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Questi fantasmi!, per la regia di Marco Tullio Giordana, al Teatro Bellini di Napoli

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Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo, da questa sera 9 gennaio e fino al 21 – poi in tournée fino al 22 aprile – diretto da Marco Tullio Giordana con Carolina Rosi e Gianfelice Imparato. Dopo circa un anno dalla prematura scomparsa di Luca De Filippo, avvenuta il 27 novembre del 2015, la Elledieffe, compagnia teatrale oggi diretta da Carolina Rosi, metteva in scena con la regia di Marco Tullio Giordana il capolavoro eduardiano Questi fantasmi!.
“Un debutto che è stato molto importante per la compagnia – spiega Carolina Rosi – per tante ragioni. Sintesi di un lavoro che ci ha portato ad avviare percorsi artistici condivisi e che oggi, nel rigoroso segno di Luca, continua a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale italiana”.
Un debutto significativo e fortunato, quello di Questi fantasmi!, a settant’anni dalla sua prima rappresentazione – avvenuta il 7 gennaio 1946 al Teatro Eliseo di Roma -, in un’edizione affidata a uno dei più rigorosi e autorevoli registi italiani.
IL cast tiene insieme più generazioni di attori: Gianfelice Imparato, nel ruolo di Pasquale Lojacono, affiancato da Carolina Rosi (Maria, la moglie) e da Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, fino ai giovanissimi Federica Altamura, Andrea Cioffi, Viola Forestiero. La scenografia e le luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Francesca Livia Sartori, le musiche di Andrea Farri.
”Eduardo è uno dei nostri grandi monumenti del ‘900 – sottolinea il regista Marco Tullio Giordana – conosciuto e rappresentato, insieme a Pirandello, nei teatri di tutto il mondo. Grandezza che non è sbiadita col tempo, non vale solo come testimone di un’epoca. Al contrario – prosegue – l’attualità di un testo come Questi fantasmi! è per me addirittura sconcertante. Emerge dal testo non solo la Napoli grandiosa e miserabile del dopoguerra, la vita grama, la presenza liberatrice/dominatrice degli Alleati, ma anche un sentimento che ritrovo intatto in questo tempo, un dolore che non ha mai abbandonato la città e insieme il suo controcanto gioioso, quello che Ungaretti chiamerebbe l’allegria del naufragio”.

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