Coronavirus, il farmaco anti-artrite viene sperimentato allo Spallanzani e anche la Toscana accetta la donazione della Roche

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“Stiamo sperimentando allo Spallanzani un farmaco, già usato per Artrite reumatoide, insieme ad altri ospedali”. Lo ha affermato il direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. Il farmaco è già stato somministrato a sei pazienti positivi e in terapia intensiva ricoverati a Napoli ed è risultato efficace nel trattamento della polmonite da coronavirus. Anche l’Agenzia italiana del farmaco prende in considerazione i due farmaci sperimentali contro Covid-19. “In considerazione dei riscontri registrati per alcuni prodotti farmaceutici in fase di sperimentazione”, Aifa procederà infatti “già nelle prossime ore alla discussione in Cts (Commissione tecnico scientifica) relativamente a studi clinici e usi compassionevoli per i farmaci a base di remdevisir e tocilizumab”, rispettivamente un medicinale anti-virale e un anti-Artrite. In un comunicato l’Aifa annuncia che è stata costituita un’unità di crisi coronavirus, impegnata su quattro linee principali: 1) Farmaci in uso “off label”. Dal momento che nell’emergenza gli ospedali fanno ricorso a protocolli che prevedono l’uso off label di medicinali in commercio in Italia, Aifa sta predisponendo l’approvazione di quelli già identificati, che verranno sottoposti a valutazione da parte del Cts. 2) Ricerca e sviluppo/accesso ai farmaci sperimentali (è il caso dei medicinali a base di remdevisir e tocilizumab).
3) Linea guida nazionale di managment. Partecipazione all’elaborazione della linea guida nazionale di managment, relativa ai casi di Covid-19, in collaborazione con la Protezione Civile e l’Inmi Lazzaro Spallanzani. 4) Contrasto alle carenze di medicinali a livello ospedaliero. Aifa è in contatto con titolari Aic (autorizzazione all’immissione in commercio) e importatori rispetto alla regolarità delle forniture dei farmaci utilizzati a livello ospedaliero durante l’emergenza, e procede a facilitare l’importazione dei prodotti critici. Aifa, in questa fase di emergenza, “ritiene opportuno condividere le informazioni riguardanti la limitata disponibilità di alcuni farmaci, attualmente utilizzati off label per il trattamento di pazienti affetti da coronavirus. Tale situazione sta generando un flusso rilevante di richieste per quei medicinali carenti o a rischio di carenza, cui è possibile sopperire attraverso il rilascio di autorizzazioni all’importazione alle strutture sanitarie o ai titolari che ne facciano richiesta, garantendo in tal modo la continuità delle terapie”.
Intanto, grazie alla donazione della Roche a breve arriverà anche in tutti gli ospedali della Toscana il Tocilizumab, il farmaco prodotto dall’azienda farmaceutica per curare l’artrite reumatoide, ma che “si è scoperto essere in grado di ridurre i problemi polmonari dei soggetti colpiti dal Coronavirus”. Lo rende noto la Regione Toscana che ha deciso di accettare “l’offerta che l’amministratore delegato della Roche ha rivolto a tutte le Regioni che vogliano ricevere gratuitamente questo presidio medico che non ha nessun effetto sul virus ma che allevia i danni che è in grado di provocare”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi, hanno voluto ringraziare l’azienda per la disponibilità dimostrata e per la fornitura gratuita. Ora sarà l’Estar, l’organismo che assicura le forniture all’intero sistema sanitario regionale, a rivolgersi alla Roche per richiedere i quantitativi necessari del farmaco destinato ad essere somministrato ai soggetti più gravi e con seri problemi polmonari.
Il Tocilizumab, ricorda la Regione, è un anticorpo monoclonale, cioe’ una proteina modificata in laboratorio per agire contro l’IL6, un’altra proteina prodotta dal sistema immunitario nella fase più grave dell’infezione e dannosa per il sistema respiratorio. Rossi e Saccardi sottolineano infine come, anche grazie alla generosita’ della casa farmaceutica, i molti sanitari che in questi giorni si stanno prodigando per far fronte al virus, potranno avere a disposizione un presidio che potrebbe aiutare i pazienti ad uscire dalla fase più critica dell’infezione.



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