Giugliano, falsi invalidi al Comune: condannato il pentito Pirozzi

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Giugliano. E’ stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere, Giuliano Pirozzi, pentito eccellente del clan Mallardo, nell’ambito del processo falsi invalidi al Comune e che lo vedeva imputato insieme ad altri soggetti. E’ la seconda condanna per il collaboratore di giustizia dopo quella risalente alla scorsa estate (5 anni e 4 mesi di reclusione, più il pagamento della multa da 3750 euro per estorsione e falso in atto pubblico nel- l’inchiesta sul racket sugli appalti del Comune di Giugliano). Anche in questo caso, nonostante le attenuanti generiche per la sua posizione di collaboratore di giustizia, ha ottenuto una pena rilevante, più il pagamento delle spese processuali, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale per la durata della pena ed inoltre dovrà risarcire anche il Comune di Giugliano che si è costituito parte civile nel processo.
Più di 80 furono le persone iscritte nel registro degli indagati, accusati di aver truffato lo Stato. Nel procedimento, come ricorda Il Roma, furono coinvolti nel settembre dell’anno scorso professionisti insospettabili, parenti degli affiliati al clan Mallardo e finanche il sacrestano di una nota parrocchia locale. Il gruppo dei finanzieri del Gico eseguì diverse ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, alcuni dei quali in seguito al ricorso al Tribunale per il Riesame ottennero la scarcerazione. Giuliano Pirozzi, come raccontato dallo stesso  agli inquirenti nel corso di tre interrogatori, aveva il compito di fare da tramite tra i familiari degli affiliati ed i dipendenti del Comune ai quali forniva documenti per avviare le pratiche che ha consentito a centinaia di soggetti di ottenere indebitamente pensioni di invalidità e/o di accompagnamento, in totale assenza dei necessari requisiti previsti dalla legge e, in taluni casi, senza che fosse stata presentata l’istanza per il riconoscimento dei benefici. Nello specifico, secondo quanto è stato accertato nel corso delle indagini dalla Guardia di Finanza,  venivano falsificati i verbali della commissione medica di verifica.




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