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L’antiterrorismo indaga sul caso di Rosa Di Domenico: i sospetti su una rete di fanatici dell’Islam

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Spunti investigativi emergono dal l’interrogatorio di Rosa Di Domenico, la quindicenne rientrata in Italia con un volo da Ankara questo pomeriggio. La ragazza, allontanatasi a maggio scorso, e’ stata ascoltata dai pm della procura di Napoli Nord e dalla Squadra mobile di Napoli che Indaga sul suo allontanamento apparentemente volontario dall’Italia. Due le inchieste, una ordinaria l’altra dell’Antiterrorismo. Al momento non si sa cosa sia successo. Ma dalle prime notizie che trapelano si è stabilito che la ragazzina sarebbe stata portata via da Sant’Antimo a bordo di un furgone guidato da un connazionale di Alì, Quasib, l’ uomo che è sospettato di aver instradato Rosa Di Domenico verso la radicalizzazione per l’Islam. E sarebbe un altro  cittadino pakistano che si sarebbe prestato a fare da transfert. Sono entrambi indagati. Gli investigatori hanno chiesto a Rosa se era prigioniera e si è liberata? Oppure il pakistano l’ha lasciata libera spontaneamente perché si sentiva braccato? Dove ha vissuto in questi dieci mesi? Come è stata trattata? Gli inquirenti stanno anche verificando l’esistenza di una rete di contatti che potrebbe aver protetto Alì durante il suo allontanamento dall’Italia. E tra l’altro bisogna anche capire come ha lasciato l’Italia, lei che nemmeno disponeva di un passaporto. Probabilmente Alì  da Brescia ha seguito la rotta “balcanica” l’ha portata fino in Turchia, passando per la Germania. La Squadra mobile di Napoli aveva puntato da tempo i riflettori proprio sulla Turchia, considerandola la meta in cui a lungo è stata tenuta segregata la vittima. Perché per tutto questo periodo a Rosa non è stato consentito di rientrare in Italia nonostante la telefonata a Natale e la promessa che sarebbe tornata presto?Ma la cosa importante da capire è chi c’è dietro  Alì Quasib. E per questo che indaga anche l’anti terrorismo. Rosa ieri mattina si era rivolta l’autorita’ consolare italiana a Istanbul chiedendo di essere rimpatriata, e dopo gli opportuni contatti attraverso i carabinieri con i genitori per confermarne l’identita’, e’ stata imbarcata su un volo ed e’ atterrata a Capodichino alle 17,35 . La Squadra mobile ha anche acquisito informazioni dagli organi di polizia turca attraverso l’Interpol dopo che era stata emanata una nota di rintraccio a seguito della denuncia dei genitori. In questa inchiesta, c’e’ gia’ un un indagato, il pakistano Alì Quasib l’ uomo che è sospettato di aver instradato Rosa Di Domenico verso la radicalizzazione per l’Islam. Sin da subito la Turchia era stato individuato come paese in cui era approdata la ragazza dopo la sua fuga dall’Italia.  Rosa e’ arrivata all’aeroporto di Capodichino alle 17,35 con un volo proveniente da Ankara. Non appena ha messo piede a terra e’ stata portata in una stanza della Polfer dove ad aspettarla c’erano gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e i pm della Procura di Napoli Nord e dell’antiterrorismo. Ha dovuto raccontare tutto quello che e’ successo dal 27 maggio, giorno della sua scomparsa, fino a ieri mattina quando alle 9 ha bussato alla porta del consolato italiano ad Ankara e ha chiesto di parlare con un funzionario: “Sono Rosa Di Domenico, voglio tornare a casa”. Poi la telefonata con la mamma: “Sto tornando, sto bene”, le lacrime a singhiozzo. La madre all’aeroporto ha avuto anche uno svenimento ed e’ stata soccorsa dagli operatori del 118. L’interrogatorio e’ durato oltre tre ore nelle quali “ci sono spunti investigativi sui quali occorrono verifiche”, commenta il procuratore di Napoli Nord Francesco Greco. Rosa e’ arrivata a casa a Sant’Antimo, comune a Nord di Napoli, in tarda serata accolta da moltissimi amici, familiari che hanno applaudito commossi.


Articolo pubblicato il giorno 6 Marzo 2018 - 07:18

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