“Niente fondi”, chiude il ristorante “Nuova cucina Organizzata” nel bene confiscato

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La Nco, “Nuova cucina organizzata”, attività della cooperativa sociale “Agropoli” nata a Casal di Principe (Caserta) per l’inserimento lavorativo e la vendita dei prodotti provenienti dai terreni confiscati alla criminalità organizzata, chiuderà il 7 gennaio insieme a tutte le attività della cooperativa. Motivo, spiegano dalla Nco il cui acronimo riprende, capovolgendone il valore, quello della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, è l’impossibilità di godere delle anticipazioni economiche previste dal decreto della Giunta regionale della Campania numero 282 del 2016 solo “per le prestazioni sociosanitarie erogate dai centri accreditati, le grosse strutture”, a differenza “delle cooperative che gestiscono i budget di salute e, attraverso questo sistema, utilizzano beni confiscati alla criminalità in provincia di Caserta”. Gli attivisti della Nco parlano di “cronaca di una morte annunciata” e di “due pesi e due misure con risultati pessimi e allarmanti”, denunciando “il mancato pagamento delle fatture degli ultimi due anni a cui si aggiunge il secondo semestre 2012, sempre frutto dell’ennesimo rimpallo Comuni-Regione-Asl”. Tutto ciò, aggiungono, “evidenzia un quadro politico ed amministrativo apocalittico da cui si evince, in modo inequivocabile, che nessuno degli attori istituzionali coinvolti ha la reale intenzione di risolvere la questione, ma anzi si sta conducendo questo sistema al suicidio”. Di fronte a questa “irresponsabile, caotica e drammatica gestione della prospettiva del settore”, il management della Cooperativa, si legge in una nota, “non può fare altro che ridimensionare, a malincuore, le proprie attività imprenditoriali operando l’immediata chiusura, a partire dal 7 gennaio 2020, del ristorante pizzeria sociale Nuova Cucina Organizzata ubicata a Casal di Principe, su un bene confiscato alla peggiore delinquenza locale con il conseguente licenziamento del personale, e procedere poi, progressivamente, alla chiusura totale di tutte le altre attività. Per anni ci hanno etichettato come territorio omertoso e poco coraggioso, ma tutto quanto sta accadendo testimonia che il coraggio non è affatto mancato e chi invece è venuto meno è proprio lo Stato. E per non rendere vano questo nostro sacrificio – concludono dalla Nco – ci appelliamo al Presidente della Repubblica perché chi ha le dovute responsabilità almeno possa pagare”.


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