Come si calcola il risarcimento del danno da morte

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Per calcolare il risarcimento del danno da morte è necessario fare riferimento alle tabelle del Tribunale di Milano. Queste tabelle presuppongono un risarcimento, appunto, che può oscillare da un valore minimo a un valore massimo e cambiare sulla base di criteri correttivi, come per esempio altri familiari, convivenza, età, e così via. Sono molteplici i parametri che condizionano la definizione del risarcimento: la composizione del nucleo familiare, la convivenza tra la vittima e il soggetto superstite che richiede il risarcimento, l’età della vittima, la relazione di parentela tra il superstite e la vittima e l’età del superstite. Andiamo ad analizzare più nel dettaglio ognuno di questi criteri.

I parametri che definiscono il risarcimento del danno

La composizione del nucleo familiare viene inserita nel novero dei parametri che concorrono alla definizione del risarcimento del danno perché si considera che il danno sofferto è tanto più basso quanto più numerosi sono i congiunti con lo stesso grado di parentela. Per quel che riguarda la convivenza fra il superstite e la vittima, invece, viene presunto che il danno è tanto più elevato se c’è stata una frequentazione costante fra le due persone. Ancora, l’età della vittima viene valutata partendo dal presupposto che il danno è tanto più basso quanto più vecchia era la persona che è deceduta. La relazione di parentela tra il superstite e la vittima entra in gioco perché si considera maggiore il danno in presenza di un rapporto stretto. Infine, anche l’età del superstite viene presa in considerazione: più è giovane e più consistente viene ritenuto il danno.

La prescrizione del diritto al risarcimento del danno

Per ciò che attiene alle tempistiche, va segnalato che la quantità di tempo che occorre attendere per giungere il risarcimento varia a seconda del livello di specializzazione del soggetto a cui è stata attribuita la gestione della pratica. Lo stesso dicasi per la quantificazione del risarcimento. La richiesta deve essere inoltrata per la prima volta entro 14 anni; questo limite sale a 36 anni solo in presenza di un omicidio stradale plurimo compiuto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o aggravato da stato di ebbrezza. Il discorso è diverso, invece, per una sentenza penale che è passata in giudicato.

    La quantificazione economica

    Il danno patrimoniale viene valutato in maniera specifica, nel senso che ogni caso fa storia a sé, e lo stesso vale per il danno alla salute, proprio ed ereditario: il secondo, per altro, può essere riconosciuto unicamente in presenza di un decesso non immediato. Si può verificare una riduzione percentuale della quantificazione economica del danno nel caso in cui nella dinamica del sinistro vi sia stato un concorso di colpa da parte della vittima. Casi tipici in tal senso sono rappresentati dalla guida a velocità eccessiva o dal mancato utilizzo delle cinture di sicurezza se si parla di un incidente stradale; dal mancato utilizzo del casco protettivo, giusto per citare un altro esempio, se si tratta di un incidente sul posto di lavoro. A volte il risarcimento può essere riconosciuto anche a cognati, generi, nuore, cugini, nipoti e zii, a maggior ragione se si tratta di persone che convivevano con il soggetto deceduto.

    A chi rivolgersi

    Per conoscere la tabella risarcimento fondo vittime della strada si può fare riferimento al servizio di Assisto, una realtà che offre un prezioso supporto a tutte le persone che hanno bisogno di una protezione completa in questo ambito. L’attività di Assisto viene garantita in tutta Italia grazie alla collaborazione di professionisti che vantano una lunga e consolidata esperienza nei rispettivi settori di riferimento, come per esempio psicoterapeuti, avvocati e medici legali.


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