Ristoratore e trafficante internazionale di droga: manette all’imprenditore Armando Manzi e altre 16 persone

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I militari della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino e la direzione Investigativa Antimafia di Napoli, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia napoletana – a carico di 17 persone in ordine ai reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e di importazione di quantita’ anche ingenti di sostanze del tipo cocaina ed hashish. Secondo la ricostruzione degli inquirenti a capo dell’organizzazione sarebbe stato l’imprenditore nolano Armando Manzi, attivo nel settore della ristorazione, affiancato dal figlio Oreste e da diversi collaboratori, in grado di importare dalla Spagna considerevoli partite di droga destinate al mercato delle province di Napoli e Avellino. Nel corso delle indagini era stato operato il sequestro complessivo di 323 kg di hashish, per un valore di 3.230.000,00. Le indagini hanno permesso anche di accertare che i membri di vertice del sodalizio hanno intrattenuto per alcuni anni legami con esponenti del clan metropolitano dei Lo Russo , in particolare agevolando fra il 2012 ed il 2014 la latitanza del capo clan – ora collaboratore di giustizia – Antonio Lo Russo, ed in particolare ospitandolo nelle zone di Roccarainola, Comiziano e Sperone e gestendo unitamente ad appartenenti del predetto clan importazioni di stupefacente dell’estero. Sequestrata anche la struttura ricettiva per cerimonie denominata Villa Manzi, sita in Roccarainola, e le quote della societa’ proprietaria della stessa, riconducibili a Manzi pur se formalmente intestate a soggetti prestanome. Si tratta della medesima struttura ricettiva che – scrivono gli inquirenti – nel corso delle indagini, era utilizzata come base per alcune operazioni di ricezione e stoccaggio di partite ingenti di stupefacenti, per lo svolgimento di riunioni fra gli associati ed anche per appoggio logistico alla latitanza del capo clan Antonio Lo Russo.


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