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Violenza sessuale aggravata è la pesante ipotesi di reato contestata al giovane in seguito alla denuncia della ragazzina che, dopo essersi confidata con le assistenti sociali della struttura, ha poi confermato le accuse nel corso di un delicatissimo incidente probatorio avvenuto nel febbraio dello scorso anno davanti al Gip del tribunale di Salerno Stefano Berni Canani. La vicenda si è consumata nel 2015. L'operatore violentò la ragazina nell'ambito di un clima estremamente confidenziale che si era creato tra i due.
Giovanissimo, l'operatore aveva stabilito con l'adolescente un forte legame. Lei, con una storia familiare difficile e complicata ulteriormente dall'arresto della madre per spaccio di stupefacenti, si fidava di lui e, proprio per questo motivo, prima di denunciare gli episodi, ci ha pensato più volte. Il suo malessere, però, non è sfuggito alla responsabile della struttura.
È stata la stessa minore nel corso dell'incidente probatorio ad affermare che credeva ciecamente in quell'uomo che ogni giorno incontrava in quella casa che, per lei, rappresentava ormai una famiglia. L'indagato, dal suo canto, avrebbe perso la testa per quella ragazzina e per questo che la violentò. Gli abusi si sarebbero consumati una notte all'interno della stanza dove l'adolescente dormiva. Sarebbe stata la stessa ragazzina a far entrare l'uomo per chiacchierare un po'. La situazione, però, sarebbe sfuggita di mano e l'uomo avrebbe abusato della ragazzina.
Queste, almeno, le accuse formulate dalla Procura che passeranno ora al vaglio del Gup che dovrà decidere se rinviare a giudizio l'imputato facendo così aprire un processo a suo carico. Contro il giovane, allontanato nel febbraio scorso dalla casa famiglia, restano, al momento, le accuse della ragazzina che avrebbe fatto luce sugli episodi accaduti all'interno della struttura dove sono ospiti una quindicina di ragazzi con problemi familiari.











































































