Cronaca Giudiziaria

‘Camorra, il pentito Raimo: ‘Li dovevamo aggredire senza ritegno, schiattandogli ‘a capa’

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“Li dovevamo aggredire senza ritegno, schiattandogli ‘a capa”. Sono queste le testuali parole contenute in un verbale datato maggio 2018 che il pentito di Ercolano, Francesco Raimo ha rilasciato davanti ai magistrati dell’antimafia. Il pericoloso killer di origini stabiesi, tanto che il suo soprannome è o’ castellone, ha svelato i retroscena di una mattanza mancata durante la faida di camorra nella zona vesuviana e degli accordi trasversali tra clan. I Birra-Iacomino di Ercolano, di cui faceva parte, e i Gionta e i Chierchia di Torre Annunziata avevano sancito un’alleanza per sterminare i nemici ‘storici’ dei Gallo-Cavalieri. E lui era stato incaricato insieme con altri complici di compiere lo sterminio. Ha raccontato Raimo:  “Sono stato costantemente in contatto con espo­nenti del clan Gionta e con esponenti del clan Chierchia-Fransuà. Mi sono recato moltissime volte a Torre Annunziata, assieme ad altri affiliati, tra i quali Scarrone Agostino, Uliano Ciro e Fioto Lorenzo, in previsione degli agguati che, in complicità, dovevamo commettere insieme ai nostri alleati torresi dell’epoca. Il primo nome in cima alla lista era quello di Nunzio Palumbo esponente di spicco del clan Gallo Cavalieri. Nel periodo in cui eravamo pronti per aggredire Nunzio Palumbo, i Chierchia mi spro­narono, qualora nell’agguato eravamo pronti ad aggredire anche Nicola ‘o spagnuolo e  “Giannino” Colonna”. A questi due uomini in particolare e vicini al clan Gallo su ordine dei fransuà “Li dovevamo aggredire senza ritegno, “schiattandogli ‘a capa”, ha spiegato Rai­mo alla Dda. Ma oltre ai nemici dei “torresi” c’era anche un altro agguato da mettere a segno. Una raid a colpi di kalashnikov per colpire Pietro Papale e Bar­tolomeo Palomba, due boss del clan Ascione-Papale. Entrambi sono stati condannati lo scorso anno a 24 anni di carcere ciascuno per l’omicidio di Giorgio Scarrone, fratello del killer poi pentito Agostino Scarrone, autore dell’omicidio di Antonio Papale e come ha raccontato il pentito doveva essere nel commando di morte che doveva uccidere entrambi.

(nella foto da sinistra il pentito Francesco Raimo e Pietro Papale e Bartolomeo Palomba)


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