Camorra: ‘O’ nannone sparò contro gli Amato-Pagano’. I pentiti parlano del killer come ‘il Maradona dello sparare’. I VERBALI

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“Nel 2015 andammo al Metropolis ad Ischitella per festeggiare il compleanno di Vasapollo Mariano e c’era anche Genny Sautto e Sonia. lo, Russo Mario, Russo Emilio e Mariano Vasapollo eravamo tutti…. .. ……………. (omissis)………………….. Con noi Venne nel locale indicato anche o’ nannone del clan Sibillo. Quando o’ nannone fece una discussione con alcuni del clan Amato- Pagano, andò vicino ad una smart bianca di un suo amico per prendere una pistola che stava in macchina, ma il suo amico che aveva le chiavi era rimasto nel locale, perciò uscì …. (omissis) … e sparò nel vetro della Smart per aprire la macchina e o’ nannone prese la pistola, si tolse la maglietta e sparò all’impazzata fuori il locale”. E’ una dichiarazione datata 9 marzo del 2017 ed è del pentito Nunzio Montesano, che era stato affiliato al clan degli Amato-Pagano prima di passare a Caivano a gestire una sua piazza di spaccio. Non aveva paura di nessuno Antonio Napoletano giovane e spietato killer del clan Sibillo. I suoi nemici lo temevano. Basti pensare che come ha raccontato Maurizio Overa, uomo di punta del clan Mariano dei Quartieri spagnoli, Andrea Manna detto cioccolata uno del componenti del gruppo di fuoco dei Buonerba che uccise il boss Emanuele Sibillo, lo definiva “il Maradona dello sparare”. “O’ nannone era il terrore di via Pietro Colletta e della zona di via Tribunali”, ha riferito Vincenzo Amirante, boss pentito della ‘Paranza dei Bimbi’. Anche Assuntina Baldassare, moglie del pentito Raffaele Sollo, esponente di spicco del clan Mazzarella, ha parlato di lui con timore: “Ho sentito parlare di un ragazzo che chiamano o nannone; di lui posso dire che seminava il terrore, nel senso che a Forcella tutti dicevano che girava armato e che sparava facilmente; mia sorella Baldassarre Rita, moglie di del Prete Salvatore, mi ha detto che o Nannone ce l’aveva con lei perché quando era stato arrestato Del Prete Salvatore non aveva mai fatto un regalo a lui e alla sua famiglia. Ho sentito dire, ma solo sentito dire, che il nannone aveva ammazzato lui quel ragazzo ucciso nella piazza di Forcella a nome … (omissis)…”. Più nel dettaglio a tratteggiare la pericolosità di Antonio Napoletano è stato il boss pentito Vincenzo Amirante: “Fa parte del gruppo Sibillo. E’ un killer. Ho saputo da Toni Giuliano che ha commesso l’omicidio di una persona a nome… (omissis)… Ha partecipato ad incursioni armate contro i Trongone dopo l’omicidio Franzese. Ha anche sparato contro l’abitazione di Pasquale a’ caciotta per questioni di droga. Pasquale Sibillo mi ha riferito, uno o pochi giorni dopo l’omicidio… (omissis) … , che a commetterlo erano stati o’ nannone, Emanuele Sibillo, una persona soprannominata o’ figlio di Gabriele (arrestato per detenzione di una pistola e poi agli arresti domiciliari ad Avellino), e una persona soprannominata o’ cafone. Non conosco i dettagli. Napoletano Antonio era quello che si faceva vedere più spesso quando i fratelli Sibillo erano latitanti, e quasi tutte le sere anche lui andava a sparare contro il balcone dei Buonerba. Questo fino alla sera in cui fu colpito gravemente. Il Napoletano in quel periodo aveva anche ferito alle gambe un ragazzo a Porta Capuana. Al Napoletano spararono dal balcone dei Buonerba”. Il pentito Pasquale Orefice, esponente del clan Contini che di recente ha deciso di collaborare con la giustizia ha raccontato: “Prima di affiliarsi ai Sibillo, unitamente a Pasquale e Emanuele Sibillo, Ciro Contini, o’ nonno e altri, e’ stato affiliato ai Contini per 2-3 mesi, poi litigò con Ettore Bosti. Proprio io in quel periodo, a Natale 2013, gli ho regalato un maglione e lui mi chiamava o’ zi. In carcere ho saputo che stava con i Sibillo. Sono stato detenuto con Paolo Napoletano, fratello del padre, il quale mi ha parlato del fatto che o’ nannone stava a San Gaetano e Forcella e si era unito con i Sibillo. Se non ricordo male era fidanzato con una parente dei Sibillo. Durante un colloquio con mia moglie ad inizio 2014, mentre ero detenuto a Carinola, mi disse che o’ nannone voleva ammazzare mio cognato per una banale discussione. Mio cognato fa il pizzaiolo. Il padre del o’ nannone ora gestisce le sue cose…. Si era allontanato da Napoli, se non ricordo male, venne a San Giovanniello per incontrare Alfredino De feo, Tonino o’ cuozzo ossia Antonio Grassi oggi deceduto, alla mia presenza, per cercare di capire la situazione del figlio, in quanto aveva saputo che lo stavamo cercando poiché o’ nannone aveva fatto una rapina al nipote di De Feo, sottraendogli il motorino e picchiandolo. A quell’epoca o’ nannone non stava ancora con i Sibillo”. Un altro pentito Cristiano Piezzo di Marigliano, legato ai Mazzarella, invece ha raccontato: “Fa parte del clan Sibillo-Giuliano-Brunetti contrapposto al clan Mazzarella. La sua partecipazione al predetto clan me l’ha riferita Roberto De Bernardo che abitava a Forcella e si era trasferito Somma Vesuviana. Il De Bernardo diceva che ad ammazzare il padre era stato proprio o’ nannone. Dopo la morte del padre di De Bernardo e l’uscita dal carcere di Barile Salvatore formammo un solo gruppo per contrastare il predetto clan”.E ancora Carmine Campanile, altro affiliato ai Mazzarella, della zona delle Case Nuove, il 4 febbraio del 2019 dichiara: “L’ho conosciuto perché gli ho ritrovato il motociclo, Transalp di colore rosso e bianco, che lui aveva quando fu sparato nel 2015 e che abbandonò a Porta Nolana perché non era più marciante, che io rubai di notte mentre mi trovavo di passaggio proprio a Porta Nolana. Vennero da me Ciro Contini, detto “o’Niron” e Luca Capuano, detto “o’Cafon” che mi chiesero, sapendo che facevo questi reati nella zona di Porta Nolana, di restituire loro il motoveicolo di o’ nannone, cosa che feci. E’ stato in quell’occasione che ho avuto a che fare con queste persone; successivamente ho incontrato O’Nannone a piazza Mercato che parlava con …omissis… ed in questa occasione ci siamo conosciuti”. E infine l’ultimo pentito in ordine di tempo, Gennaro Buonocore, ras di piazza Marcato legato ai Mazzarella che a novembre dello scorso anno ha deciso di passare dalla parte dello stato, a proposito di Antonio Napoletano ha detto: “E’ un killer della famiglia Sibillo con cui è anche imparentato, nel senso che è il padre di una bambina che ha generato con una cugina di Emanuele Sibillo. Ha fatto parte dei vecchi e dei nuovi Sibillo in quanto è una figura importante nel clan e quando era libero, era uno dei reggenti del clan di rango anche superiore a Marco Sibillo. Ho già riferito sulla sua partecipazione all’omicidio di… (omissis) … , e per come mi fa notare, all’omicidio di… (omissis) …”.

Rosaria Federico


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