Walter Novellino è un fiume in piena e non si capacita per la rete annullata ad Asencio al 91'. Sarebbe stato il gol del 2-2 e difficilmente sul ribaltamento di fronte la Cremonese avrebbe trovato il tris con Castrovilli. L'Avellino si sente così scippato di un punto, con l'allenatore biancoverde che dà la sua versione dei fatti sull'episodio incriminato. «È molto triste commentare questo gol annullato, perché noi lavoriamo una settimana intera e non è giusto. Il gol era regolare, Asencio ha preso bene il tempo, ha staccato meglio di Ravaglia e l'arbitro aveva anche assegnato il gol, poi è stato l'assistente ad annullarlo richiamando la sua attenzione. Le immagini sono chiare, è un peccato perché avevamo messo tutto in campo ed avremmo meritato di pareggiare la partita. Anche se». Qui arriva il secondo appunto del post-partita che Novellino rivolge stavolta ai suoi difensori. Perché i due gol della Cremonese sono arrivati in situazioni simili, con due spunti sulla destra rispettivamente di Croce e Renzetti non tenuti dalla retroguardia biancoverde. «Abbiamo commesso degli errori anche abbastanza gravi sottolinea il tecnico irpino perché in quella situazione non bisogna fare il fuorigioco ma dobbiamo marcare l'uomo. Possono capitare queste disattenzioni, specie in avvio di stagione quando la condizione non è ancora ottimale. Ma sono cose che vanno corrette, le analizzeremo e ci lavoreremo, dato che sono sbavature che possono farti perdere punti importanti, c'è grande rammarico». Nonostante tutto, però, Novellino prova a vedere il bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo giocato a viso aperto, provando a fare la nostra partita e mettere in difficoltà la Cremonese. I ragazzi hanno dato tutto e avrebbero meritato un epilogo diverso. La fase offensiva mi è piaciuta, ho visto buoni movimenti, tutti hanno fatto una buona partita, mentre nel pacchetto arretrato dobbiamo rivedere qualcosa, è normale».
Salernitana: Bollini sceglie Gatto
Bollini conferma il tridente e lancia Gatto nel tridente al posto di Rosina. Il trainer granata suona comunque la carica. Siamo alla prima in campionato all'Arechi ha dichiarato ieri l'allenatore nell'oramai inveterato monologo privo di ogni forma di contraddittorio Pretendo e sto cercando di trasmettere alla squadra non solo le varie condizioni calcistiche e le idee per affrontare al meglio questa partita, ma anche quel senso di lotta e di fatica che il gruppo deve avere nel suo dna. Bollini prova a vestire i panni del condottiero e cerca di fare breccia nel cuore della tifoseria. Un messaggio figlio anche della campagna abbonamenti che si chiude con un flop: quasi la metà dei carnet staccati rispetto all'anno scorso. Mi auguro di regalare al nostro pubblico quelle soddisfazioni che merita. Il campionato è molto difficile e per noi avere un reale e costruttivo sostegno da parte di tutto l'ambiente è molto importante. Starà a noi fare in modo che la gente si appassioni sempre di più in un campionato che a detta di tutti è molto complicato, lungo e difficile dove le parole equilibrio e calore sono fondamentali. Per farlo, Bollini non deroga dal suo credo tattico, varando una squadra a (apparente) trazione anteriore. Il tecnico si dice anche soddisfatto degli ultimi acquisti. Sono molto contento perché siamo andati ad allargare il numero della rosa e in particolare il fronte offensivo con giocatori di qualità ed esperienza. Rodriguez e Kiyine hanno svolto ieri l'altro un lavoro defaticante, ma solo ieri si sono approcciati alla squadra, mentre Di Roberto ha un giorno in più di allenamento con il gruppo. Poi però chiarisce che ci vorrà del tempo per vederli al top. In estate hanno raccolto un minutaggio basso in partita e sarà necessario un po' di tempo fisiologico per averli al meglio. Per la gara di stasera deciderò se impiegarli o meno tenendo in considerazione anche l'equilibrio del gruppo. Già, gli equilibri. Quelli che la squadra dovrà avere in campo contro una Ternana che non sembra per nulla intenzionata a recitare il ruolo di vittima sacrificale. Stasera affrontiamo un avversario che sa stare bene in campo e lo ha dimostrato alla prima giornata contro l'Empoli. La Ternana sa giocare al calcio ed ha un grande temperamento. Una pausa e aggiunge. E' una squadra che ha coraggio e idee: contro l'Empoli ha saputo giocare a viso aperto. Hanno un reparto offensivo impostato su fisicità e una buona tecnica, una squadra che al di là del modulo sa interpretare e cambiare il suo gioco. Fin qui, l'analisi dell'avversario. Stasera, però, la Salernitana dovrà provare a far valere il fattore campo ed anche il tasso tecnico superiore della sua rosa. Noi dobbiamo mettere in campo la positività del nostro lavoro, ma soprattutto l'approccio e la simbiosi positiva che vogliamo fortemente con il nostro pubblico. Dovremo essere bravi ad avere altrettanto coraggio e a far vivere le nostre idee".
Notte di terrore del carcere di Santa Maria Capua Vetere: detenuti e agenti ustionati in un incendio
Notte di panico e terrore, quella fra sabato e domenica nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove un detenuto di origini georgiane ha fatto scoppiare un incendio nella cella. I suoi compagni di cella insieme con gli agenti penitenziari accorsi subito sono rimasti ustionati e intossicati dal fumo nel tentativo di spegnere le fiamme. L'uomo, 30 anni, in carcere per furti, aveva appiccato il fuoco utilizzando i fornellini in dotazione ai detenuti nelle celle. Tre agenti penitenziari hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici dell'ospedale e sono stati giudicati guarbili in cinque giorni. I suoi compgani di cella intossicati dal fumo invece poi sono stati trasferiti in un'altra cella. Il georgiano è stato messo in isolamento ed è probabile che sarà trasferito in un altro carcere.
Casertana: incidenti e complimenti
Incidenti post Casertana-Catania: proseguono le indagini della Questura. Gli inquirenti stanno visionando le immagini riprese da alcuni agenti durante i tafferugli avvenuti sabato sera dopo la partita disputata allo stadio Pinto. Ancora da appurare la dinamica dei fatti, come riferiscono fonti della Questura. Secondo le prime ricostruzioni ad originare gli scontri sarebbe stato l'agguato di un gruppo di casertani che, assiepatisi all'incrocio tra via Falcone e via Borsellino, avrebbero atteso l'arrivo dei catanesi per poi bersagliarli con un fitto lancio di pietre provocandone la reazione, poi arginata con una carica di alleggerimento e il lancio di due lacrimogeni dalle forze dell'ordine. Residenti della zona però, riferiscono una versione diversa dei fatti secondo cui sarebbero i siciliani, in alcun modo provocati, ad aver abbandonato i mezzi per danneggiare le autovetture parcheggiate lungo la strada. Una versione che non convince gli inquirenti. La Questura, infatti, assicura che l'autobus e due furgoncini che trasportavano i tifosi catanesi erano scortati dalle forze dell'ordine che hanno assistito all'agguato dei casertani. Per fortuna il bilancio degli scontri si limita al danneggiamento di un'auto della Digos (lunotto posteriore frantumato) accorsa a dar man forte agli agenti della scorta quando i catanesi erano già tornati su autobus e furgoni. Nei prossimi giorni si attendono sviluppi decisivi nelle indagini che, al momento, sono volte a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti e ad individuare i responsabili dei disordini tra cui, lo sospettano gli inquirenti, ci sarebbero soggetti già colpiti in passato da provvedimenti di Daspo. Possibile che per i tifosi della Casertana scatti il divieto di trasferta. Gli incidenti del dopo gara ingrigiscono ma non cancellano la meravigliosa serata di calcio che la Casertana ha offerto ai tifosi del Pinto. La vittoria contro il Catania ha confermato che la squadra di Scazzola c'è e che può recitare un ruolo da protagonista in questo campionato. A maggior ragione perché i falchetti hanno sconfitto con merito una delle favorite alla vittoria del campionato pur non essendo al 100% delle proprie possibilità. Polak e De Rose si allenano con la squadra da pochi giorni, Turchetta e Galli hanno giocato poche ore dopo la firma del contratto e Cardelli, ingaggiato per far fronte all'infortunio del portiere Benassi, ha disputato una prova tutto sommato positiva.
Paganese: ecco l'effetto Favo
La cura del nuovo allenatore rilancia subito la Paganese. Nemmeno il tempo di assorbire l'arrivo di Massimiliano Favo in panchina che la formazione azzurrostellata sbanca Cosenza e rialza la china in classifica. Il micidiale uno-due al termine della prima frazione segna il punto di svolta per Carcione e compagni. Una condotta di gara che limita al minimo ogni rischio, nonostante un fisiologico calo atletico nella ripresa neutralizzato dalle parate del solito Gomis, e la capacità di concretizzare ogni occasione negli ultimi sedici metri portano i primi punti in cascina ed un ritrovato entusiasmo. Spazzati via in un colpo solo i mugugni dell'ambiente successivi alla sconfitta con il Bisceglie, gli azzurrostellati hanno palesato una migliore organizzazione tattica ed una condizione fisica in leggera crescita, anche se ancora distante dalla soglia ottimale. I vari Regolanti, Baccolo e Cesaretti sono ancora a mezzo servizio ma la voglia dell'allenatore di gettarli subito nella mischia può accelerare il processo di crescita necessario alle sorti della Paganese. Stavolta il San Vito-Marulla si è rivelato benevolo per gli azzurrostellati che un paio di mesi fa dovettero fermare la loro corsa playoff proprio contro il Cosenza. Ci hanno pensato Cesaretti e Talamo a lanciare gli azzurrostellati sul finire della prima frazione sfruttando al massimo gli spazi concessi dalla difesa rossoblu. Diverse le note positive emerse in terra calabrese. In primis dal centrale Carini che si è riscattato al meglio rispetto alle sbavature dell'esordio ergendosi a leader del pacchetto arretrato. Così come non sono dispiaciuti gli apporti degli esterni bassi Picone e Della Corte. Anche dalla cintola in su, dove le gambe viaggiano ancora a marce basse, arrivano segnali incoraggianti di ripresa. Tutti dati da confermare ulteriormente nella sfida di sabato prossimo al Torre contro la Reggina (ore 20:30). Per l'occasione sarà disponibile anche l'ultimo arrivato, il centrale di difesa Luca Piana. Non è da escludere almeno un altro innesto dal mercato degli svincolati.
Arrestato in Uruguay il boss della 'ndrangheta, Rocco Morabito: era latitante dal '94
E' stato arrestato in Uruguay, dopo 23 anni di latitanza, il boss dell 'ndrangheta Rocco Morabito, considerato a lungo "il re milanese della cocaina". Lo ha annunciato il ministero dell'Interno uruguayano, spiegando che sara' estradato in Italia. La cattura e' avvenuta domenica in un hotel di Montevideo, insieme a una donna angolana con passaporto portoghese che risulta essere la moglie: il boss risiedeva a Punta del Este sotto il nome di Francisco Capeleto, una falsa identita' brasiliana che gli aveva permesso di ottenere una carta d'identita' uruguayana. A Morabito sono stai confiscati una pistola, 13 cellulari, 12 carte di credito e assegni in dollari.
Camorra, domani il Riesame decide sulla scarcerazione del 'macellaio' dei due contrabbanideri
Domani mattina, dinanzi alla ottava sezione del Tribunale del Riesame di Napoli, comparirà Domenico D’Andò 'o chiatto, il 21enne di Afragola ritenuto uno dei due esecutori materiali del duplice omicidio da "macelleria messicana" dei due contrabbandieri Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, uccisi, fatti a pezzi e sotterrati nelle campagne di Afragola nel gennaio scorso. Il suo avvocato Domenico Dello Iacono ha chiesto la scarcerazione o in subordine gli arresti domiciliari. Domenico D'Andò è legato al clan Amato-Pagano. Secondo le indagini della squadra mobile di Napoli e della Dda il duplice omicidio è da inquadrarsi nella lotta per il contrabbando nell'area Nord di Napoli. Il 21enne, nipote di Pietro Caiazza altro esponente di spicco del clan degli "Spagnoli" di Melito ma in rottura con il reggente Ciro Mauriello avrebbe agito con la complicità di un minorenne, Aniello I. che si trova nel carcere di Nisida.
(nella foto le due vittime)
Musei: domenica gratis, boom di ingressi nei siti della Campania
Prosegue il successo della #domenicalmuseo, la promozione introdotta nel luglio del 2014 dal ministero dei Beni e delle attivita' culturali e del turismo che prevede l'ingresso gratuito nei musei e nei luoghi della cultura statali ogni prima domenica del mese. Anche in questa edizione di settembre grande affluenza di visitatori nei musei e nei parchi archeologici statali e nei tanti musei civici che aderiscono alla promozione. Grande successo - sottolinea il Mibact - anche per #mirabilivisioni, la campagna social dei #museitaliani che invita i visitatori a fotografare e condividere gli scatti delle opere delle collezioni statali. Questi i dati definitivi dei visitatori nei principali luoghi della cultura: 31.174 Parco archeologico Colosseo; 19.369 Pompei; 14.194 Reggia Caserta; 9.924 Boboli; 7.613 Uffizi; 6.397 Palazzo Pitti; 6.206 Galleria Accademia di Firenze; 5.648 Museo archeologico nazionale Napoli; 5.401 Villa D'Este; 5.372 Musei reali Torino; 5.308 Museo nazionale romano; 5.303 Castel S.Angelo; 5.258 Paestum; 4.283 Ercolano; 4.093 Brera; 3.946 Museo archeologico nazionale Reggio Calabria; 3.909 Galleria Nazionale Arte Moderna e Contemporanea Roma; 3.451 Villa Adriana; 2.892 Museo Capodimonte (e 6.861 nel Real Bosco); 2.888 Gallerie Accademia Venezia; 2.759 Castello Miramare Trieste; 2.728 Palazzo Ducale Mantova; 2.624 Cappelle Medicee; 2.597 Gallerie nazionali arte antica Roma; 2.576 Rocca Gradara; 2.442 Ostia antica; 2.290 Bargello; 1.826 Museo delle civilta' di Roma; 1.798 Galleria nazionale Marche; 1.751 Terme Caracalla; 1.738 Galleria Borghese; 1.480 Campi Flegrei; 1306 Museo nazionale etrusco Villa Giulia; 1.120 Museo archeologico nazionale Taranto; 964 Complesso Pilotta Parma; 945 Palazzo Reale Genova; 912 Appia; 740 Galleria nazionale Umbria; 704 Museo archeologico nazionale Venezia.
Uccide l'uomo che ha violentato la figlia di sei anni: arrestata mamma a Naples in Florida
L’americana Connie Serbu è accusata di omicidio, con il delitto maturato in circostanze particolari: la donna è accusata di aver ucciso il giovane Xavier Sierra, 18 anni, perché questi avrebbe violentato la sua figlia di 6. Il fatto è avvenuto in una foresta della città di Naples, in Florida. La Serbu avrebbe sparato alla vittima in una foresta. Il corpo di Sierra è stato effettivamente ritrovato con una ferita di arma da fuoco. Connie Serbu, che è madre di due bambini, avrebbe attirato il 18enne nel posto dove si è poi consumato il delitto lo scorso 7 luglio. Ed una volta compiuta la propria vendetta, quando gli ufficiali sono giunti sul luogo interessato, lei avrebbe detto che non le importava nulla: “Non mi importa, ha violentato mia figlia, non mi importa, ha sodomizzato mia figlia…mi ha raccontato tutto quello che è accaduto”.
Tra l’altro quello stesso giorno John Vargas, fratello di Connie Serbu e che era malato mentalmente, è stato trovato morto nelle vicinanze. Stando ai rapporti della polizia, quest’ultimo era stato ‘assoldato’ dalla sorella per uccidere Xavier Sierra, ma avrebbe avuto la peggio in una colluttazione con la vittima a causa di un colpo subito all’addome. I documenti giudiziari indicano che tutto era nato dopo che a maggio 2016 la bambina vittima degli abusi sessuali aveva raccontato alla madre quanto successo tempo prima. La scusa di Connie e del fratello per attirare il giovane nei boschi era stata il voler costruire un letto a castello dietro pagamento. Quando quest’ultimo ha capito quali fossero le reali intenzioni dei due, si sarebbe dato alla fuga in seguito ad una lotta con Vargas. Lo stesso Sierra avrebbe esploso dei colpi di arma da fuoco uccidendo proprio Vargas, prima di morire a sua volta. E lo scorso 25 agosto Connie Serbu è stata arrestata per omicidio di secondo grado. Il caso è attualmente sottoposto ad una indagine, secondo quanto riportato dai documenti del tribunale.
L' italiano Matteo Furlan vince la Capri-Napoli
L'italiano Matteo Furlan ha vinto la 52/a edizione della Capri-Napoli trofeo Supermercati Piccolo: il nuotatore padovano torna a iscrivere l'Italia nell'albo d'oro della gara di Coppa del Mondo di nuoto di fondo 47 anni dopo la quinta vittoria di Giulio Travaglio, che quest'anno per avverse condizioni meteo non e' partita da Capri e si e' svolta lungo un circuito di 2 km a ridosso del circolo Posillipo, che i nuotatori hanno percorso otto volte. Furlan ha chiuso la prova in 3h 53' 37'', precedendo un altro italiano, il ligure Andrea Bianchi e l'argentino Guillermo Bertola. A fine gara Furlan e' apparso soddisfatto per la vittoria anche se dispiaciuto per non aver potuto gareggiare sulla distanza dei 36 km: "Avevo preparato al meglio la gara tradizionale e avrei voluto confrontarmi nella traversata da Capri a Napoli. Sono contento ma anche motivato a ritornare l'anno prossimo per aggiudicarmi la 'vera' Capri-Napoli".
Napoli, folla commossa ai funerali della 30enne di Ponticelli morta di parto
L'intera comunita' si e' stretta, oggi, intorno alla famiglia di Anna Riccio, la mamma trentenne morta venerdi' scorso nell'ospedale San Paolo di Napoli, verosimilmente a causa di una emorragia post partum, dopo avere dato alla luce la secondogenita. A gettare nella tragedia la famiglia di Anna un problema di 'atonia post partum': una situazione ben nota ai sanitari che hanno seguito il parto cesareo in quanto anche la sorella di Anna ne aveva sofferto. Dopo il parto di una bella e florida bambina di 3,570 Kg, avvenuto lo scorso giovedi' mattina, sembrava tutto procedere al meglio. Tanto piu' che la gravidanza era stata senza intoppi. Le prime avvisaglie della tragedia un' ora dopo il rientro dalla sala parto. Si deve tornare in sala operatoria per bloccare un'emorragia con intervento di legatura delle arterie. E' insufficiente. Si procede all'asportazione dell'utero. Nel pomeriggio la situazione continua a precipitare nonostante vengano effettuate varie trasfusioni di sangue. Alla fine 21 sacche nel vano tentativo di salvarla. La donna accusa anche episodi di arresto cardiaco. Venerdi' mattina si decide di eseguire una Angiotac (Tac con contrasto) che conferma le perdite di sangue e dall'ospedale San Paolo dove e' ricoverata, viene trasferita al 'Vecchio Pellegrini' per eseguire una angiografia. Tutto inutile. Anna entra in coma. Nella notte di venerdi' primo settembre i sanitari del San Paolo, dove era rientrata, ne constatano la morte. Al momento i familiari escludono di voler sporgere denuncia. Ritengono che sia il medico che aveva in cura Anna, sia i sanitari che l'hanno assistita si sono prodigati per salvarla. La direzione sanitaria del San Paolo, dal proprio canto, ha fatto sapere che si e' trattato di "una sindrome clinica che puo' intervenire come qualsiasi altra complicanza, comporta emorragie e non dipende da errore umano". La cerimonia funebre, che si e' svolta nel pomeriggio, e' stata celebrata nella chiesa dell'Assunta a Monte di Procida da don Domenico Murgo, il sacerdote che aveva celebrato le nozze di Anna con il marito Marco Pugliese. La salma sara' inumata a Napoli nel cimitero di Ponticelli, il quartiere d'origine della giovane mamma. Anna Riccio si era trasferita a Monte di Procida da circa sette anni, appena convolata a nozze con Marco, di una famiglia con profonde radici nel comune flegreo. L'unione allietata dalla nascita del primogenito e dai preparativi per l'arrivo della secondogenita, era proceduta secondo gli auspici. La coppia ben integrata a Monte di Procida era benvoluta: entrambi con lavoro; Marco si occupa con uno dei fratelli, dell' attivita' di famiglia, la gestione di un negozio di mobili, Anna svolgeva l'attivita' di estetista.
Morto suicida a Striano 43enne di Sarno
E'accaduto questa mattina poco prima di mezzogiorno a Striano: un uomo di 43 anni si è tolto la vita, impiccandosi con una corda. A scoprire il cadavere dell' uomo, sono stati i familiari, che rientravano in casa. Si sono trovati davanti ai loro occhi una scena terribile. La vittima V.V. era di Sarno ma da tempo viveva nel paese in provincia di Napoli dove aveva contratto matrimonio con una giovane del posto. Per ora non si conoscono i motivi dell’insano gesto, il suicida avrebbe lasciato un biglietto dove spiegherebbe perché avrebbe scelto di togliersi la vita. Allertati immediatamente i soccorsi per l'uomo non c’è stato nulla da fare, era già morto. In via Palma presso l'abitazione del 43enne sono giunti anche i carabinieri della locale caserma coordinati dal Luogotenente Botta Antonio. Probabile che alla base della drastica decisione ci fossero problemi familiari legati al rapporto coniugale. V.V. lascia la moglie C.A. e figli.
Clandestini algerini rubano portafoglio sul lungomare di Pozzuoli: arrestati
Tre giovani immigrati clandestini algerini sono stati arrestati dalla 'municipale' di Pozzuoli per aver rubato con un portafoglio ad una cliente di un ristorante del lungomare di via Napoli. I tre con un artifizio si erano accomodati nel locale, mentre in realta' intendevano sottrarre il portafoglio dalla borsa di una cliente seduta nelle loro vicinanze. Raggiunto lo scopo si sono allontanati repentinamente. La cosa ha insospettito la donna e gli amici che erano con lei. Accortisi del colpo hanno rincorso ed afferrato i ladri, riuscendo ad ottenere la restituzione del portafoglio vuoto. Nel contempo hanno allertato la pattuglia della municipale che era in zona. Dopo una breve resistenza, gli algerini sono stati immobilizzati e condotti nella camera di sicurezza del Comando, in attesa dell'identificazione e delle indagini. E' stato accertato che i tre immigrati, di eta' tra i 20 e i 22 anni, pregiudicati, erano arrivati in citta' su un'auto con targa francese, posta sotto sequestro. All'interno della vettura e' stato rinvenuto un arnese da scasso e uno dei tre fermati e' risultato in possesso di un coltello a scatto. In corso la procedura di identificazione presso l'Ufficio immigrazione della Questura di Napoli.
Comincia nel peggiore dei modi l'avventura della nuova Cavese: tre sberle dal Potenza
Comincia nel peggiore dei modi il girone H di serie D della Cavese. Al Lamberti arriva il Potenza che demolisce gli aquilotti per 3-0, tra l'altro in doppia inferiorità numerica. Il vantaggio degli avversari arriva nel primo tempo con Di Senso a causa di un errore difensivo. Nella ripresa un errore di Marruocco regala il 2-0, siglato da Siclari su rigore. Poi, favorito dalla doppia superiorità numerica, causa l'espulsione di D'Alterio e Oggiano, il Potenza cala il tris con Di Senso.
Il tecnico Bitetto schiera la Cavese con un modulo tanto caro al pubblico metelliano, il 4-3-3. A protezione di Marruocco, da destra a sinistra ci sono Parpinel, D'Alterio, Gorzegno e Marino; Logoluso, Massimo e Mincione a centrocampo e davanti il tridente Oggiano-De Angelis-Fella. Per gli avversari classico 4-4-2. Dopo appena un giro di lancette prima occasione della Cavese per Fella ma De Angelis non arriva sull'assist. Il match è molto equilibrato con un possesso palla nettamente a favore degli aquilotti ma alla prima disattenzione difensiva il Potenza colpisce con Di Senso, che insacca di testa a porta vuota su assist di Schisciano. Al 43' ottimo cross di Oggiano per Gorzegno ma la sua girata di testa e centrale. Si passa alla ripresa. Al 54' su cross di Marino, Oggiano sfiora la porta. Tre minuti dopo l'esterno d'attacco ci prova su punizione ma Mazzoleni si rifugia in corner. Al 60' la Cavese combina la frittata: momento di follia di Marruocco che cerca di uscire palla a piede ma la perde, Di Senso tira a porta vuota ma colpisce il palo, ritenta Siclari ma D'Alterio si improvvisa portiere e para sulla linea. L'arbitro giustamente lo espelle e concede il rigore agli avversari che Siclari insacca. Piove sul bagnato perché Oggiano, due minuti dopo, già ammonito, riceve il secondo giallo e lascia la squadra in 9. Al 70' il Potenza chiude i conti con Di Senso che insacca a porta vuota dopo la parata di Marruocco su Siclari. All' 79' ci prova Guaita ma la mira non è delle migliori. Cala così il sipario al Lamberti.
CAVESE 0
POTENZA 3
Cavese: Marruocco, Parpinel, Marino, D'Alterio, Gorzegno (58' Trezza), Massimo, Oggiano, Logoluso, De Angelis (71' Martiniello), Mincione (71' Turmalaj), Fella (71' Tripoli). A disposizione: Bisogno, Crudo, Somma, Nunziante, Senatore. All. Bitetto
Potenza: Mazzoleni, Biancola, Panico, Esposito, Sicignano, Bertolo, Diop Ousmane, Siclari (80' Coccia), Schisciano (86' Lionetti), Guaita (88' Manno), Di Senso (73' Pepe). A disposizione: Di Franco, Lionetti, Bonabitacola, Di Sonma, Claps, Bernardino. All. Ragno
ARBITRO: Alessandro Di Graci di Como
ASSISTENTI: Marco Belsanti di Bari e Riccardo Pintaudi di Pesaro
RETI: 25' e 70' Di Senso, 61' su rig. Siclari (P)
NOTE: Spettatori: 1800 circa (di cui 300 ospiti). Espulsi: 61' D'Alterio (C), 63' per doppia ammonizione Oggiano (C). Ammoniti: Panico (P), Biancola (P). Angoli: 5-1.Recupero: 1' pt, 2' st
Vincenzo Vitale
Arena Flegrea: per problemi tecnici, annullati due spettacoli del Teatro di San Carlo
Annullati due spettacoli del Teatro di San Carlo all'Arena Flegrea. "Il Barbiere di Siviglia" e "Cenerentola" - dal 15 al 24 settembre - sono staati annullati a causa di problemi tecnici del palcoscenico "evidenziati dalla pioggia di ieri": lo comunicano con una nota Etes Arena Flegrea e Fondazione Teatro di San Carlo. I problemi riguardano "soprattutto la buca d'orchestra non frequentemente utilizzata" e impediscono al Teatro di San Carlo di entrare all'Arena martedì 5 settembre, come da programma, per iniziare l'allestimento e le prove. Gli spettacoli erano in cartellone dal 15 settembre, prima data dell'opera Il Barbiere di Siviglia; il 23 settembre sarebbe dovuto andare in scena il balletto Cenerentola con due repliche. "Al momento, non essendo possibile prevedere un termine per la risoluzione di tali problematiche tecniche, e non potendo comprimere ulteriormente un piano prove già di per sé ridottissimo, si è costretti ad annullare entrambe le produzioni. Arena Flegrea e Teatro di San Carlo stanno studiando nuove collaborazioni: il ritorno del Massimo all'Arena Flegrea è soltanto rimandato", conclude la nota. Le informazioni sulle modalità di rimborso o recupero dei biglietti saranno comunicate nei prossimi giorni.
Salerno, l'allarme dei Cinque Stelle: 'Persano, dove prima c'era un'oasi ora uno scenario spettrale'. LE FOTO
“Non deve calare l’attenzione sul disastro di Persano, come se questo episodio fosse un incidente senza importanza. Chiediamo alla Regione Campania una programmazione immediata per la riforestazione dell’area. Ci vorranno anni per ricostruire questo ecosistema, e forse non avverrà mai”. Si pronuncia così, il consigliere Regionale Michele Cammarano al suo secondo sopralluogo nell’oasi di Persano. Questa volta per documentare con foto e testimonianze cosa resta di un paradiso naturale. Uno scenario spettrale: è questo quello che ha trovato il gruppo di attivisti del Movimento Cinque Stelle, nel sito colpito dal violento incendio dello scorso 22 agosto. La visita è durata qualche ora necessaria alla perlustrazione di tutta l’area ricadente nel comune di Campagna.
Ovunque il fuoco sia passato, circa 40 ettari di cui 15 in zona protetta, ha lasciato solo un odore acre, tronchi e arbusti carbonizzati, e un manto di cenere bianca a ricoprire il terreno, così soffice da sollevarsi in aria ad ogni soffio di vento, levandosi in nubi polverose. A tratti, il suolo fino a venerdì, lasciava ancora risalire il fumo di piccoli focolai, si spera soffocati dalle ultime piogge. La terra era completamente prosciugata, spaccata in zolle tanto profonde da riuscire a infilarci una gamba. Tra i solchi qualche rifiuto. I proprietari delle case vicine hanno raccontato di aver sentito degli spari poco prima che le fiamme divampassero. Segno che quella notte vi fossero dei bracconieri nei campi e che violassero il divieto di caccia. Sono stati loro? Hanno appiccato il fuoco, magari pensando di controllarlo, per far fuggire i cinghiali e colpirli? “Non ci sono risposte, ma di certo non dimenticheremo quello che è accaduto - conclude - Abbiamo pensato di diffondere le immagini che abbiamo scattato, per informare sullo stato in cui è ridotta al momento l’area, affinché cresca l’indignazione di fronte all’abbandono e all’assenza di vigilanza in cui versa una delle cose più importanti che abbiamo, la nostra terra. Difendere l'ambiente e i nostri territori significa difendere il futuro nostro e delle prossime generazioni, oggi abbiamo la responsabilità di decidere che mondo avremo e che mondo consegneremo loro”.
Trovato morto in casa a 20 anni dopo una festa con gli amici
Un ragazzo di 20 anni Gaetano Ventrone è stato trovato morto questa mattina nell'abitazione di famiglia a Macerata Campania in provincia di Caserta. Il giovane era nella sua stanza quando i genitori hanno trovato il corpo senza vita. Poco dopo sono arrivati i sanitari del 118 che hanno provato inutilmente a rianimarlo. Sul corpo non sono stati trovati, ad un primo esame, segni visibili di violenza. L'autorità giudiziaria ha disposto autopsia. Il ventenne era tornato in tarda serata da una festa con gli amici; i genitori lo hanno incrociato prima che si chiudesse in camera sua, poi all'alba un malore che è stato fatale.
Casal di Principe: Campo Giovani della Fim Cisl sui terreni confiscati
A Casal di Principe comincia il Campo nazionale Giovani della Fim Cisl su legalità e lavoro. Il campo, che si svolge nella terra di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso il 19 marzo del 1994 dalla camorra perché impegnato nell'educazione alla legalità e nel contrasto al potere criminale del clan dei Casalesi, vedrà la partecipazione di trenta delegati sindacali under 35 provenienti da tutte le regioni italiane. L'iniziativa si inserisce nel solco dell'impegno che la Fim, sindacato dei metalmeccanici, da anni porta avanti sui temi della legalità, della formazione e della partecipazione civica. Il Campo sarà anche l'occasione per rafforzare il rapporto con la rete associativa impegnata nell'economia civile e in particolare nel territorio dell'agro aversano con il Consorzio NCO (Nuova Cooperazione Organizzata), che si occupa di servizi alla persona e utilizzo dei beni confiscati alla camorra per uso produttivo e sociale, in un'ottica finalizzata a restituire alla comunità locale i beni confiscati alla camorra e a creare lavoro nel rispetto dei diritti dei produttori, dei consumatori e dell'ambiente. I giovani delegati della Fim saranno così impegnati nei terreni agricoli confiscati alla criminalità nella vendemmia e nella manutenzione dei vigneti. L'iniziativa si chiuderà il 6 settembre a Carinola, presso la Cleprin, azienda leader nella produzione di detergenti per uso professionale, in prima linea contro il racket e distrutta da un incendio doloso nel 2015, con l'intervento del segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli.
Rilanciare il fico del Cilento: l'obiettivo della Fondazione Giambattista Vico
Continua l'impegno della Fondazione Giambattista Vico per la crescita e la tutela del territorio. L'occasione si presenta grazie alla Regione Campania e al PSR 14-20 con la Misura 16.1 che prevede la costituzione e il funzionamento di gruppi operativi atti a sviluppare un POI, Progetto Operativo di Innovazione. Il presidente della Fondazione, Vincenzo Pepe, lancia l'idea per il rilancio della filiera relativa al fico del Cilento. A lui va riconosciuto il merito di promuovere questa sfida e di mettere al centro la Fondazione di un processo che diventerà un modello virtuoso e traino per lo sviluppo locale, anche colmando i vuoti della politica. "Una nuova sfida sulla nostra strada - spiega - una sfida che ci impegnerà molto essendo noi motivati per continuare il progetto di sviluppo e tutela del Cilento". All'appello risponde Claudio Aprea, direttore della Fondazione ed euro progettista, quindi tra i più accreditati a formulare una proposta valida da sottoporre alla Regione. Ed è proprio quest'ultimo che, in ottemperanza alla richiesta del presidente, ha già dettato una linea di programma dalla doppia valenza: innovativa e vicina alla tradizione.
"Il gruppo di lavoro - chiarisce Aprea - baserà le ricerche sulla rigenerazione della filiera legata al fico bianco del Cilento che ad oggi risulta essere una filiera negata in quanto, seppur spesso evocata seppure spesso intrisa di tradizioni e identità, non è riuscita ad oggi ad incidere in maniera significativa sull'economia del territorio. Il gruppo operativo avvierà una serie di percorsi di studio volti ad innovare i processi colturali e culturali del fico, fermando l'attenzione sul valore economico massimo di questo frutto. Esso consiste nel proporlo al mercato dopo un processo di essiccazione". "Tale processo -prosegue il direttore- dovrà essere il più possibile aderente alla tradizione ma dovrà soddisfare la logica del tempo, della qualità, dell'igiene e della convenienza dal punto di vista economico ed ambientale". Inoltre Aprea traccia un segno importante svelando la sua idea che ha del rivoluzionario: "Gli studi che porteremo avanti -spiega - saranno tesi a ribaltare il detto negativo ''non vale un fico secco'' e riuscire a dimostrare che 'un fico secco vale…'". La proposta è già stata esposta a Palazzo De Vargas, sede della Fondazione, ed è stata accolta con favore dal tavolo di partenariato composto da Enzo Tropiano, direttore Coldiretti di Salerno, e dai principali produttori di fichi del territorio, come Raffaele D'Angiolillo. Tra i partner istituzionali figura già il comune di Giungano, presente al primo tavolo tecnico nella figura dell'assessore al turismo Franco Russomando. "C'è assoluta necessità di far sì che i valori esposti -dice Tropiano- diventino indicatori economici di un rilancio agricolo nel comparto di nicchia delle produzioni tipiche". D'accordo anche D'Angiolillo: "Non possiamo vedere mortificato dal mercato il fico del Cilento - dichiara - l'esempio della biodiversità cilentana subisce la concorrenza sleale di prodotti che non hanno la stessa qualità, la stessa storia e le stesse caratteristiche. Il nodo centrale della questione riguarda il processo di essiccazione su cui è in corso un dibattito sulla stesura del disciplinare del Fico del Cilento dop".
Coltivavano canapa indiana nel giardino di casa: arrestati madre e figlio
Madre e figlio, che coltivavano piante di canapa indiana nel loro giardino a San Giorgio del Sannio, sono stati arrestati dai carabinieri. In manette sono finiti una donna di 53 anni e un giovane di 22. I militari nel corso di un controllo e di una successiva perquisizione presso la loro abitazione hanno infatti scoperto all'interno di un recinto metallico del giardino una piantagione di cannabis, le cui piante erano alte un metro, e foglie di marijuana in fase di essiccazione del peso di 1,2 chilogrammi custodite in sacchetti di nylon.



