra – dice Marta rivivendo in un soffio il suo incubo -. All’inizio lui era dolce, premuroso, pieno di attenzioni. Era capace di dire sempre la cosa giusta, quella parolina magica, che arrivava proprio quando ti serviva e che ti faceva dimenticare tutto. Dopo poco ha iniziato a controllarmi, conosceva ogni minimo spostamento grazie al dispositivo del mio telefono cellulare con cui visualizzava ogni mia posizione, mi ha costretto ad allontanarmi da tutte le mie amicizie, non potevo più uscire neanche con mia madre. Piano piano mi ha fatto perdere completamente  l’autostima. Per lui ero solo un errore, sbagliavo in tutto, dal comportamento al modo di vestire. E io non avevo più un briciolo d’orgoglio”.
Quando ti ha dato il primo schiaffo cosa hai pensato? Perchè sei rimasta con lui?
“Quando mi ha dato il mio primo schiaffo sono stata malissimo, mi sono sentita sbagliata. Quasi come se me lo fossi meritato. Ho pianto moltissimo, cercavo di capire cosa ci fosse di sbagliato in me”.
Dove hai trovato il coraggio per lasciarlo e poi per denunciarlo?
“Lentamente ho cominciato a capire, che qualsiasi cosa facessi non cambiava il suo comportamento. Non ero io quella sbagliata. Ma sono rimasta con lui perché ho pensato che invece con il mio amore potesse cambiare lui, l’ho sperato. Fino ad una sera, quando ho capito che non c’era futuro per la nostra storia. Da lí l’escalation di violenza. Schiaffi e spintoni, che mi hanno provocato un trauma cranico. Sono stata salvata da una passante coraggiosa, che non si è voltata da un’altra parte e ha chiamato i soccorsi”.
Cosa vuoi dire alle altre donne, che vivono ancora il tuo stesso incubo?
“Voglio dire alle altre donne di denunciare le loro sofferenze senza nessuna paura. Di non lasciarsi umiliare all’infinito. Meritiamo di meglio e soprattuto voglio gridare, far sapere a tutti, che questi uomini non cambiano. Infine faccio un appello a tutte le persone che si trovano ad assistere a scene di maltrattamenti alle donne: non siate indifferenti. Alle volte basta un piccolo gesto di solidarietà per cambiare in meglio il destino di una persona”.

Marcella Aliberti


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