L’amante del boss morì per sbaglio: tra i killer anche il genero del capo delle ‘ndrine ucciso a Poggioreale

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Fortunata Fortugno, la donna morta in un agguato il 16 marzo scorso a Reggio Calabria è stata uccisa per errore. Il vero obiettivo dell’agguato era Demetrio Logiudice, un boss vicino al clan Tegano. Ne sono convinto gli investigatori che oggi hanno arrestato 4 persone tra cui l’esecutore materiale, Paolo Chimenti, figlio 28enne di Pasquale assassinato in un agguato il 15 febbraio del 2018. Dopo una serie di riscontri scientifici e con l’aiuto delle telecamere di video sorveglianza le indagini della squadra mobile di Reggio Calabria hanno portato al fermo di Paolo Chindemi, 28 anni, di Gallico e di altre tre persone, Mario Chindemi, zio del presunto killer, Santo Pellegrino e Ettore Corrado Bilardi. Nel corso di una conversazione ambientale captata in macchina, gli indagati – fra i quali Paolo Chindemi – – facevano riferimento alla circostanza che la donna si stava voltando per guardare indietro quando è stata colpita, al fatto che la stessa sia morta per colpa dell´uomo con cui era in macchina, al quale aveva sostanzialmente fatto da scudo, salvandogli la vita. In un’altra conversazione ambientale, il presunto killer confessava di aver commesso un omicidio. Fondamentali per la risoluzione del caso sono state le immagini acquisite dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati nonche’ le attivita’ di intercettazione ambientale locale e veicolare. All´esecuzione delle misure ha contribuito anche il Reparto Prevenzione Crimine “Calabria” della Polizia di Stato. I fermati sono Paolo e Mario Chindemi, rispettivamente cl. 1990 e 1968, Santo Pellegrino, cl. 1986, e il pregiudicato Ettore Corrado Biliardi, cl. 1952, genero del boss storico della ‘ndrangheta reggina “don Mico” (Domenico) Tripodo, assassinato nel 1977 all’interno del carcere di Poggioreale su mandato dei De Stefano. I quattro sono ritenuti parte di un emergente gruppo mafioso, aderente alla ‘ndrangheta, dedito a delitti contro la persona e il patrimonio e che ha intessuto relazioni con esponenti di affermate ‘ndrine operanti nei mandamenti tirrenico e ionico della provincia di Reggio Calabria. Le conversazioni intercettate nel corso delle attivita’ tecniche hanno dimostrato che lo scopo fondamentale della consorteria, facente capo ai Chindemi, era quello di affermare la propria leadership criminale, conquistando spazi sempre piu’ ampi nel territorio di Gallico, anche con l´uso delle armi, pianificando azioni volte ad assumere il controllo delle attivita’ estorsive in danno di imprenditori e commercianti del luogo e ad eliminare esponenti delle fazioni contrapposte.


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