Ecoballe, camorra, roghi e bonifica: questi i temi del dossier rifiuti che il premier Conte discuterà a Caserta

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Caserta. Ecoballe, roghi, bonifica degli impianti e differenziata mai decollata e non ultima la camorra che continua a gestire il business dei rifiuti: sono questi i temi al centro del dossier che il premier Giuseppe Conte discuterà domani a Caserta. Un dossier che riguarda soprattutto Napoli e Caserta, ma che rischia di allargarsi a macchia d’olio a tutta la Campania. Di più stretta attualità i roghi che hanno incenerito le decine di tonnellate di rifiuti accumulate in aziende private e stabilimenti pubblici, da ultimo lo Stir di Santa Maria Capua Vetere, provocando nubi tossiche e proteste dei cittadini. Da luglio se ne contano almeno otto in tutta la Campania, quattro solo nel Casertano, tra cui alla Lea srl di Marcianise, che dopo settimane continua ad emettere le sue tossiche fumarole; sono poi andati a fuoco gli stir di Battipaglia (Salerno) e Casalduni (Benevento), nel Napoletano un’azienda di San Vitaliano e la De Gennaro di Caivano, dove erano depositati rifiuti in carta e plastica conferiti da moltissime amministrazioni comunali, la quasi totalità di quelle casertane e napoletane. Si ipotizza un’unica mano che vorrebbe provocare un’altra emergenza rifiuti. E ancora, la situazione molto critica di Torre del Greco (Napoli) dove sono stati incendiati rifiuti e dove le isole ecologiche sono piene di spazzatura da smaltire. Senza soluzioni strutturali, come l’incremento sensibile della differenziata per i rifiuti riciclabili e la costruzione di impianti di compostaggio che lavorino la frazione umida, su cui continua ad esserci l’opposizione delle comunità locali e su cui peraltro il Governo ha poche competenze, quasi tutte in mano alla Regione, l’emergenza potrebbe deflagrare presto, mentre molti comuni continuano a inviare con esborsi notevoli i rifiuti, specie l’umido, in altre regioni o all’estero. E decine di aziende private operano in nero, scaricando i propri scarti per strada. Molte sono destinatarie di interdittive antimafia ma comunque continuano a lavorare nei comuni in virtù di proroghe, su cui spesso è intervenuta la magistratura, arrestando sindaci e amministratori locali.




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