Avellino – Un pezzo di montagna che scivola via, portando con sé non solo terra e roccia, ma la speranza di migliaia di fedeli. È la frana che ha sbarrato la via d’accesso principale al Santuario di Montevergine, costringendo alla chiusura “a tempo indeterminato” una delle mete religiose e turistiche più iconiche della Campania. Un colpo durissimo per la devozione mariana e per l’economia del territorio.
La decisione, sofferta, arriva direttamente dalla comunità benedettina guidata dall’Abate Riccardo Luca Guariglia. In una nota ufficiale diffusa oggi, si comunica che il grave evento franoso ha compromesso in modo serio e pericoloso la strada che conduce al sacro monte, rendendo impossibile e insicuro qualsiasi accesso.
“Il luogo santo resterà chiuso a tempo indeterminato”, si legge nel comunicato, che non nasconde la gravità della situazione. Le operazioni di messa in sicurezza del versante, infatti, non saranno né semplici né rapide. La stima dei monaci, corroborata dai primi sopralluoghi tecnici, parla chiaro: ci vorrà presumibilmente fino alla primavera del 2026 perché l’accesso possa essere riaperto in condizioni di totale sicurezza.
Un periodo lunghissimo, che cancella di colpo le tradizionali affluenze legate alle festività natalizie, alla celebre ‘Juta’ di gennaio e alla festa della Candelora. Un vuoto che peserà non solo sullo spirito, ma anche sull’indotto economico della zona, fatto di bar, ristoranti, negozi di articoli religiosi e strutture ricettive.
L’Abate Guariglia, nel messaggio, ha voluto ringraziare “le Istituzioni tutte per la particolare vicinanza”, segno che la macchina dei soccorsi e della protezione civile è già in moto. Tuttavia, la natura del fenomeno geologico impone tempi tecnici dilatati, fatti di studi geotecnici, progettazione e cantierizzazione in un’area complessa.
Il santuario, che custodisce l’icona bizantina della Madonna di Montevergine (la “Mamma Schiavona”), meta di pellegrinaggi secolari, si trova così in una posizione paradossale: fisicamente presente e integro sulla sommità del Partenio, ma di fatto irraggiungibile. Un’isola spirituale separata dal suo popolo di devoti.
La comunità monastica assicura che tutti gli aggiornamenti sulla situazione verranno forniti attraverso i canali ufficiali, invitando alla pazienza e alla preghiera in attesa di tempi migliori. Nel frattempo, il silenzio forzato scenderà sui sentieri normalmente percorsi da migliaia di passi, mentre i tecnici lavorano contro il tempo – e contro la montagna – per restituire alla Campania uno dei suoi simboli più cari.
REDAZIONE






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